I cani randagi finiscono nel mirino. A lanciare una crociata contro animali che hanno già sofferto è il Comune di Vivaro, ma l'iniziativa potrebbe anche estendersi se altri Municipi della Destra Tagliamento dovessero seguire la stessa strada. In pratica l'amministrazione vivarina ha chiesto di poter abbattere i cani randagi dopo un anno. «Se nessuno li adotta entro il termine di 12 mesi dal momento in cui vengono rinvenuti e custoditi in canile, vengano soppressi». Questa la proposta shock contenuta in un ordine del giorno approvato dal consiglio comunale e ora inviato a Regione, Provincia e Comuni di tutto il Friuli Venezia Giulia, con l'obiettivo finale di modificare la legge 39 del 1990, che cercava di prevenire e combattere il fenomeno del randagismo e istituiva l'anagrafe canina. La proposta è del capogruppo di minoranza Walter D'Agnolo che l'ha motiva con le gravi difficoltà economiche attraversate dagli Enti locali, "alle prese con carenze di risorse tali da minacciare non solo il regolare mantenimento degli animali in canile, ma perfino i servizi essenziali destinati agli umani. Secondo i proponenti, inoltre, è da ritenersi discutibile la condizione di vita, non adeguata ed in linea col benessere dell'animale, nelle strutture previste dalla legge, anche se pienamente rispondenti alla norma, per un periodo prolungato. Da qui la richiesta di correggere la normativa vigente, chiedendo l'abbattimento dei cani dopo che sia trascorso il periodo di 12 mesi dal giorno del loro ricovero in struttura, senza che ci sia stata l'adozione.
La "strage" che ne deriverebbe pone le basi su precise valutazioni economiche: il Comune di Vivaro spende ogni anno 10 mila euro per mantenere in canile i dieci animali di sua competenza, sborsando quindi 2,50 euro per randagio al giorno. Cifre che il proponente dell'ordine del giorno ritiene fuori dalla portata delle esangui casse comunali. Situazione nella quale si troverebbero, a sentire i proponenti del documento, buona parte degli Enti locali della nostra regione, salvo rare eccezioni. In realtà, il primo oppositore di questa proposta, che qualcuno, in paese, non ha esitato a definire agghiacciante, è lo stesso sindaco di Vivaro, Ezio Cesaratto, che si è astenuto, lasciando che il documento venisse approvato coi voti favorevoli di nove consiglieri e quello contrario della sola Sara Cesaratto.
Le polemiche sono subito esplose a cominciare dalla Lav. Il delegato pordenonese Guido Iemmi, dichiarandosi allibito, ha minacciato di mandare tutti in Procura. «Oggi i cani, domani chissà chi?: gli extracomunitari, gli anziani e chi più ne ha, più ne metta, è stato l'esordio provocatorio del portavoce della Lega Antivivisezione. «Questi signori ha aggiunto - sono talmente convinti della loro geniale pensata che addirittura la propongono alle altre amministrazioni comunali, paladini di questa battaglia per sopprimere i cani. Non c'è limite all'indecenza». Poi va avanti. «Prendiamo atto che nel Comune di Vivaro c'è una grave ignoranza delle norme italiane ha proseguito Iemmi - visto che nel 2004 è stata promulgata la legge 189 contro i maltrattamenti agli animali. Una norma che li tutela e prevede sanzioni pesantissime per i trasgressori. Auspichiamo che questi amministratori prendano coscienza dell'errore, facciano un marcato passo indietro e chiedano scusa per aver lanciato una simile barbara proposta. L'ordine del giorno, in ogni caso, sarà impugnato in Tribunale, affinché non si creino dei pericolosi precedenti».Lorenzo Padovan