CIAMBETTI, GARAVAGLIA E QUAGLIA DENUNCIANO: “LO STATO VARA A PROPRIO FAVORE NORME ANTI SPENDING REVIEW INSERITE SUBDOLAMENTE NEL DECRETO SUL FEMMINICIDIO”
“Come si fa a inserire nel Decreto sul femminicidio la norma che sospende gli effetti della spending review, sulla riduzione delle spese e sul blocco delle assunzioni, per gli organi periferici dello Stato, sostanzialmente le Prefetture?”
Lo chiedono gli assessori regionali di Veneto, Lombardia e Piemonte, Roberto Ciambetti, Massimo Garavaglia e Giovanna Quaglia, già a suo tempo “sorpresi per il fatto che con lo stesso Decreto si facciano passare temi che nulla hanno a che vedere con la violenza di genere, come la proroga del commissariamento delle Province”.
“E’ amaro constatare – proseguono i tre amministratori regionali – che si usi questo provvedimento, che dovrebbe essere esclusivamente dedicato a un tema drammatico al fine di sottolinearne l’importanza, per veicolare furbescamente provvedimenti che altrimenti avrebbero avuto ben altra accoglienza. Chi, come noi nella Conferenza delle Regioni, si è trovato a dare un parere, non poteva esprimere una doppia posizione, e cioè approvare la norma sul femminicidio e respingere, invece, quella che vanifica parte della spending review per favorire gli uffici periferici dello Stato”.
“E’ un metodo vergognoso – concludono Ciambetti, Garavaglia e Quaglia –: con le norme anti spending review, infilate di soppiatto, lo Stato persiste nel chiamarsi fuori dal contenimento della spesa, imposto invece alle istituzioni periferiche, alla sanità, ai lavoratori, alle famiglie, agli istituti pensionistici. I sacrifici li facciano gli altri: questa è la scelta dello Stato. Una scelta per di più subdolamente camuffata, nella speranza che nessuno se ne accorga”.