Reato di femminicidio. Convegno, organizzato da Ve.G.A - Veronesi Giuriste Associate, per giovedì 6 novembre, alle 14.30, presso il Palazzo di Giurisprudenza dell’Università di Verona
"Verona, 4 novembre 2025 – Deve ancora ottenere il via libera della Camera, ma il nuovo reato di femminicidio fa discutere e divide il mondo giuridico e politico. C’è chi lo considera un passo di civiltà, capace di colmare una lacuna normativa riconoscendo la specificità della violenza di genere, e chi invece ritiene che lo stesso obiettivo si potesse raggiungere rafforzando le aggravanti già previste per l’omicidio. Altri ancora temono che la nuova norma finisca, per complicare i processi o creare disparità nel trattamento dei reati. Il disegno di legge 14332025, che introduce, nel Codice penale l’articolo 577-bis e istituisce il reato autonomo di femminicidio, sarà al centro del convegno «Il nuovo reato di femminicidio. Voci a confronto», organizzato da Ve.G.A - Veronesi Giuriste Associate, in collaborazione con l’Università di Verona. L’appuntamento è in programma giovedì 6 novembre, alle 14.30 nel Palazzo di Giurisprudenza di Via Carlo Montanari 9. L’incontro, che si inserisce nelle iniziative per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza, contro le donne, giunge a pochi giorni dal femminicidio di Jessica, a Castelnuovo del Garda, tragico omicidio che ha riacceso l’urgenza di un’azione culturale e giuridica contro la violenza di genere. «Il dibattito ci impegna a guardare la realtà da più prospettive – afferma l’avvocata Sara Gini, presidente di Ve.G.A –. Sul nuovo reato di femminicidio convivono visioni diverse, ma il dibattito è importante e consente il confronto, di valutare gli argomenti e anche di migliorare le proposte. Abbiamo voluto far emergere queste posizioni, nel rispetto delle differenze, con un obiettivo comune: capire come rendere davvero più efficace la tutela delle donne. Questo confronto, alla vigilia del 25 novembre, è il modo più concreto per trasformare la ricorrenza, in riflessione e responsabilità». Dopo i saluti istituzionali, prenderanno la parola: l’avvocata Aurora d’Agostino, del Foro di Padova e co-presidente dell’Associazione Nazionale Giuristi Democratici, che interverrà, con una relazione dal titolo «Femminicidio: dalla cultura alla definizione normativa (e ritorno) – note e criticità del disegno di legge governativo». «La mia non è una posizione contraria all'introduzione del termine "femminicidio" – spiega D’Agostino –, ormai usato comunemente anche in giurisprudenza, nel linguaggio giuridico, ma credo che, proprio per la sua importanza, andasse costruito un percorso di approfondimento più ampio, un confronto con i centri antiviolenza, le associazioni e gli operatori che quotidianamente si occupano di questi casi. Non si può semplicemente prendere la parola “femminicidio” dal dibattito culturale e trasferirla nel linguaggio giuridico, senza prevedere anche risorse e strumenti adeguati, perché quella cultura diventi davvero parte della giurisdizione». Dal punto di vista tecnico, aggiunge, «emergono diverse criticità. Nei processi, per femminicidio, sarà necessario indagare in profondità il contesto e le motivazioni, con il rischio di rendere le procedure ancora più complesse. È positivo che vengano riconosciuti determinanti alcuni comportamenti, ma ci troveremo di fronte a difese che contesteranno ogni singolo aspetto. Inoltre, passa l’idea dell’ergastolo automatico, che il nostro ordinamento non prevede: la pena dell’ergastolo, tra l’altro, viene già oggi applicata nei casi più gravi sulla base delle aggravanti ordinarie». Il dott. Francesco Menditto, già procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Tivoli, interverrà con una relazione dal titolo «Riflessioni sul delitto di femminicidio». «Ritengo che la norma approvata dal Senato, cui ho dato il mio contributo, come altri professionisti tra giudici, magistrati e professori universitari – che auspico venga presto confermata anche dalla Camera – sia pienamente coerente con i principi del nostro ordinamento», spiega Menditto, che aggiunge «Per la prima volta viene introdotta una definizione esplicita del delitto di femminicidio, finora assente nel nostro sistema giuridico. Dare un nome a questo fenomeno significa anche comprenderne le cause profonde: il legislatore ha individuato le cause della violenza contro le donne, riconoscendo come queste stesse cause siano spesso all’origine di maltrattamenti, stalking, violenze sessuali e altri reati di genere. Il disegno di legge, inoltre, introduce aggravanti specifiche – come odio, discriminazione, possesso, controllo o il rifiuto di accettare la separazione – che costringeranno tutti gli operatori del diritto, dai magistrati agli avvocati, a indagare le radici della violenza. Solo conoscendole potremo svelarle e punirle». A seguire, la senatrice Cecilia D’Elia, vicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta, sul femminicidio, parlerà di «Femminicidio: la potenza di una parola». Il prof. Roberto Flor, professore di diritto penale all’Università di Verona parlerà di «Il femminicidio fra disvalore del fatto e disvalore dell’autore». Moderatrice sarà l’avvocata Federica Bedogni, del Foro di Verona e socia di Ve.GA – Veronesi Giuriste Associate. Il convegno, che si concluderà alle 17.30, rientra tra le iniziative promosse dagli Assessorati alla Parità di Genere e Pari Opportunità per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”.