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Domenica 4 Ottobre 2009 |
Divergenze sul testamento biologico
Gli italiani sanno molto bene cosa sia il testamento biologico. Anzi, lo conoscono meglio di altri argomenti di cui si parla spesso, come il federalismo fiscale, e che rimangono però piuttosto oscuri. I residenti nel Nordest, inoltre, si dimostrano particolarmente ferrati sul testamento biologico: il 70 per cento riesce a darne una definizione corretta, percentuale che sale al 90 per cento tra i laureati. Sono alcuni risultati di un'indagine condotta da Observa, centro ricerche - con sede a Vicenza - che da anni si occupa del rapporto tra la scienza e la società . Dal 2002 Observa ha allestito un osservatorio permanente sulle tendenze e gli orientamenti dell'opinione pubblica nei confronti della ricerca e dell'innovazione tecnologica.
Le decisioni di "fine vita" sono state l'argomento di una rilevazione che sarà pubblicata, nel dettaglio, nel prossimo annuario "Scienza e Società " di Observa. Il sociologo Massimiano Bucchi, coordinatore del comitato scientifico di Observa, ne anticipa alcuni dati. «Il 66 per cento degli italiani, cioè due su tre - dice - scelgono la corretta definizione di testamento biologico. È un livello molto elevato rispetto ad altri temi di attualità : sul federalismo fiscale, ad esempio, meno del 30 per cento si considera informato».
Le opinioni sono più articolate quando si chiede chi dovrebbe decidere in merito alla cure da prestare a un malato senza speranza di guarigione e non più cosciente. Per la maggioranza degli italiani (51,2 %) bisogna rispettare le indicazioni date dallo stesso malato, ovviamente se l'ha fatto quand'era cosciente. La percentuale è peraltro scesa rispetto a un'indagine condotta nel 2005, quando aveva fatto registrare il 57,8 %. E oltre al malato, a chi competono le decisioni? Al parente più prossimo secondo il 30,7 % (28,4 nel 2005), al medico secondo il 12,6 % (9,1 nel 2005). «È interessante notare - prosegue Bucchi - che nel Nordest la percentuale della prima risposta scende al 42 %, mentre sale al 40 %, la più alta in Italia, la percentuale della seconda. Probabilmente l'opinione è influenzata da una dimensione familiare ancora molto importante, nonché da casi eclatanti, come quello di Eluana Englaro, in cui la decisione è stata effettivamente presa da parenti». L'indagine ha chiesto inoltre di specificare cosa sia più giusto inserire nel testamento biologico: rifiutare farmaci e terapie per prolungare le funzioni vitali (80,4 %), non ricevere cibo e acqua per via artificiale (73,3 %), essere mantenuto in vita con tutti i mezzi possibili (64,5 %), ricevere un farmaco per essere aiutato a morire (60,7 %).
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