Nella magnifica rotonda o ghiacciaia degli ex Magazzini Generali…
Quasi d’un tratto, Verona deve, oggi, rapidamente pensare a come bene utilizzare l’ottimamente restaurata, artistica rotonda o ghiacciaia degli ex Magazzini Generali, risalente al 1930. Pur non volendo apparire sapienti, vorremmo, anche noi – che, nella rotonda, appunto, negli ultimi anni Cinquanta del 1900, fummo, molto modestamente, attivi – proporre qualche idea, non certamente, la meglio, per un buon utilizzo della stessa. Conoscendola e apprezzando ogni proposta, in merito, sinora apparsa, ci permettiamo di evidenziare il fatto di dovere tenere presente, all’atto di destinare in essa qualunque attività, che qualsiasi spazio della stessa, a terra o nei piani superiori, è straordinariamente ampio e che lo stesso potrebbe risultare, in un secondo tempo, in base al suo uso pratico, almeno parzialmente inutile, all’attività, cui tale spazio fosse assegnato. Quindi, massima attenzione, all’atto della decisione di ogni possibile allocazione. A parte questo, forse, cosa secondaria, abbiamo appreso che tale rotonda, in sé immensa, potrebbe essere adibita ad un Museo del Vino, museo che renderebbe, sicuramente, omaggio alla potenziale, storica capacità produttiva vitivinicola del fecondo territorio veronese e alla notorietà del suo nettare. L’idea di un tale Museo, che effettivamente, alla Verona del Vino, manca, tenuto conto anche dell’annuale, grande, internazionale Vinitaly di Veronafiere, è certamente valida, ma – possiamo errare – troppo ampia ci sembra, come detto, l’area disponibile nell’edificio, in tema, se dedicata ad unicamente ospitare l’atteso museo vinicolo, con relativi costi. Straordinario sarebbe fare ospitare il Museo del Vino ad un edificio autonomo, ma, nel caso di una sua allocazione nella rotonda, ci sembra che tornerebbe utile – e, ovviamente, la cosa è da studiare a fondo – a riempire ragionevolmente e positivamente la ghiacciaia, allocare in essa, accanto ad un Museo del Vino, anche altri musei, sempre basati sul lavoro della terra e sulla lavorazione di prodotti agricoli veronesi, caratteristici, da sempre, sebbene, solo in parte, oggi, dell’economia veronese. Quindi, potrebbe essere utile fare ospitare alla rotonda anche, a seconda di una maggiormente ritenuta importanza, altri comparti, e, per esempio, un Museo dell’Agricoltura, dell’Olio d’oliva, un Museo dell’Allevamento, un Museo della Montagna Veronese, un Museo del Mondo caseario lessinico, un Museo del Miele e di qualche atro comparto. Un tutto, derivante da uno stretto collegamento fra i vari settori presenti, supportato dalla presenza di uffici di categoria, da sale d’insegnamento, in cui fare conoscere il mondo agricolo, in generale, specie ai giovani, e di qualche sala, per rii o congressi, in modo che la ghiacciaia, così riempita, non costituisca, tra l’altro, un costo e si paghi da sola. Certo, un Museo del Vino, meriterebbe ospitalità, in uno spazio a sé, per cui uno o due capannoni, come inizialmente previsto, dell’ex Mercato Ortofrutticolo, costituirebbero la soluzione ad hoc. Ove, poi, si realizzasse l’allocazione del Museo del Vino eo di altri comparti agricoli, nella menzionata ghiacciaia, bisognerebbe pesare anche ad una fermata della futura filovia, nelle immediate vicinanze della stessa. Da notare: la rotonda, data da venticinque gallerie, disposte, in pianoterra, in circolo, serviva alla conservazione refrigerata di prodotti agricoli, predisposti, su altrettanti vagoni-merci, destinati al Nord Europa. Nella foto: la rotonda, o ghiacciaia, degli ex Magazzini Generali di Verona e la sua entrata centrale, attraverso la quale, i vagoni, venivano avviati alle gallerie refrigeranti, interne alla rotonda stessa. Pierantonio Braggio

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