Grazie al successo straordinario, la mostra: “Fascismo, Resistenza e Libertà: Verona 1943-’45 “ a Castelvecchio sotto la guida di Francesca Rossi, sarà prorogata fino al 2 novembre.
E da quest’anno anche “ gli amici dell’uomo’ sono i benvenuti nei Musei Civici.
A cura di Cristina Parrinello
Il Museo di Castelvecchio si conferma cuore pulsante della cultura veronese, non solo per le sue collezioni storiche, ma anche per la capacità di raccontare, con rigore e sensibilità, le pagine più complesse del passato. Da circa quattro mesi, le sale del museo ospitano una mostra di grande successo, che ha attirato migliaia di visitatori e acceso un vivace dibattito cittadino: “Fascismo, Resistenza e Libertà”, un’esposizione che ripercorre gli anni cruciali della storia di Verona tra il 1943 e il 1945. La rassegna, fortemente voluta e sostenuta dalla direttrice Francesca Rossi, rappresenta uno dei momenti più significativi del percorso di rilancio culturale che il museo sta vivendo negli ultimi anni. Rossi, alla guida dei Musei Civici di Verona, ha saputo coniugare la tutela del patrimonio artistico con una visione contemporanea del museo come luogo di riflessione civile e partecipazione democratica. Curata da un team interdisciplinare di storici e storici dell’arte, con il supporto di un comitato scientifico internazionale, la mostra documenta i due anni finali del secondo conflitto mondiale, segnati dal crollo del fascismo, dalla nascita della Resistenza e dalla lotta per la libertà. Un periodo in cui anche Verona fu teatro di persecuzioni, deportazioni, atti di eroismo civile e profonde trasformazioni nel tessuto sociale e urbano. La Sala Boggian, che oggi accoglie l’esposizione, è essa stessa parte della narrazione. Nota come il Salone della musica, poi sede di eventi fortemente drammatici, come il Congresso del Partito Fascista Repubblicano e successivamente luogo in cui furono processati i gerarchi traditori, fu uno degli ambienti più colpiti dai bombardamenti alleati. Gravemente danneggiata, è divenuta simbolo delle ferite della guerra, ma anche della rinascita culturale della città. Il restauro e il riallestimento della sala con le decorazioni di Pino Casarini, avvenuti nel dopoguerra, portarono nel 1947 alla celebre mostra “Capolavori della pittura veronese”, che segnò una svolta nella storia espositiva cittadina e preparò il terreno per l’intervento straordinario di Licisco Magagnato e Carlo Scarpa, da cui nacque l’attuale identità del Museo civico. La mostra “Fascismo, Resistenza e Libertà” restituisce vita e voce a quegli anni drammatici attraverso un ricco percorso tra fotografie d’epoca, documenti inediti proposti attraverso linguaggi e tecnologie d’avanguardia, che ben rappresentano i momenti di tensione, di coraggio e di dignità di chi visse quella stagione di resistenza e speranza. Accanto a questa ricchissima documentazione, sono esposte alcune opere pittoriche sopravvissute alla guerra grazie alla “tutela attivata”, come “Eliodoro e il sacerdote di Onia” del Tiepolo o la “Dama delle Ninfee” di Rubens. “È un dovere restituire voce a quelle storie,” ha dichiarato la Direttrice Francesca Rossi. “Castelvecchio non è solo una rocca antica: è parte della storia viva di Verona. Riaprire la Sala Boggian con questa mostra significa anche riconciliarsi con il passato, comprenderne la complessità e onorare la memoria dei veronesi che lottarono per la libertà. Abbiamo coinvolto enti di ricerca, scuole, associazioni partigiane e cittadini, dando forma a un processo corale che riflette il senso profondo di un museo partecipato e radicato nella comunità”. L’affluenza continua, si parla di più di 87mila visitatori ( tra cui160 scolaresche), e il grande riscontro da parte dei giovani confermano la necessità, secondo l’assessora Marta Ugolini di prolungare la Mostra fino al 2 novembre 2025. La Direttrice Rossi ci spiega come l’aver allestito questa mostra, abbia posto le condizioni ottimali per approfondire non solo il periodo 1938-40 anni della “messa in sicurezza”, presso le ville e negli arcovoli murati dell’Arena, delle opere d’arte della provincia di Verona in vista dell’imminente guerra, ma anche l’arco di tempo tra il 1945-47 che portò alla riapertura al pubblico del Museo di Castelvecchio nel dopoguerra e l’inaugurazione di una mostra curata da Avena: “Capolavori della pittura veronese” che riunì oltre duecento opere museali provenienti da collezioni e chiese di Verona.
Infine la dottoressa Rossi con grande soddisfazione comunica che in aderenza al regolamento comunale di Verona per la tutela degli animali, aggiornato recentissimamente (12 giugno 2025) anche il Museo Civico di Castelvecchio ha agevolato il condizionato accesso nei percorsi espositivi e negli spazi di accoglienza agli “amici dell’uomo” accompagnati dalladal loro proprietario. Tale iniziativa è stata accolta con particolare interesse e soddisfazione dall’Ordine dei medici Veterinari di Verona che ha concesso il patrocinio assicurando il proprio sostegno.