Sono poche le fondazioni liriche in Italia che riescono ad allestire due produzioni contemporaneamente. A Trieste si fa. Mentre sul palcoscenico andava in scena “Les Pêcheurs de Perles" di Bizet, nell’ambito della rassegna “l’opera in un atto” è stato presentato al pubblico tergestino, l’intermezzo di Ermanno Wolf- Ferrari, “Il segreto di Susanna”.
Dalla prima a Monaco di Baviera ad oggi sono passati 112 anni, e questo lavoro ha ancora un suo fascino, che sa coinvolgere il pubblico. In questo breve lavoro Wolf-Ferrari, dove i protagonisti sono la leggerezza e l’ironia, riesce a trasmettere degli apprezzati sprazzi melodici degni dell’operetta più nobile.
E’ andato In scena, sul palco del teatro Verdi di Trieste, tra l’entusiasmo e gli applausi del pubblico, l’opera poco conosciuta “Il segreto di Susanna” di Ermanno Wolf-Ferrari.
La serata della prima si è caratterizzata da una brillante esecuzione orchestrale con il giovane maestro Takayuki Yamasaki, le eccellenti performance dei protagonisti, il soprano Marie Fajtova, in Susanna, il baritono Alessio Cacciamani, il conte Gill e il loro servo Sante, il mimo Motoharu Takei.
La trama è molto semplice: un uomo crede che la moglie lo tradisca; una donna, che con la complicità del suo servo, cerca di nascondere al marito il proprio vizio per il fumo.
Forse l’opera è un’indagine moderna sulle dinamiche familiari del nostro tempo, dove non tutto avviene alla luce del sole, e molto spesso dove il sotterfugio e la menzogna la fanno da padrona. Il fumo era l’occasione per mettere in scena un gioco sul consueto dramma della gelosia.
Mentre la musica seguiva il corso del conflitto domestico che spaziava dalle esplosioni violente e gli scatti d’ira del conte ai momenti romantici in cui i protagonisti sono in sintonia.
Marie Fajtova che interpretava la contessa Susanna, con una parte molto insidiosa, ha saputo reggere il palco e presentarsi in un’eccellente performance. Il soprano aveva una voce colorita e un bel vibrato che ha saputo rendere l’interpretazione piacevole e convincente.
Il conte Gill, è stato ben interpretato dal baritono Alessio Cacciamani specie nel fraseggio e nella recitazione brillante. Qualche acuto fuori posto non ha minimamente scalfito l’esibizione.
Il servo Sante, interpretato da Motoharu Takei, con la sua ottima presenza e la sua grazia nell’espressione, è stato divertente e piacevole.
Il giovane maestro, Takayuki Yamasaki, ha saputo dirigere l’orchestra del teatro, trasmettendo al pubblico la “leggerezza garbata” della partitura. Se qualche sbavatura c’è stata, la direzione nel suo complesso è stata brillante ed equilibrata.
L’allestimento che era firmato da Daniele Guerra, nella sua semplicità ha saputo valorizzare l’interazione tra i personaggi, facendo risaltare il carattere spigliato di ogni singolo personaggio.
Le scene e i costumi, molto sobri, che portavano la firma di Angelo Canu, erano funzionali e azzeccati per questo spettacolo divertente e piacevole.
Anche se gli spettatori erano pochi, l’entusiasmo del pubblico ha saputo apprezzare l’allestimento di quest’intermezzo.
Mauro Bonato
(L'opera
Musica di Ermanno Wolf-Ferrari
Intermezzo in un atto su libretto di Enrico Golisciani
(La prima rappresentazione si tenne in tedesco, su traduzione di Max Kalbeck col titolo Susannens Geheimnis, al Nationaltheater di Monaco di Baviera, il 4 dicembre 1909)
Sede degli spettacoli: Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
Regia: Daniele Guerra
Scene e costumi: Angelo Canu
Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
Orchestra e tecnici del Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste)