È stata evitata un'altra Heysel, perché gli ultrà che hanno messo a ferro e fuoco la zona di Marassi fino alle due di notte erano dei veri e propri criminali: è questa la considerazione che trapela tra i responsabili dell'ordine pubblico, al termine della notte di furia e violenza degli ultrà serbi nel capoluogo ligure. Il bilancio finale parla di 16 feriti, di cui due carabinieri, e 17 arrestati.
Genova, guerriglia e arresti nella notte
IVAN - Tra loro c'è anche l'uomo tatuato che, tronchesi alla mano, ha tagliato la rete della gabbia all' interno della quale, dentro lo stadio, erano stati confinati i circa 2.000 hooligan di Belgrado. Si chiama Ivan. Lo hanno trovato le forze dell'ordine dopo le perquisizioni andate avanti tutta la notte: era nascosto nel vano motore di uno dei pullman che avrebbero dovuto riportare a casa gli ultrà. È stato identificato attraverso una data che è tatuata sull'avambraccio dell'uomo. Alle 3 è stato arrestato.
PRIME CONDANNE - Intanto sono arrivate le prime condanne degli ultrà serbi che hanno dato vita alle violenze dentro e fuori lo stadio di Genova durante la partita (poi sospesa) Italia-Serbia. Un anno di reclusione è stato patteggiato da Nicola Arsic, uno dei due ultrà che sono stati processati per direttissima. Era accusato di resistenza a pubblico ufficiale ed era stato fermato prima della partita. «Sono stato obbligato dalle persone con cui mi trovavo» ha detto Arsic, che comunque è stato immediatamente scarcerato dopo la condanna. Condattano a tre mesi il tifoso genoano diciottenne accusato anche lui di resistenza.
PRIMA DELLA PARTITA - Gli scontri, preceduti dalle devastazioni prepartita nel centro di Genova, erano proseguiti dentro lo stadio con il lancio di petardi e il tentativo di sfondamento della barriera antiproiettile che divideva gli ultrà dal resto del pubblico genovese. E poi erano deflagrati all' uscita dello stadio, quando tutto il pubblico era tornato a casa e anche Italia e Serbia erano rientrate nei rispettivi alberghi. La guerriglia è durata fin oltre le due di notte. In mattinata, il bilancio della Questura di Genova parla di 17 arresti e 16 feriti, di cui 2 carabinieri e gli altri tutti serbi. Sono 35 gli hooligan denunciati, 138 quelli identificati. Dei 16 feriti che hanno fatto ricorso alle cure mediche negli ospedali genovesi, uno è ricoverato a scopo precauzionale. La polizia autostradale nella notte ha predisposto un piano di evacuazione dei pullman dei tifosi serbi, e il deflusso si è completato regolarmente. Gli incidenti della notte erano scoppiati quando il gruppo di ultrà, controllati a vista da polizia, carabinieri e guardia di finanza in assetto antisommossa, aveva tentato di forzare il cancello della recinzione dove erano confinati in attesa del deflusso. Un vero e proprio agguato è stato teso dagli hooligan a un reparto della Finanza, e quel punto le forze dell'ordine hanno lanciato fumogeni ed effettuato cariche. Gli ultrà hanno di nuovo tentato di fare irruzione dentro lo stadio, verso la tribuna stampa dove erano ancora al lavoro gli inviati di giornali italiani e serbi. Nel frattempo, nel piazzale antistante lo stadio erano accorse alcune decine di ultrà di Genoa e Samp, intenzionate a ingaggiare una battaglia con i serbi; sono stati subito rimandati indietro dalle forze dell'ordine. Quando verso le due della notte la tensione è calata, la polizia ha fatto scendere gli hooligan già saliti sui bus per le perquisizioni. Sequestrati bastoni, spranghe, coltelli e uno zainetto con all'interno dei grossi petardi o bombe carta.