AI TEMPI DEL CORONAVIRUS PAGHIAMO LA MANCANZA DI ALBERI
Di questi giorni la pubblicazione di alcune autorevoli Università italiane che hanno lanciato l’allarme sulla relazione diretta fra la diffusione del coronavirus e la presenza nell’aria di forti concentrazioni di PM10 e PM2,5. Alla ricerca hanno collaborato studiosi degli atenei di Bologna, Milano, Bari e Trieste nonché esperti della Società Italiana di Medicina Ambientale. La tesi troverebbe conforto nel fatto che in Veneto e Lombardia, l’area storicamente più inquinata d’Italia e d’Europa, i focolai sono risultati particolarmente virulenti con accelerazioni anomale, rafforzando appunto l’ipotesi di una diffusione correlata ad un veicolante potente costituito dalle PM10 ben oltre il limite di legge. Le dichiarazioni dei ricercatori sono state prontamente smentite da una nota della Ias (Sociètà italiana di aerosol), firmata da 70 scienziati di vari enti e istituzioni.
Non si vuole entrare in polemiche, che risultano del tutto sterili, vista la drammaticità della situazione in atto. E’ doveroso tuttavia ricordare che numerosi studi hanno evidenziato la capacità di cattura degli inquinanti atmosferici da parte delle piante: esse abbattono il particolato sospeso in atmosfera modificando i flussi d’aria, aumentando la turbolenza ma anche abbattendolo direttamente sulle proprie superfici, in particolare sulle foglie. La capacità di filtro della vegetazione aumenta con l’incremento di copertura del fogliame ed i grandi alberi con chioma sviluppata intercettano un maggiore volume di aria, causando la caduta a terra delle polveri e del particolato.
Piantumazioni, spazi verdi e parchi sono la risposta più efficace ai problemi dell’inquinamento, ma troppo spesso ignorati da Amministrazioni e Governi. Verona, in particolare, ha urgente bisogno di un bosco urbano come previsto dalla normativa regionale, che continua ad essere differito nel tempo. Quanto sta succedendo dimostra in maniera chiara che tali scelte non sono più differibili. Per quanto riguarda il massiccio taglio di Alberi per la realizzazione del filobus, seminare pianticelle che cresceranno negli anni pregiudica l’ecosistema cittadino, favorendo la nascita di emergenze come quella terribile che stiamo vivendo. Verona ha bisogno di verde e ne ha bisogno subito. L’appello alla sensibilità dei nostri Amministratori è, una volta tornati alla normalità, di non dimenticare la lezione che ci viene impartita in questi giorni che è quella di non perdere tempo. E’ necessario procedere una volta per tutti con interventi radicali e a lungo termine.