Lampade abbronzanti sì, o lampade no? E quello che da giorni si stanno chiedendo i cultori dell’abbronzatura “tutto l’anno” dopo che l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha lanciato l’allarme sulla pericolosità delle docce e dei lettini ai raggi ultravioletti come causa di melanoma, spingendosi in alcuni casi a considerarli nocivi al pari dell’arsenico, l’amianto, le sigarette, passando dalla categoria di rischio due alla categoria uno. Il dato diffuso dagli esperti afferma che l’esposizione ai raggi Uva prima dei trent’anni aumenta il rischio di melanoma del 75%.
Il Governo italiano non si è ancora pronunciato ufficialmente con una legge che regolamenti tale ambito, a differenza di altri Paesi europei, perciò nel frattempo, le estetiste del Veneto hanno deciso di autoregolamentarsi, non solo vietando le sedute abbronzanti alle under 18, ma anche sconsigliandole a chi ha la pelle troppo chiara o a chi è tentato di farne troppe, ricevendo, per questo, il plauso dell’assessore regionale alla Sanità Sandro Sandri.
Insomma, ok all’abbronzatura 365 giorni l’anno, ma con la dovute cautele. Su questa stessa linea, fanno fronte comune anche le estetiste rodigine, rappresentate dalla presidente delle estetiste del Cna di Rovigo Monica Franceschetti, la quale afferma: “Pur riconoscendo alle agenzie e ai ricercatori rigore scientifico, riteniamo che questo argomento, che peraltro si presenta ciclicamente ogni estate, debba essere affrontato con meno clamore e maggior approfondimento”. “Da anni - prosegue Franceschetti - sosteniamo ad esempio la necessità di proibire l’apertura e il funzionamento dei cosiddetti “centri a gettone” locali in cui di fatto l’utente gestisce autonomamente il rapporto con l’apparecchio, senza la presenza di personale specializzato. Analogamente abbiamo richiesto di non consentire la vendita di tali apparecchiature per uso domestico proprio per evitare un uso incontrollato e quindi pericoloso, in quanto è risaputo che l’abbronzatura artificiale “in sicurezza” necessita della presenza di personale specializzato in grado di valutare vari fattori tra i quali l’età, il fototipo, il tempo di esposizione, la eventuale presenza di problematiche cutanee, l’utilizzo di cosmetici, la presenza di lenti a contatto e altri fattori o elementi atti a determinare una corretta esposizione artificiale”.
Lo stesso invito alla calma viene da un’addetta del settore, Clerice Migliori: “Allarmi di questo tipo vengono lanciati ogni anno - afferma - ma talvolta sono esagerati. Se ci si rivolge ad un centro abbronzante, con personale qualificato che sappia fornire i consigli utili e adeguati al tipo di pelle di ogni utente, i rischi vengono nettamente ridimensionati. Peraltro il dato diffuso (75% di aumento di rischio di cancro), a mio avviso, non è confermabile, perché non riconducibile espressamente all’esposizione ai raggi Uva”.
“Ovviamente, - conclude Migliori - il centro estetico a cui ci si rivolge deve essere conforme alle regole di manutenzione degli apparecchi abbronzanti. E peraltro, noi personalmente, vietiamo già le lampade ai minorenni, se non accompagnati da un genitore”.