Una camminata, una mammografia, un concerto. Cosa possono avere in comune? La risposta, per chi conosce lo spirito dell’Ottobre Rosa, è semplice: la cura.Anche quest’anno, Verona e provincia si preparano ad un mese di prevenzione, consapevolezza e vicinanza. Mercoledì 1° ottobre, in Piazza Bra, prenderà il via ufficialmente la rassegna con un incontro pubblico. Alle 19.15, l’Arena si illuminerà di rosa. Un gesto simbolico ma capace, ogni anno, di parlare alla città.La Breast Unit dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona, che nel 2025 compie dieci anni, propone un programma articolato: visite senologiche gratuite, incontri informativi, una mostra fotografica dal titolo eloquente: “Dolore e bellezza: la foto che cura”. Perché anche l’arte, a modo suo, accompagna la guarigione. L’Ulss 9 Scaligera estende l’invito allo screening mammografico anche alle donne tra i 45 e i 49 anni, con l’obiettivo di anticipare le diagnosi e migliorare i percorsi di cura. Il 28 ottobre è prevista una giornata di screening congiunto per mammella e cervice uterina. Intanto, i consultori pubblicano “pillole video” per aiutare chi vive la malattia a orientarsi tra emozioni e fragilità.Ma il cuore dell’Ottobre Rosa ,come sempre, batte anche grazie all’impegno silenzioso di associazioni e volontari.C’è AIRC, che unisce spettacoli, raccolte fondi e informazione.C’è ANDOS, che aiuta le donne a prenotare gli esami e organizza incontri nei comuni e nelle parrocchie.Ci sono le corse rosa del circuito UISP, che attraversano la provincia da Zevio a Bardolino: piccoli passi per un messaggio che arriva lontano.E poi ancora: mostre, concerti, camminate, yoga, serate divulgative, banchetti di ciclamini, teatro, fotografia, parole. Tutto contribuisce a costruire una cultura della prevenzione che non è mai solo sanitaria. Ottobre Rosa è un’occasione per ricordare che prendersi cura di sé non è egoismo. È un atto di rispetto verso la vita. Un invito a fermarsi, ascoltarsi, scegliere. La prevenzione inizia da un gesto semplice, da una decisione quotidiana. Ma può diventare molto di più, se condivisa.Se l’Arena si colora di rosa, possiamo farlo anche noi. Con una parola gentile, un’informazione passata di mano in mano, una visita prenotata in tempo.Perché a volte, la differenza, la fa chi si prende cura prima.