Mercoledì 20 gennaio alle 18 in sala Ajace A “GLI INCONTRI CON L’AUTORE” GUIDO CERVO E IL SUO “I PONTI DELLA DELIZIA”
Un romanzo avvincente, di veloce lettura. Un quadro efficace di un evento, la Prima Guerra Mondiale, fondamentale e traumatico per il nostro Paese, ma visto da una prospettiva insolita grazie a personaggi assolutamente comuni. È quello raccontato ne “I ponti della Delizia” dello scrittore Guido Cervo, ospite del prossimo incontro degli “Incontri con l’autore” in programma mercoledì 20 gennaio alle 18 come sempre in sala Ajace dalla biblioteca civica “Joppi” e dall’assessorato alla Cultura del Comune di Udine. L’autore sarà presentato da Claudio Zannier dell’associazione storica “Tiliaventum”.
Guido Cervo, classe 1952, è uno dei più noti e prolifici autori di romanzi storici. Vive e lavora a Bergamo, dove è insegnante di Diritto ed Economia politica. La storia lo attrae da sempre, soprattutto quella antica, in cui affondano le radici etniche, culturali, politiche e religiose della civiltà europea. Storici sono dunque i suoi romanzi tutti pubblicati da Piemme: "Il legato romano", "La legione invincibile", "L'onore di Roma" (premio Selezione Bancarella del 2005), "Il centurione di Augusto", "Il segno di Attila", "Le mura di Adrianopoli" e il suo ultimo romanzo "L'aquila sul Nilo". Le situazioni dei suoi romanzi sono frutto di scrupolose ricerche storiche. I personaggi sono in parte inventati, in parte corrispondenti a figure realmente esistite. In ogni caso, la costruzione delle storie dei protagonisti, anche se inventata, comprende minuziosamente fatti storici realmente accaduti.
È così anche per “I ponti della Delizia” ambientato sul fronte di Caporetto, dove si abbatté la terribile offensiva austro-ungarica. Il nemico che gli italiani avevano creduto sfiancato, si è ripreso e ora, complice pioggia e nebbia, cala su truppe infreddolite, demotivate e stanche, impreparate a tanta potenza di fuoco. C'è una babele di dialetti nelle trincee, uomini che maledicono, danno ordini, pregano, e spesso neanche si capiscono tra loro. In poche ore i soldati italiani si trovano in fuga, non si parla più di sconfitta ma di disfatta. I "tugnit" avanzano. I soldati allo sbando invadono città e paesi friulani ormai quasi deserti, razziano, devastano, dei civili chi può si dà alla borsa nera, gli altri se ne vanno, lasciando tutto. Per sfuggire ai carabinieri, che nel caos tiranneggiano e si lasciano anche andare alla ferocia, il socialista Santini e il sergente bergamasco Tarcisio, il protagonista della storia intervenuto a difenderlo, si arruolano negli arditi, quelli che si rifiutano di dare le spalle al nemico e gli vanno invece incontro a testa alta.