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Calcio a Ferrara

Società Polisportiva Ars et Labor 1907 (SPAL 1907 o, più semplicemente, SPAL), club calcistico italiano con sede a Ferrara.

La società attuale è stata costituita nel 2005 a seguito del fallimento della vecchia SPAL.
Storia

Il nucleo originale di quella che sarebbe poi divenuta la SPAL vide la luce nel 1907 per iniziativa di un sacerdote salesiano, Pietro Acerbis, all’epoca direttore dell’oratorio ferrarese di via Coperta: questi fondò un circolo religioso-culturale dal nome Ars et Labor che successivamente, un paio d’anni dopo, ad opera del nuovo direttore, divenne “Polisportivo Ars et Labor” e aggiunse alle attività artistiche anche quelle sportive, inizialmente atletica e ciclismo. I colori sociali adottati furono il bianco e l’azzurro, ovvero quelli dello stemma dell’ordine dei Salesiani. La sezione calcistica fu istituita nel 1912, quando il ramo sportivo si staccò dall’oratorio e si costituì in “Società Polisportiva Ars et Labor”. Inizialmente la squadra di calcio fu conosciuta con il nome di Associazione Calcio Ferrara. Si dovette attendere il 1919 e la fine della Grande Guerra perché anche la sezione calcistica uniformasse il suo nome a quello di tutta la polisportiva. La prima partita di calcio ufficiale giocata con la denominazione attuale fu SPAL - Triestina 1-4, 16 giugno 1919.

Tra il 1920 e il 1925 la SPAL militò in Serie A: in quel periodo il suo massimo risultato fu la semifinale del campionato nazionale (1922), persa contro la Sampierdarenese. Retrocessa nel 1925, non entrò nella composizione della serie A a girone unico nel 1929 e fu assegnata al campionato di serie B. Da quel momento, e per più di un decennio, la SPAL andò incontro a una lunga storia di retrocessioni, cambi di nome e, perfino, di colori sociali (per un periodo la squadra, con il nome di Associazione Calcio Ferrara adottò maglie a strisce bianco-nere in omaggio ai colori civici della città estense), finché nel secondo dopoguerra, nel 1946, si tornò al bianco-azzurro e al nome SPAL.

Lo stemma della vecchia SPAL
Sotto il nuovo presidente - ed ex allenatore della squadra - Paolo Mazza la SPAL tornò in serie B e, nel 1951, di nuovo in serie A, per l’occasione inaugurando il suo nuovo stadio, il Comunale. Nel frattempo aveva realizzato un importante colpo di mercato, cedendo per circa due milioni dell’epoca il centravanti Mario Astorri alla Juventus, che era costato un anno prima appena 25.000 lire. Il quindicennio successivo vide la SPAL alla ribalta del calcio nazionale: il portiere Bugatti (poi venduto al Napoli), prelevato dal Seregno nel settembre 1951, fu chiamato in Nazionale dopo soli nove mesi di permanenza in maglia bianco-azzurra; un gran numero di giocatori vennero valorizzati dalla società ferrarese e andarono poi a raccogliere successi nelle squadre più famose, come Armando Picchi (Inter, Juventus), Fabio Capello (Roma, Juventus, Milan), Albertino Bigon (Milan), Saul Malatrasi (Milan), Ottavio Bianchi (Napoli, Milan) e Luigi Del Neri (Udinese).

Nel 1962 la SPAL raggiunse la finale di Coppa Italia, perdendo contro il Napoli, allora militante in Serie B. In campionato il suo miglior piazzamento fu il quinto posto - a pari merito di Padova e Bologna - nel 1959/60 dietro la Juventus campione d’Italia, la Fiorentina, il Milan e l’Inter: il dato è significativo, perché si trattava delle quattro squadre che vinsero tutti gli scudetti del decennio precedente. Nel 1963, tra l’altro, il vecchio disegno delle maglie a tinta unita azzurra con bordi bianchi lasciò il posto a quello a strisce verticali. Un campionato di serie B nel 1964/65 fu il preludio al definitivo ritorno alla cadetteria della squadra ferrarese: tornati in serie A nella stagione successiva, la SPAL retrocesse definitivamente nel 1968 e da quel campionato non sarebbe mai più tornata nella massima serie. Dopo la serie B arrivò pure la serie C, che divenne C1 nel 1979 e C2 nel 1984. Del 1989 è il peggior risultato sportivo della SPAL, ovvero il decimo posto nel campionato di Serie C2.

Nel 1990 la società fu rilevata da Giovanni Donigaglia, presidente di una cooperativa di costruzioni del Ferrarese, e in due stagioni fece il doppio salto dalla C2 alla C1 e da questa alla Serie B, anche se la squadra non era attrezzata al meglio per la serie cadetta, tanto che retrocesse subito. Dopo aver ceduto la società a Vanni Guzzinati nel 1996, Donigaglia ne riassunse la presidenza nel 1997 a seguito del campionato disastroso disputato dalla squadra, che culminò con la retrocessione in C2. L’allenatore Giovanni De Biasi riportò subito la squadra in C1 e, nel 1999, la condusse alla vittoria della Coppa Italia Serie C. Il giocatore più interessante proveniente dalle file della SPAL di quel periodo fu certamente Sergio Pellissier, attualmente in forza al Chievo. Dopo alcuni tentativi falliti di scalata alla serie B e rovesci finanziari, nel 2005 la società fu dichiarata fallita dal tribunale e la squadra esclusa dal campionato di serie C1. Utilizzando la facoltà prevista dal cosiddetto “Lodo Petrucci”, fu costituita la Società Polisportiva Ars et Labor 1907, che della vecchia SPAL prese il titolo sportivo. La squadra fu iscritta al campionato di serie C2 2005/06, categoria nella quale milita attualmente.


Stadio
Dal 1982 lo stadio comunale di Ferrara è intitolato a Paolo Mazza, il presidente dei quindici anni di serie A della squadra. È attivo dal 1928, sebbene - come detto - la SPAL lo occupi in pianta stabile dal 1951.

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