“San Giò Verona Video Festival” 2022: porte aperte al “giovane cinema”. La grande iniziativa, alla sua XXVIII edizione, promossa da Cineclub Verona e curata da Ugo Brusaporco.
Ugo Brusaporco, ideatore dell’evento: “San Giò Verona Video Festival”, 28ª edizione, è manifestazione, che si occupa, fin dal suo inizio, nel 1995, di produzioni digitali di film di corto e lungometraggio, di documentari, fiction, sperimentali e di animazione. La novità, quando abbiamo iniziato, era di aver chiara la frattura, per costi e qualità, che si era sviluppata, tra le produzioni in pellicola, i film, storicamente, e le produzioni video digitali, che fin dall’inizio si liberavano dal classico peso della pellicola, in nome di una libertà espressiva non più frenata dall’industria. L’evoluzione ha un po’ cambiato la situazione: il digitale ha preso due strade, quella dell’industria cinematografica e quello della produzione personale, che si divide ulteriormente in una produzione fine a se stessa (pensiamo ai telefonini) e quella di qualità, pensiamo alle produzioni delle scuole di cinema e a produzioni indipendenti di grande interesse per la scelta del linguaggio, la posizione sociale e politica, per una coscienza espressiva ed a questa produzione, cui noi, oggi, abbiamo puntato. Quanto alla denominazione della manifestazione “San Giò Verona Video Festival”, “San Giò” vuole essere un omaggio al luogo, in cui il Festival è nato: San Giovanni Lupatoto, in un momento di particolare effervescenza culturale della cittadina alle porte di Verona, che lasciammo per la città di Verona dopo quattro anni per la possibilità di avere un pubblico internazionale e per la maggior facilità di sistemazione per le Giurie e gli ospiti. Fu una scelta, dovuta anche all’essenza della manifestazione, la prima in Italia, a capire la rivoluzione in atto, negli, anni in cui moriva la pellicola e prendeva il suo posto il video, il digitale, un digitale, il nostro, che non prevede tappeti rossi e grandi divi e dive da esporre. In 28 anni ci siamo caricati di ricordi e sempre di nuovi, futuri, attraverso migliaia di opere presentate, provenienti, da ogni dove nel mondo. Quest’anno, per la prima volta, a Cannes, si è visto un magnifico film del Costa Rica: Noi, il centro America…, quel Paese, da tanto prima, da noi, intercettato, perché proprio il video ha aperto strade a nuove situazioni richiedendo. degli sforzi economici adatti a tutti. Certo oggi ci giocano le grandi produzioni con mezzi ben più potenti, ma anche Wim Wenders mostrò quanto poco basti, per fare un grande film, con una piccola macchina digitale. Al “San Giò Verona Video Festival”, che si è svolta in Santa Maria in Chiavica, nei giorni scorsi, ad ingresso gratuito, si è visto grande cinema, si è scoperto un’animazione diversa dalla disneyana e attrici e attori, di caratura incredibile. Erano in competizione, film dai cinque Continenti, Il Festival si è aperto, con un omaggio a Davide Nicolini, il musicista veronese, da anni docente all’Università di Colima in Messico, recentemente scomparso. Si sono visti lungometraggi e cortometraggi e fra i documentari, “Margarethe von Trotta Age of Women”, della pluripremiata regista Cuini Amelio Ortiz. Il film era originariamente programmato al Festival di Berlino, a febbraio, ma come una decina di altri importanti titoli, è stato tagliato, insieme a cinque giorni di Festival, per timore della pandemia. Un’altra regista è stata protagonista: Dijn Sganzerla, che ha portato al festival il suo “Mulher Oceano” (Ocean Girl), un film, girato tra Brasile, e in Giappone. D. Sganzerla, la figlia del grande regista Rogério Sganzerla, di origine veneta. Sempre dal Sudamerica “When in Venice”, lavoro di Juan Zapata e film d'amore, giocato tra le calli e i canali di Venezia. Il Festival si è chiuso con “Isole” (2021), di Mario Brenta e Karine De Villers, alla presenza degli autori”. Una grande manifestazione, dunque, a livello, diremmo, superinternazionale, che, con la proiezione, la valorizzazione e la valutazione di film, da tutto il globo, non solo ha creato, in passato, e crea, oggi, grazie ad Ugo Brusaporco, ideatore dell’evento e direttore artistico, conoscenza, cultura, comprensione fra genti e onore per la Verona della grande storia e della grande arte.
Pierantonio Braggio