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Mercoled 22 Maggio 2019
Jesolo dialoga con tre grandi Maestri della scultura

L’incontro con l’arte contemporanea, avviato nel 2018 tra l’Associazione Culturale FAIarte A.P.S. con la Direzione Artistica di Andrea Vizzini e la Città di Jesolo, che fa parte della riviera veneziana, vede un prosieguo nel 2019 nel dialogo con la grande scultura figurativa del Novecento italiano.
Lo fa ospitando nelle principali piazze a ridosso delle celebri spiagge lagunari, otto opere monumentali di tre protagonisti dell’arte plastica italiana: Giacomo Manzù, Francesco Messina e Augusto Perez.
Per tre mesi, tale è il periodo in cui le opere saranno a diretto contatto con il pubblico, ogni autore farà vivere un luogo rappresentativo della città.
Manzù (1908 – 1991) sarà accolto in Piazza Marconi, Perez (1929 – 2000) in Piazza Drago e Messina (1900 – 1995) in Piazza Carducci.
Primeggeranno i lavori emblematici di ognuno, come il Grande Cardinale seduto di Manzù, un’opera in bronzo di oltre due metri, Adamo ed Eva di Messina, in granito rosso, e La Notte (Edipo e la Sfinge), una grande porta in bronzo nero di Perez che si estende per quasi quattro metri. Una rassegna a tre voci a cura di Alberto Fiz, per la quale sono stati selezionati lavori di grande potenza espressiva in grado di dialogare con lo spazio pubblico e, nello stesso tempo, creare una relazione intima tra loro in un percorso per molti versi inusuale.
Le sculture abiteranno Jesolo creando familiarità con un pubblico vario; insieme agli esperti d’arte, non mancheranno turisti e vacanzieri (quasi un milione coloro che frequentano Jesolo nei mesi estivi) attraendoli con la propria forza emotiva di indiscutibile spessore. Tempi interessanti per la nostra storia è il titolo del progetto che evoca May you live in interesting times, che a sua volta fa da filo conduttore alla 58^ Biennale veneziana che si sta svolgendo a pochi chilometri di distanza da Jesolo. “La nostra storia artistica recente è oggetto di un intenso dibattito caratterizzato da un atteggiamento piuttosto schizofrenico che oscilla tra oblio e scintillanti recuperi”, spiega Alberto Fiz. “In quest’ultimo caso è sufficiente ricordare il successo recente di Carol Rama in Italia o la vera e propria adorazione nei confronti della novantenne Yayoi Kusama diventata persino un fenomeno social”. Per quanto riguarda la storica manifestazione veneziana, Manzù, Messina e Perez sono stati, in anni diversi, protagonisti acclamati. C’è stata un’occasione che li ha visti contemporaneamente presenti: era l’edizione del 1956, durante la quale a Manzù e Messina veniva dedicata una mostra personale (edizione in cui esponevano anche Arnaldo Pomodoro, Pietro Consagra e Emilio Greco che ottenne il primo premio per la scultura), mentre l’allora ventisettenne Augusto Perez fu ammesso per concorso con il grande gesso andato perduto Donna in bicicletta. “Pressoché coetanei Messina e Manzù, più giovane di loro Perez che di Manzù fu un ammiratore, i tre artisti sono accomunati da una figurazione inquieta e da un ripensamento complessivo dell’immagine che si sottrae ad ogni forma di facile compiacimento”, afferma Alberto Fiz. La rassegna consente di rileggere la loro opera in un contesto inedito, scevro da pregiudizi, che evidenzia l’autonomia dei linguaggi e il desiderio di cogliere, come direbbe Franco Russoli, “il mistero nell’eterno fenomenico”.
E’, dunque, una riflessione sulla storia, sulla classicità ma anche sulla natura stessa dell’uomo. Insieme al Grande cardinale seduto che ripropone il soggetto più noto di Manzù, lo scultore bergamasco è presente a Jesolo con Tebe seduta e Tebe in poltrona che appartengono ad un ciclo di opere degli anni ottanta dedicate alla giovane modella Tebe particolarmente apprezzata da Cesare Brandi che le definì “grandi eventi dell’arte”. Di particolare significato, poi, Adamo ed Eva di Messina, tematica presente nella ricerca dell’artista sin dal 1947 e rielaborata in periodi differenti della propria vita. Le due figure escono dall’iconografia classica e sono raffigurati come amanti che guardano verso il cielo in una meditazione che coinvolge il presente. Decisamente più drammatica La Notte (Edipo e la Sfinge) a cui Perez ha lavorato per due anni, dal 1981 al 1983. E’ un’opera che introduce lo spettatore nella caverna segreta della sua arte, dove ogni elemento apre uno scenario d’infinite possibilità; queste coinvolgono il destino della scultura con risvolti storici e mitologici. “La porta”, ha scritto Perez, “diventava un labirinto. Edipo e la Sfinge vedono sulla porta se stessi e persino la porta”. L’esposizione realizzata grazie ad un intento congiunto del Sindaco Valerio Zoggia e dell’Assessore alla Cultura Otello Bergamo si è avvalsa della direzione artistica di Andrea Vizzini e la collaborazione dello Studio Copernico di Milano.
La mostra intende restituire a Jesolo il ruolo di protagonista, anche nell’ambito dell’arte e della cultura, al pari delle più importanti città italiane, che guardano al turismo. Insieme alla mostra principale, altre quattro piazze dialogheranno con le sculture monumentali di Giacinto Bosco e Bruno Lucchi a cura di Boris Brollo, che vedrà l’inaugurazione il 14 di luglio.



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