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Mercoled 13 Ottobre 2010
Santoro punito: dieci giorni di stop Lui: «Attentato alla tv, reagirò»

Dieci giorni di sospensione e di mancata retribuzione a partire da lunedì 18 ottobre. Sarebbe questo, a quanto si apprende, il contenuto della lettera consegnata stamattina a Michele Santoro dall'azienda dopo il richiamo delle direzione generale per la puntata d'apertura di Annozero. Il provvedimento disciplinare potrebbe indirettamente implicare la sospensione di una o due puntate di Annozero. I dieci giorni sarebbero consecutivi e «bloccherebbero» il conduttore fino a mercoledì 27 ottobre. Michele Santoro, dunque, non potrà condurre la puntata di giovedì 21 ottobre. Resta da capire se tornerà in onda il 28 ottobre avendo a disposizione una sola giornata per preparare la puntata di quel giorno. Domani andrà regolarmente in onda.

LA PUNTATA INCRIMINATA - La puntata che ha comportato il provvedimento è la prima (23 settembre) quando, con un monologo tutto incentrato sulla similitudine tra il suo lavoro e quello di un'azienda che produce bicchieri, Santoro se l'è presa con i vertici della Rai che hanno messo i bastoni tra le ruote alla trasmissione, che non l'hanno promossa e che alla fine l'hanno azzoppata non rinnovando i contratti a due dei collaboratori di punta, Marco Travaglio e il vignettista Vauro. «Vaffan...bicchiere» concluse Santoro in diretta polemizzando con il dg Mauro Masi e con la circolare sul contraddittorio nei programmi.

MASI - «Il provvedimento disciplinare adottato nei confronti di Michele Santoro non può essere in alcun modo considerato riconducibile ad iniziative editoriali tendenti a limitare la libertà di espressione o il diritto di critica. Santoro si è reso responsabile di due violazioni disciplinari ben precise». A spiegarlo è il direttore generale della Rai Mauro Masi. Le violazioni, aggiunge Masi, sono « 1.l'uso del mezzo televisivo a fini personali; 2.un attacco diretto e gratuitamente offensivo al Direttore Generale, per una circolare a garanzia dell'equilibrio all'interno dei programmi di approfondimento informativo, che è stata approvata dal Consiglio di Amministrazione». «Nessuna censura, ribadisco - aggiunge il dg -, nessun attentato alla libertà d'informazione. Le responsabilità di Michele Santoro sono esclusivamente di ordine disciplinare».

SANTORO AL CDA - Un provvedimento di «gravità inaudita» al quale reagirà «con tutte le forze e in ogni sede», Michele Santoro scrive una lettera e la invia al presidente e al Consiglio d'amministrazione di Viale Mazzini. «Il provvedimento disciplinare assunto nei miei confronti, con una procedura ad personam, è di una gravità inaudita e, contro di esso, reagirò con tutte le mie forze in ogni sede. Ritengo, tuttavia - aggiunge Santoro nella lettera -, che il Consiglio, anche senza entrare nel merito di questa "punizione esemplare", debba pronunciarsi sulla decisione assunta dal Direttore Generale di metterla in atto cancellando due puntate di Annozero. Una punizione nei miei confronti si trasforma così in una punizione per il pubblico, per la redazione, per gli inserzionisti, per la Rai. E, in questo modo, si spezzano le gambe ad un programma di grandissimo successo, dopo averlo già sottoposto a una partenza ad ostacoli, dopo che ogni settimana deve andare in onda in un clima di tensione, dopo che Vauro e Travaglio - aggiunge Santoro - sono costretti a fornire gratuitamente le loro prestazioni senza che vengano fornite motivazioni di sorta. Considero tutto questo un vero e proprio attentato alla televisione di fronte al quale ognuno deve assumersi le proprie responsabilità».

GARIMBERTI - Per il presidente della Rai Paolo Garimberti, quello su Annozero, è «un provvedimento di esclusiva responsabilità del Direttore Generale che ho appreso come gli altri dalle agenzie. È quasi superfluo dire che non lo condivido perché, al di là di altre considerazioni, lo trovo manifestamente sproporzionato». Per iconsiglieri d'amministrazione della Rai Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten «la sospensione di Michele Santoro è una decisione sbagliata ed abnorme di cui il direttore generale si assume ogni responsabilità che conferma, come era già emerso dalle intercettazioni di Trani, la sua volontà di assecondare le pressioni politiche esterne per chiudere la trasmissione di Santoro».

I POLITICI - Per il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani «è una vicenda sconcertante. La Rai deve tornare ad essere un'azienda, così non si va avanti. Provvedimenti di questo genere non risolvono, anzi aggravano la situazione perchè la Rai deve tornare ad avere un clima positivo», aggiunge. «Chiediamo le immediate dimissioni di Masi. È la conferma che l'ordine impartito da Palazzo Chigi sulle epurazioni delle voci libere e sulla censura nei confronti delle opposizioni definite scomode è arrivato a destinazione», il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro non ha peli sulla lingua. «È una situazione intollerabile non degna di una democrazia - aggiunge Di Pietro - l'articolo 21 della Costituzione continua ad essere seriamente minacciato e calpestato. L'Italia dei valori - conclude - chiederà la convocazione urgente della commissione di Vigilanza Rai per affrontare il caso». Filippo Rossi, direttore di Ffwebmagazine, periodico online di Farefuturo, dice che «non possiamo non difendere Michele Santoro. Non tanto per portargli la nostra solidarietà, di cui ha pochissimo bisogno, piuttosto per sancire la nostra orgogliosa differenza da un modo di stare al potere che non ci piace, che non può piacere a una destra moderna, laica e democratica». La chiusura è chiarissima: «Siamo stufi di stare dalla parte di chi difende un potere che non vuole, che non sopporta, le critiche. Qualsiasi critica. Dalla parte di chi, da un lato utilizza la »sua stampa« come un manganello, e dall'altro pretende l'appiattimento e l'accondiscendenza».

ZAVOLI - «La prossima settimana affronteremo il problema di Annozero in Commissione» ha annunciato il presidente della Commissione di Vigilanza, Sergio Zavoli, interpellato dall'Ansa sulla sospensione comminata a Michele Santoro. Zavoli non è voluto entrare nel merito della decisione, perchè attende di «comprendere meglio i termini della questione».



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