VERONA CAMPIONE D’ITALIA 1984/85. IL COMUNE CONFERISCE LA CITTADINANZA BENEMERITA ALL’HELLAS. UNA GRANDE FESTA CON I SUOI STRAORDINARI PROTAGONISTI
Il 12 maggio 1985 l’Hellas Verona scrisse una delle più belle pagine del calcio italiano vincendo lo scudetto nel campionato di serie A nella stagione 1984/85. Un’impresa con protagonista una squadra che è entrata nel cuore a tutti i veronesi e le veronesi, ma anche a tanti appassionati di calcio e non.
In occasione del 40° anniversario di quello storico giorno il Consiglio comunale, all’unanimità con 35 voti favorevoli, ha approvato questa sera il conferimento della cittadinanza benemerita alla squadra che cucì per la prima volta sulle maglie gialloblù lo scudetto tricolore. Presenti in aula, seduti per l’occasione fra i banchi destinata alla Giunta comunale, i grandi campioni insieme ai rappresentati di oggi e di ieri della società Hellas Verona.
L’approvazione del documento è stato infatti solo il primo passaggio di una più grande festa che l’Amministrazione Tommasi ha deciso di dedicare oggi ai grandi protagonisti di quello straordinario risultato. Al termine del Consiglio comunale infatti, in sala Arazzi, il sindaco Damiano Tommasi ha consegnato ad ognuno la pergamena di conferimento della cittadinanza benemerita.
“Tutti i cittadini e le cittadine veronesi vogliono questo riconoscimento – ha sottolineato il sindaco Tommasi –. I tifosi e gli appassionati di calcio e non solo devono a questo gruppo qualcosa di più di un semplice riconoscimento o di un tributo. In tutti questi anni non è mai mancato da parte di questi giocatori l’attaccamento alla nostra città, ai nostri colori, alle nostre attività, alle sorti della nostra squadra.
Riconoscersi in questa squadra è stato crescere con determinati valori. Era un calcio diverso, uno sport diverso, una medianicità diversa, perché non c’erano i social ma eravamo tutti attaccati alle radioline ad ascoltare la voce di Roberto Puliero.
Abbiamo per questo voluto includere tutti, non solo i giocatori, ma l’intera realtà sportiva che in quell’anno ha consentito un tale risultato. E’ inutile dirlo, è un gioco di squadra, che fa parte di tante cose, dentro e fuori dal campo.
Abbiamo voluto riconoscere a tutti il valore di questo risultato. In Italia era il momento dei migliori giocatori al mondo.
I colori gialloblu in quell’epoca hanno assunto un valore davvero particolare e tutti noi ci siamo sentiti orgogliosi di essere veronesi. Era un orgoglio tifare Hellas. E’ davvero la città di Verona a dirvi oggi grazie e a premiarvi”.
Presidente Hellas Verona, Italo Zanzi : “Come società è un grande onore essere in quest’aula questa sera. Questo è un importante riconoscimento, veramente speciale da parte del Comune, del Sindaco e del Consiglio. Un attestato molto meritato. Come società abbiamo fatto numerosi eventi per onorare questo successo. Un risultato che rappresenta per la squadra una grande passione che porterà sempre nel cuore. Ancora grazie, vi aspettiamo tutti allo stadio domenica”.
Capitano Roberto Tricella: “Che dire, sono passati 40anni ed è sempre una emozione per me tornare in questa città. Sono arrivato a 20anni e sono andato via a 28 e ho vissuto i momenti straordinari e quelli prima della venuta di Osvaldo. Non è stato un miracolo, ma una costruzione. Mattoncino su mattoncino è stata strutturata una squadra che ha fatto tremare tutti. E’ stato un percorso anche per noi giocatori. Io sono arrivato ragazzo e poi sono migliorato fino ad arrivare ad essere il giocatore che si è fatto apprezzare. Come in un Consiglio comunale non è che in una squadra non ci siano screzi o malumori, ma poi in partita bisogna far rientrare tutto. Bisogna trovare la quadra, per far funzionare le cose. La società era rappresentata da persone di buon senso, da trenta persone che si sono tirate su le maniche per realizzare qualcosa di unico. Abbiamo vissuto un periodo strepitoso e abbiamo consentito ad una generazione, che magari tifava altro e poi anche il Verona, di cominciare a tifare solo Hellas”.
Giuseppe Galderisi: “Grazie veramente a tutti, noi abbiamo vissuto e portiamo ancora dentro nel cuore tante cose che il Verona ci ha regalato come il passaggio in mezzo ai tifosi per andarci ad allenare come nulla fosse. Un gruppo di persone da cui ho imparato tanto e di cui sono ancora molto felice di aver fatto parte”.
Domenico Volpati: “Oggi ci date una onorificenza ufficialmente ma in cuore nostro ci sentiamo veronesi a tutti gli effetti, questa è la realtà, perché la città in pratica ci ha adottato. C’è un riconoscimento, una gratitudine che continuano ancora oggi, in uno stato di continuità che ha attraversato quarant’anni. Vi ringraziamo perché per noi questa città è sempre accogliente e ci torniamo sempre volentieri”.
Pietro Fanna: “Noi abbiamo trovano a Verona persone fantastiche che giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, hanno saputo costruire la società e un grande capolavoro. Io lo scudetto l’ho dedicato a Bagnoli perché ne è stato l’artefice”.
Sintesi degli interventi in aula dei consiglieri comunali
Paolo Rossi: “Rappresentate un calcio che oggi possiamo solo sognare. Grazie al sindaco Tommasi che questa sera ha dato a tutti noi la possibilità di incontrarvi e di potervi celebrare. Voi siete immortali, eterni campioni, che sono entrati nella nostra storia per sempre. Per chi come me è nato nell’85 sembra impossibile eppure è successo”.
Federico Sboarina: “Per me il Verona è nel DNA. La vostra cavalcata è un qualcosa che è stato costruito nel tempo fino ad arrivare allo scudetto che è stato qualcosa di incredibile e di storico. Sicuramente un’impresa che entrata nella storia, ma per quanto mi riguarda voi siete entrati soprattutto per diritto nella storia della città, dandomi l’orgoglio di essere veronese”.
Lorenzo Didonè: “Ho avuto la possibilità di essere allora presente e di girare per le strade di Verona con il cuore e i pensieri colmi di felicità. Una squadra straordinaria che sotto la guida di Osvaldo Bagnoli è riuscita a mettere a valore le differenze fra i giocatori. Verona ha dato allora un’immagine positiva di sé in tutta Italia e in Europa costruendo la vittoria assieme e a favore di tutti senza escludere nessuno”.
Barbara Tosi: “Sono molto emozionata per i ricordi che suscita in me. Avete vinto contro tutto e contro tutti, una squadra che con un mitico e fantastico, ma timido allenatore Osvaldo Bagnoli ha fatto vivere a Verona un sogno, costruendo in alcuni anni una squadra e facendola conoscere in modo positivo. Ricordo che ero una ragazzina e con mio fratello Flavio non ci siamo persi una partita in casa, anche qualche trasferta. Ricordo il risultato contro il Napoli 3 a 0, la stella in Bra illuminata gialloblu su un tappeto di neve e tutte le emozioni che ci avete regalato. Ci avete dato l'orgoglio di sentirci veronesi”.
Luigi Pisa: “Avete sempre avuto una grande umiltà ed educazione nei confronti dei tifosi e non solo. Oggi è uno dei Consigli comunali più belli che ho vissuto nella mia vita in trent’anni di politica”.
Giacomo Cona: “Io faccio parte di una generazione che è venuta dopo quell’anno magico e quegli anni magici. Una generazione cresciuta con un mito e una leggenda nel sangue, trasmesso dai nostri padri e dai nostri nonni. E quegli anni magici hanno ancora qualcosa di fondamentale da insegnarci. Ci insegnano, come mio padre ha insegnato a me, che i piccoli hanno battuto i grandi e sono diventati più grandi dei grandi. Ci insegnano che la nostra città, la nostra Verona, deve sognare ancora di diventare grande come il Verona 84/85, in Italia e in Europa”.
Fabio Segattini: ”Voglio ringraziare, anche se non è presente qui questa sera, Osvaldo Bagnoli che è stato il cemento di questi ragazzi. Il ruolo dell’allenatore è sempre decisivo, perché tutti i ragazzi devono trovare qualcuno che li valorizzi e li tenga in considerazione. Ringrazio anche un grande presidente, perché la squadra di quegli anni fu costruita con grandi investimenti, con giocatori che con la giusta guida arrivarono ad un risultato unico”.
Salvatore Papadia: “Avete fatto un miracolo, perché siete riusciti a fare felici tutti i tifosi d’Italia. Il vostro scudetto è stato un risultato veramente apprezzato, perché quando una squadra piccola riesce a raggiungere un tale traguardo è un miracolo per tutti”.
Antonio Benetti: “Siete stati un orgoglio, una squadra che è riuscita a vincere tutte le sfide, regalandoci un senso di appartenenza, di essere uniti e di far parte di una cosa più grande di noi, che dopo quell’anno non abbiamo più vissuto”.
Francesco Fasoli: “Una vittoria della città per la città e per tutta la provincia. L’umiltà di Baglioni è stato un esempio per noi. Un uomo che è riuscito a tenervi uniti costruendo la grande squadra che siete stati”.
La storia
La matematica vittoria del campionato arrivò il 12 maggio del 1985 quando l’Hellas Verona pareggiò 1-1 in casa dell’Atalanta, coronando un cammino memorabile in quello che, al tempo era il più bel campionato al mondo, nel quale giocavano giocatori stranieri come Maradona, Falcao, Zico, Socrates, Platini e Rumenigge.
Per questo l’impresa sportiva di quell’Hellas Verona fu ancor più memorabile, grazie al contributo, alla capacità, alla passione ed alla forza del gioco di squadra dei componenti tutta la società che hanno reso Verona l’unica città non capoluogo di regione vincitrice in un Campionato di Serie A a girone unico.
Organigramma Hellas Verona Campione d’Italia 1984/1985
Presidente: Celestino Guidotti
Azionista di Maggioranza: Ferdinando Chiampan
General manager: Emiliano Mascetti
Segretari: Enzo Bertolini - Pierluigi Marzola
Allenatore: Osvaldo Bagnoli
Allenatore in seconda: Antonio Lonardi
Medici Sociali: Giuseppe Costa – Giorgio Biscardo
Dirigente accompagnatore: Marco Anti
Massaggiatore: Francesco Stefani
Magazzinieri: Carla Coletta – Renzo Manfrin
Addetto stampa: Franco Bottacini
Calciatori: Claudio Garella, Sergio Spuri, Mauro Ferroni , Silvano Fontolan, Fabio Marangon, Luciano Marangon, Roberto Tricella (capitano), Hans-Peter Briegel, Luciano Bruni, Antonio Di Gennaro, Dario Donà, Pietro Fanna, Luigi Sacchetti, Antonio Terracciano, Franco Turchetta, Domenico Volpati, Preben Elkjær Larsen, Giuseppe Galderisi.