“Vergognati extracomunitario”. Nessun pelo sulla lingua, nemmeno nella sede istituzionale più importante a livello locale, il Consiglio. Così l’attacco di Loris Marini, 79 anni, vicepresidente leghista della sesta circoscrizione, al 28enne consigliere del Pd scaligero, Yared Ghebremariam Tesfau, di origine etiope. Causa dell’insulto è la discussione animosa e onnipresente sul Traforo delle Torricelle, che ha acceso ancora di più gli animi dei politici veronesi.
IL CONSIGLIO – “C’è stata qualche parola di troppo, uno sfogo forse portato all’estremo da Marini” commenta il responsabile provinciale della Lega Nord, Matteo Bregantini “Non c’è traccia dell’ennesima deriva xenofoba e razzista montata ad arte e strumentalizzata per i consensi elettorali. La cosa sicura è che si tratti di una frase inopportuna ma che si scosta molto dalla figura di Loris Marini, esponente politico che molte volte si è impegnato nel mondo del volontariato manifestando grande solidarietà nei confronti dei disagiati”.
La bagarre è scoppiata nella sede di Borgo Venezia dopo le provocazioni da una parte e dall’altra e culminate dalla dichiarazione di Corsi nell’aver prontamente sconfitto la “piaga” dei “vu cumprà” per le strade veronesi. Parole che hanno spinto il consigliere del Partito democratico a complimentarsi ironicamente con l’assessore per “il livello culturale”, che hanno scatenato le ire di Marini. Un epiteto razzista, quello del leghista, che in aula ha lasciato tutti a bocca aperta ed è rientrato poco dopo con le scuse personali: “Mi è scappata- ha annunciato- e ammetto di aver sbagliato. La fase animata della discussione mi ha portato a dire cose che non pensavo. C’è stato un fraintendimento e credevo che le parole di Tesfau fossero indirizzate a me. Nulla di personale comunque, tanto che nell’ufficio del presidente Spada io e il consigliere Pd ci siamo avvicendati e stretti la mano”. Parole ingiuriose, chiosa lo stesso Tesfau, poiché provenienti da “un esponente politico in una sede istituzionale”. Ammette il 28enne consigliere: “Io criticavo la presunta coesione della maggioranza di Corsi è mi è piovuto addosso un insulto. Sottolineo che non c’è nulla di personale tra me e Marini ma è grave che un esponente come lui, garante delle istituzioni, sia arrivato a certe parole per farsi valere. L’insulto in sé non mi fa né caldo né freddo poiché pronunciato con un livello culturale e politico molto basso”.
LE REAZIONI – Solida la presa di posizione di Mauro Spada, presidente della sesta circoscrizione in quota Forza Italia: “Prendo le distanze dagli epiteti lanciati da Marini verso il consigliere Tesfau. Non ne condivido né gli atteggiamenti né i modi che giudico maleducati e non rispettosi. Posso solo dire che durante il Consiglio capita di dover sedare qualche bagarre nata dalla discussione concitata di alcuni esponenti”. Voci che si accavallano, urla e interruzioni varie sono all’ordine del giorno nelle tematiche politiche che più interessano, ma Spada precisa che “è deprimente seguire i vari politici che si scagliano contro gli oppositori e zittire le voci. Il Consiglio non è una classe di studenti indisciplinati, né tantomeno posso fungere io da maestro per riportare tutti alla calma. Mi appello al buonsenso civico e all’educazione”.
Cerca di placare le polemiche l’assessore Enrico Corsi, facendo appello alle “legittime discussioni animate che animano la protesta contro il passante”: “C’è stato un reciproco scambio di accuse e credo che Marini abbia semplicemente detto qualche parola in più del necessario. Sono cose che possono succedere e posso garantire che l’epiteto non sia oggetto di istigazione all’odio razziale”.
Dura, invece, la reprimenda del consigliere provinciale del centrosinistra, Diego Zardini che “esprime solidarietà al collega del Pd” e che annuncia l’appoggio alla mozione di biasimo che verrà presentata ai prossimi consigli di circoscrizione: “Spero vivamente che si prendano provvedimenti, e che Marini, in qualità di rappresentante delle istituzioni faccia un passo indietro e rassegni le dimissioni. Certe parole sono inammissibili nella discussione politica”.