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Mercoled 21 Novembre 2018
Grande Tagliamento: clamorosa operazione della Guardia di Finanza nel settore delle infrastrutture del Nord Est e di altre regioni

Oltre 400 i finanzieri del Comando Friuli Venezia Giulia impegnati nel Triveneto e in diverse altre regioni d'Italia per quella che è stata denominata “Grande Tagliamento” che, come è stato sottolineato nel corso di una conferenza stampa nella tarda mattinata, eleva a manifesto dell’indagine vicende di vera e propria spartizione dei lavori da realizzare a destra e a sinistra del Tagliamento, fiume che divide il Friuli Venezia Giulia dal Veneto.

Un'operazione che ha scosso, come avvenuto in altre situazioni, il settore delle costruzioni, con circa 150 gare d'appalto per la realizzazione o la manutenzione di opere pubbliche che, secondo gli inquirenti, sarebbero state alterate e sulle quali da oggi sono ufficialmente in corso le verifiche da parte delle Fiamme Gialle e della Procura di Gorizia che ha dato il via alla clamorosa inchiesta nella quale tra i reati si evidenziano l'associazione a delinquere, la turbativa d'asta, gli inadempimenti e le frodi nelle pubbliche forniture, i subappalti in violazione di legge e concussione.

Nel mirino vi sono anche alcune riguardanti opere e strade da realizzare nelle zone dell'Italia centrale colpite dal terremoto del 2016 tra cui la Tre Valli Umbre. Le verifiche degli uomini delle Fiamme Gialle si concentrano sulle gare indette in tre anni, dal 2015 al 2018.

Non c'è alcun rischio sicurezza relativo a opere e manufatti, ha comunque assicurato il Procuratore capo di Gorizia, Massimo Lia, al termine della conferenza stampa nel corso della quale ha pure sottolineato che "non sono state registrate infiltrazioni mafiose" nell'ambito delle indagini che, all'alba, hanno portato a oltre 200 perquisizioni in aziende e imprese in Friuli Venezia Giulia, Veneto e in altre regioni. Escluso, per il momento, anche il coinvolgimento di politici, sempre secondo quanto affermato dal procuratore Lia che però ci tiene a rimarcare che non tutte le opere finite al centro dell'indagine sono concluse, e che non ci sono provvedimenti di blocco o sequestri di cantieri. Le indagini, però, non sono affatto concluse.

"Le attività di monitoraggio sono partite da un cantiere in corso a Gorizia - ha spiegato il procuratore Lia -. Poi sono state monitorate anche altre opere, sempre a Gorizia e in provincia. Abbiamo monitorato molti progetti e questa attività di controllo ci ha portato in giro per il Fvg e in tutta Italia. Quello messo in piedi era un meccanismo rodato di spartizione degli appalti. Allo stato delle investigazioni, che sono ancora in corso per acquisire materiale e trovare riscontri, abbiamo constatato la presenza di imprese friulane e venete che avevano organizzato un sodalizio per spartirsi gli appalti, aggregando di volta in volta imprese locali che poi realizzavano i lavori in loco.

Le conseguenze sono molteplici, poiché – ha proseguito il Procuratore capo - allo stato attuale sono state accertate una serie di gravi problematiche nell'esecuzione di opere, realizzate con materiali non conformi. In altri casi sono le stesse opere a non essere non conformi ai progetti. E poi – ha concluso Lia - ci sono i reati connessi alle frodi nelle pubbliche forniture. Sotto l'aspetto ambientale, invece, abbiamo constatato situazioni in cui non si sono rispettati i protocolli richiesti e stabiliti per legge".

Dalle risultanze istruttorie sono decine le turbative d’asta tra le imprese coinvolte per effetto di pratiche collusive. Emerge però anche un pericoloso fenomeno di frode nella realizzazione delle opere appaltate con lavorazioni eseguite utilizzando talvolta materiali non certificati, difformi da quelli dichiarati e in quantitativi inferiori rispetto a quelli richiesti e fatturati, con conseguenti gravi violazioni anche di natura ambientale, il tutto con il comportamento a volte omissivo di coloro che avrebbero dovuto esercitare funzioni di controllo.

Ad essere oggetto di verifica tra da parte delle Fiamme Gialle le principali società autostradali del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, le società di gestione delle strade delle due regioni, nonché gli uffici del Commissario per l'emergenza della mobilità in A4 e del Commissario per l'emergenza traffico a Treviso e Vicenza. E poi le società che gestiscono gli aeroporti di Trieste-Ronchi, Venezia, Treviso, Verona e Bologna, nonché le società competenti per i Porti di Trieste (Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale) e il Consorzio per lo sviluppo economico del Monfalconese.
Nel pomeriggio Autovie Venete ha emesso una nota nella quale garantisce “massima disponibilità e collaborazione per quanto riguarda l'indagine” che riguarderebbe anche alcuni tratti di terza corsia.
"Siamo assolutamente fiduciosi nel lavoro della magistratura - ha affermato il presidente della Concessionaria Maurizio Castagna - e consapevoli, per quanto ci riguarda, di aver ben operato".
Gli uffici di Autovie Venete hanno fornito tutta la documentazione richiesta dagli inquirenti.

In merito alle indagini , CAV-Concessioni Autostradali Venete S.p.A., la società che gestisce in particolare il Passante di Mestre, ha precisato di risultare "parte offesa" nell'indagine, come peraltro riportato nel decreto di acquisizione di documentazione afferente alcune gare d'appalto, in particolare per manutenzioni del Passante di Mestre. "Naturalmente – ha sottolineato la Presidente Luisa Serato - CAV offrirà la più ampia collaborazione agli organi inquirenti fornendo tutta la documentazione richiesta e le informazioni del caso".
In merito all'operazione l'unica nota politica ufficiale è stata quella degli esponenti del Movimento 5 Stelle del Friuli Venezia Giulia Dal Zovo e Sergo i quali, nell'esprimere “preoccupazione per quanto sta accadendo”, hanno chiesto al Governatore Fedriga che “il Consiglio regionale e la popolazione vengano infornati”.

I consiglieri pentastellati hanno chiesto che Fedriga riferisca sia nel suo ruolo di Presidente di una Regione coinvolta non solo per le sue partecipate ma anche in quanto competente per le opere di costruzione, ampliamento, ristrutturazione e manutenzione dei porti e degli approdi marittimi, nonché per le concessioni di ghiaia. Il Presidente è poi Commissario Delegato per l’emergenza della mobilità riguardante la A4 (tratto Venezia – Trieste) ed il Raccordo Villesse – Gorizia, struttura anch’essa citata dai media nei fatti per cui è indagine, anche se presumibilmente riguardano tutti antecedenti alle sue nomine (in effetti il periodo che attualmente è oggetto di indagine è quello in cui il ruolo di Commissario era rivesti in quanto Presidente del Fvg da Debora Serracchiani ,ndr).

“Negli ultimi 5 anni sono stati molti gli atti presentati in Regione che riportavano fatti e circostanze molto simili a quelle che leggiamo oggi sui giornali. A seguito di quelle notizie avevamo chiesto alla Giunta la verifica degli appalti eventualmente coinvolti, delle opere realizzate e degli eventuali danni alla nostra Istituzione da tutto questo”. Rimarca Sergo

Dal Zovo richiama il caso dell’Aeroporto di Trieste - Ronchi, “che a quanto pare è tra le società entrate nel mirino della Procura, per sottolineare come negli anni si sia spesa per avere maggior trasparenza e chiarezza per tutto ciò che riguardava i bandi dell’Aeroporto e l’operato di FVG strade, essendo due partecipate strategiche della nostra Regione. “A questi atti cui non è mai seguito, alcuni accessi sono stati addirittura negati e quando ci sono stati le risposte sono state insufficienti ed evasive.” sottolinea Dal Zovo

“Ora, mentre le indagini proseguono il loro corso, si chiarisca e lo si faccia in fretta. La conformità dei materiali, la sicurezza delle infrastrutture e la regolarità degli appalti di questa Regione rimangono la vera priorità. Non sarebbe accettabile che per gli interessi illegali di pochi a rischiare siano i nostri cittadini” hanno concluso Dal Zovo e Sergo.




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