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Venerd 4 Luglio 2025
Martiri del nazismo o della guerra civile spagnola. La Chiesa avrà 175 nuovi Beati

Da “Vatican News”, 20.6 25. “La Chiesa cattolica universale avrà 175 nuovi beati e quattro nuovi venerabili. Durante l’udienza concessa al cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, Papa Leone XIV ha autorizzato la promulgazione dei loro Decreti. Dei prossimi Beati uno lo diventerà per il riconoscimento del miracolo: si tratta del venerabile Servo di Dio, Salvador Valera Parra, sacerdote diocesano, arciprete e parroco di Huércal-Overa, nato il 27 febbraio 1816 a Huércal-Overa (Spagna) e morto il 15 marzo 1889. Gli altri 174 saranno elevati agli onori degli altari per il riconoscimento del martirio: 124 sono stati uccisi in odio alla fede durante la Guerra civile spagnola e 50 dai nazisti durante la Seconda Guerra mondiale. Più nel dettaglio, i Decreti riguardano: il martirio dei Servi di Dio Manuel Izquierdo Izquierdo, sacerdote diocesano, e 58 compagni della Diocesi di Jaén (Spagna), uccisi tra il 1936 e il 1938, in odio alla fede, in diversi luoghi della Spagna, nel contesto della medesima persecuzione poi il martirio dei Servi di Dio Antonio Montañés Chiquero sacerdote diocesano e 64 Compagni della Diocesi di Jaén (Spagna), uccisi tra il 1936 e il 1937, in odio alla fede, in diversi luoghi della Spagna, nel contesto della medesima persecuzione. Infine il martirio dei Servi di Dio Raimond Cayré, sacerdote diocesano, Gerard Martin Cendrier, religioso professo dell’Ordine dei Frati Minori, Roger Vallée, seminarista, Jean Mestre, fedele laico, e 46 compagni, uccisi tra il 1944 e il 1945 in odio alla fede, in diversi luoghi, nel contesto della medesima persecuzione. I Decreti relativi ai venerabili riguardano invece le virtù eroiche del Servo di Dio Raffaele Mennella, chierico professo della Congregazione dei Missionari dei Sacri Cuori, nato il 22 giugno 1877 a Torre del Greco (Italia) e ivi morto il 15 settembre 1898 le virtù eroiche del Servo di Dio João Luiz Pozzobon, diacono permanente e padre di famiglia, nato il 12 dicembre 1904 nel distretto di Cachoeira, nello Stato di Rio Grande do Sul (Brasile) e morto a Santa Maria (Brasile) il 27 giugno 1985 le virtù eroiche della Serva di Dio Teresa Tambelli (al secolo Maria Olga), religiosa professa delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, nata il 17 gennaio 1884 a Revere (Italia) e morta il 23 febbraio 1964 a Cagliari (Italia) le virtù eroiche della Serva di Dio Anna Fulgida Bartolacelli, fedele laica, dell’Associazione dei Silenziosi Operai della Croce, nata il 24 febbraio 1928 a Rocca Santa Maria (Italia) e morta 27 luglio 1993 a Formigine (Italia). Il venerabile servo di Dio Salvador Valera Parra nacque il 27 febbraio 1816 a Huércal- Overa, vicino Almeria, in Spagna. Nel 1830 entrò nel seminario di San Fulgenzio di Murcia e al termine degli studi, il 4 aprile 1840, fu ordinato sacerdote nella città di Alicante e inviato nel suo paese natio dove prestò servizio come vice parroco e poi parroco per molti anni. Per l’attività caritatevole prestata ai più bisognosi venne insignito dell’onorificenza di Caballero de la Real Orden de Isabel la Católica, oggi la Cjhoiesa e dell’Ordine civile di Carlos III. Nel 1864 fu nominato parroco di Santa María de la Gracia, la più grande parrocchia di Cartagena. L’anno successivo, allo scoppio di un’epidemia di colera, il Servo di Dio assistette con coraggio i moribondi. Nel 1868 venne accolta la sua richiesta di poter tornare nella cittadina natale dove prestò servizio pastorale sino alla fine della vita, dedicandosi particolarmente ai poveri e ai malati e promuovendo una Casa per Anziani Abbandonati. Morì il 15 marzo 1889. Per la sua beatificazione, la postulazione ha presentato all’esame del Dicastero la guarigione miracolosa, attribuita alla sua intercessione, di un bambino nato il 14 gennaio 2007 al Memorial Hospital di Rhode Island (USA). La sera di quel giorno, in seguito ad amnioressi, la madre fu ricoverata presso il Memorial Hospital di Pawtucket e, poiché il tracciato del battito cardiaco fetale non corrispondeva ai parametri clinici previsti, fu indotto artificialmente il travaglio. I medici decisero di eseguire un parto cesareo a seguito della diagnosi di coriomnionite con il feto in carenza di ossigeno. Il neonato venne al mondo prematuro con sintomatologia di apnea secondaria, cianotico, senza respiro, con frequenza cardiaca bassa e ad un’ora dal parto non presentava segni di miglioramento, tanto che i medici non percepivano alcun battito cardiaco. Il medico curante in quel momento di estrema urgenza invocò il Servo di Dio Salvador Valera Parra, suo conterraneo, verso il quale nutriva sincera devozione e, con una preghiera spontanea, chiese la sua intercessione per la salvezza del piccolo. Poco tempo dopo il neonato, senza alcun intervento esterno, recuperò il battito cardiaco cominciando a rianimarsi. Il giorno seguente venne trasferito al reparto di terapia intensiva neonatale del Women &Infants Hospital dove restò 15 giorni con la diagnosi di encefalopatia ipossico- ischemica, tanto che i medici erano certi che avrebbe riportato gravi danni dal punto di vista dello sviluppo, come paralisi cerebrale o ritardo mentale. Invece, nonostante la sintomatologia clinica, il piccolo presentò attività spontanea. Il 19 gennaio iniziò un ulteriore e progressivo miglioramento del quadro neurologico e comportamentale. Il 1° marzo 2007 venne dimesso dalla terapia intensiva neonatale e trasferito all’Hasbro Children’s Hospital a causa di una colectomia del tratto discendente, per restringimento del colon sigmoideo in seguito a enterocolite necrotizzante stadio II. Il 3 aprile il neonato venne dimesso e nelle successive visite di controllo venne riscontrato uno sviluppo psicomotorio che lo porterà a parlare a 18 mesi e a camminare all’età di 2 anni. Il piccolo Tyquan continuò la sua crescita come un bambino normale conducendo una vita regolare e praticando sport. I Servi di Dio della diocesi andalusa di Jaén furono uccisi in luoghi e tempi diversi durante la Guerra Civile spagnola che, iniziata nel luglio 1936, ebbe aspetti di crudele persecuzione anticattolica e colpì gravemente anche Jaén. La Causa in esame riguarda il martirio del sacerdote diocesano Manuel Izquierdo Izquierdo e di 58 compagni, raggruppati in riferimento al luogo della morte. Durante la Guerra civile, i miliziani instaurarono un clima di persecuzione nei confronti di tutti coloro che si professavano membri della Chiesa cattolica, fossero essi sacerdoti, consacrati o laici. Il martirio formale fu compiuto dai rivoluzionari che, mossi da sentimenti antireligiosi e anticristiani, massacrarono numerosi sacerdoti, religiosi e laici, profanando e saccheggiando chiese, luoghi di culto e oltraggiando gli oggetti sacri. L’odium fidei dei guerriglieri, spinti dalla propaganda atea, è ampiamente dimostrato dalla generale violenza contro la Chiesa, verso i suoi ministri e tanti suoi fedeli. Il capofila dei martiri di Jaén, don Manuel Izquierdo Izquierdo fu particolarmente colpito dai maltrattamenti e dalle torture inflitte dai persecutori, come avvenuto pure al servo di Dio, don Manuel Valdivia Chica, al quale prima della morte furono tagliate le mani con le quali aveva consacrato. Per quanto riguarda il martirio formale ex parte victimarum, merito dei Servi di Dio è l’aver perseverato nella fedeltà a Cristo fino al sacrificio della vita. In alcuni casi si è riscontrato anche un atteggiamento di perdono e preghiera nei confronti degli uccisori. La Causa riguarda poi il martirio del sacerdote diocesano Antonio Montañés Chiquero e di 64 Compagni fra i quali 54 sacerdoti, 9 uomini e una donna laici, tutti uccisi fra il 1936 e il 1937 sempre nel clima di persecuzione permanente vissuto dalla Chiesa in Spagna durante la Guerra Civile. Anche questi Servi di Dio operavano nel territorio della diocesi di Jaén la maggior parte fu catturata dai miliziani o denunziata e alcuni di essi subirono insulti, vessazioni e crudeli percosse. L’odium fidei, come provano i documenti e le testimonianze raccolte, mosse la persecuzione nei confronti dei Servi di Dio solo per il fatto di essere sacerdoti e laici impegnati. Il Martirio formale ex parte persecutoris si colloca, quindi, in questo clima di violenza ed essi furono uccisi brutalmente per la loro fede e l’appartenenza alla comunità cattolica locale. Il martirio formale ex parte victimae dei Servi di Dio, è documentato per tutti e in particolare per i sacerdoti che vollero restare vicini al popolo nelle parrocchie ove svolgevano il loro ministero, senza fuggire, malgrado il pericolo. Alcuni presbiteri, tra i quali don Antoni Montañes Chiquero, chiesero di essere uccisi per ultimi per poter così confessare gli altri e aiutarli a morire santamente. La loro fama di martirio si diffuse per alcuni all’indomani delle loro uccisioni, per altri in tempi successivi, soprattutto nelle loro diocesi di provenienza. Sono stati martirizzati durante la Seconda Guerra mondiale, invece, Raymond Cayré, presbitero diocesano, Gérard-Martin Cendrier, religioso professo dell’Ordine dei Frati Minori, Roger Vallée, seminarista, Jean Mestre, laico, e XLVI compagni. A partire dal giugno 1940 il Nord della Francia fu occupato dai nazisti, mentre nella parte meridionale del Paese venne instaurato un governo collaborazionista con sede a Vichy. Il Service du Travail Obligatoire (STO) fu introdotto il 16 febbraio 1943 dal Regime di Vichy per inviare un ingente numero cittadini francesi a lavorare in Germania e sostituire i tedeschi impegnati al fronte. Molti sacerdoti, religiosi e laici appartenenti alle associazioni cattoliche seguirono in incognito gli operai francesi inviati in territorio tedesco. A causa dell’apostolato che compirono essi furono arrestati, torturati e messi a morte prevalentemente in campi di concentramento. Alcuni vennero uccisi direttamente dai nazisti, altri trovarono la morte ex aerumnis carceris. I Servi di Dio sono qui di seguito riportati in gruppi, secondo il luogo in cui avvenne la loro carcerazione e la successiva esecuzione. Durante la dominazione nazista, accogliendo le indicazioni dell’Arcivescovo di Parigi, il cardinale Emmanuel Suhard, molti sacerdoti, religiosi e laici impegnati nelle associazioni cattoliche seguirono gli operai francesi in territorio tedesco per poter fornire loro sostegno morale e spirituale. Vennero arrestati per attività sovversiva contro il Terzo Reich e poi torturati. La maggior parte di loro morì nei campi di concentramento, altri persero la vita a causa delle sofferenze subite. Il materiale documentario presentato attesta sufficientemente il loro martirio materiale. Il martirio formale ex parte persecutoris trova la sua radice nell’ideologia anticristiana del regime nazista. L’odium fidei è dunque provato dall’avversione verso quanti, mediante un’azione di apostolato, si facevano testimoni della fede cristiana. Il martirio formale ex parte victimarum si fonda sulla dedizione al Vangelo che i Servi di Dio hanno vissuto come espressione della loro fede fino alla donazione completa di sé, nella piena consapevolezza della possibilità di essere uccisi e nell’abbandono fiducioso alla volontà divina. La loro fama di martirio si è diffusa nelle diocesi d’origine delle vittime e nei rispettivi istituti religiosi di appartenenza. Il Servo di Dio Raffaele Mennella nacque a Torre del Greco il 22 giugno 1877, in una famiglia numerosa che viveva in condizioni molto modeste. Riferimento di tutta la famiglia fu la madre, Annunziata Manguso, che si interessò alla formazione cristiana dei figli trasmettendo loro la sua solida fede cristiana. Tramite padre Luigi Torrese, della Congregazione dei Missionari dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, fondata da San Gaetano Errico, partecipò ad alcune missioni popolari che fecero maturare in lui il desiderio di consacrarsi al Signore. Ammesso tra i novizi a Secondigliano, ricevette la tonsura clericale e gli ordini minori e nel 1897 fu inviato ad approfondire gli studi teologici all’Università Gregoriana. In quegli anni visse intensamente la sua vocazione religiosa impegnandosi costantemente nella preghiera e fu conosciuto per lo zelo pastorale e per la carità che esercitava recandosi a visitare gli ammalati negli ospedali. Il 3 luglio 1898 gli venne diagnosticata una grave forma di tubercolosi per evitare il contagio agli altri sacerdoti che vivevano con lui il Servo di Dio tornò in famiglia a Torre del Greco dove morì il 15 settembre 1898. Viene dal Brasile, invece, il Servo di Dio João Luiz Pozzobon nacque il 12 dicembre 1904 nel distretto di Cachoeira, nello Stato di Rio Grande do Sul, in una famiglia di solida tradizione religiosa, discendente da emigrati italiani. In questo contesto familiare, il Servo di Dio maturò la sua vocazione alla vita di preghiera e di fede. Nell’aprile del 1928 sposò Teresa Maria Turcato trasferendosi a Restinga Sica, dove si occupò della gestione di un piccolo hotel. La moglie, che gli diede due figli, affetta da tubercolosi, morì nel maggio 1933. In quello stesso anno, il 12 agosto, il Servo di Dio si risposò con Vittoria Maria Filippetto, dalla quale ebbe altri cinque figli, avviando con lei un negozio di generi alimentari per sostenere la famiglia. La sua vita subì una svolta decisiva quando incontrò il Movimento di Schoenstatt, che nel secondo dopoguerra aveva inviato in America Latina le prime suore missionarie. Nel 1950 il Servo di Dio aderì al Movimento dando inizio alla sua intensa attività apostolica. Il 1° febbraio 1959 diede vita alla “Campagna per la Preghiera del Rosario”, una iniziativa innovativa che prevedeva l’uso delle “Piccole Madonne pellegrine”, condotte presso gruppi di famiglie che, a turno, le ospitavano nelle loro case, favorendo la preghiera e la come spirituale. Il Servo di Dio estese questa missione anche agli ospedali, alle carceri, ai luoghi di lavoro e alle scuole, visitandone circa 300 all’anno e la proseguì per 35 anni percorrendo circa 140.000 km a piedi. Nel 1954 fondò la Vila Nobre de la Caridade, un centro con 14 casette con il fine di offrire residenza gratuita ai poveri. Per sua iniziativa furono costruite diverse cappelle per formare comunità locali e recitare il rosario e vennero eretti 43 Eremi dedicati alla Madonna. Nel 1972 il Servo di Dio fu ordinato diacono permanente e, nel 1979, rimasto nuovamente vedovo, si recò in Germania per visitare il Santuario di Schoenstatt. Morì all’alba del 27 giugno 1985, a Santa Maria, investito da un autobus mentre si recava a Messa. L’incidente che lo condusse alla morte avvenne proprio mentre andava ad una delle celebrazioni a cui partecipava quotidianamente. Curò infatti molto il culto alla Madonna e si prodigò per diffondere la preghiera del rosario. Seppe superare momenti difficili e non mancarono detrattori anche legati al suo stesso Movimento. Il Servo di Dio dimostrò fortezza nel superare le calunnie e le umiliazioni senza portare rancore. La sua fama di santità, presente già in vita, si è sviluppata dopo la morte, superando i confini dello Stato di Rio Grande do Sul, mentre i pellegrinaggi istituiti dal Servo di Dio ancora si svolgono non solo in Brasile ma anche in Argentina. È italiana la Serva di Dio Maria Olga Tambelli nacque il 17 gennaio 1884 a Revere, in provincia di Mantova, penultima dei sette figli. Dopo la prematura morte di entrambi i genitori, a tredici anni venne affidata a un tutore che le fece completare gli studi dapprima a Milano e poi a Parma dove conseguì il diploma magistrale. Tornata nel paese natale svolse attività di assistenza agli ammalati ottenendo anche il diploma di infermiera. All’ospedale di Ostiglia conobbe le suore Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli e, dopo aver maturato la vocazione religiosa, contro il parere del suo tutore, nel 1904 vestì l’abito vincenziano ricevendo come religiosa il nome di Teresa. Venne destinata all’asilo di Casale Monferrato, dove restò fino al 1907. In quell’anno fu inviata all’Asilo della Marina di Cagliari dove ebbe modo di collaborare intensamente con la consorella, ora Beata, Giuseppina Nicoli. Insieme a lei costituirà la Scuola di religione, l’Associazione delle Dorotee (gruppo misto di ragazze studentesse e lavoratrici) i Circoli Santa Teresa (riservati a giovani donne) e l’Associazione delle Zitine (organizzazione riservata alle domestiche). Nel 1925, dopo la morte della Nicoli, la Serva di Dio divenne superiora dell’Asilo. Nel 1933, durante il periodo della dittatura fascista lottò per difendere quella istituzione dalle ingerenze del presidente dell’amministrazione civile, insediato a Cagliari dal regime, che fungeva anche da Commissario dell’Asilo. Questi ottenne la rimozione della Serva di Dio che, per un anno, fu trasferita dapprima a Olbia e poi a Milano, facendo poi ritorno a Cagliari e ricoprendo il suo ruolo. Nel 1941 ella si adoperò per aprire una scuola media e un istituto magistrale e, presso l’Asilo della Marina, diede ospitalità e sostegno a molti di coloro che furono sfollati a seguito dei bombardamenti. Nel dopoguerra si dedicò al recupero dei ragazzi di strada, i cosiddetti Marianelli, riunendoli per la colazione all’Asilo e contribuendo a fornire loro una formazione religiosa. Quando il 23 febbraio 1964 morì improvvisamente a Cagliari, una numerosa folla di poveri e si radunò spontaneamente all’Asilo per l’ultimo saluto a colei che tanto si era prodigata per alleviare la loro miseria. In vita Tambelli ha goduto di una speciale venerazione tra i poveri, specialmente tra i suoi “marianelli”. La fama di santità diffusasi dopo la sua morte, è tuttora persistente nella sua Congregazione religiosa e nella arcidiocesi di Cagliari. La Serva di Dio Anna Fulgida Bartolacelli nacque il 24 febbraio 1928 nella frazione di Rocca Santa Maria del comune di Serramazzoni (Italia). Affetta, come la sorella maggiore, da una grave forma di osteopsatirosi che le comportò nanismo e fragilità ossea costringendola a vivere su una carrozzella, crebbe in un ambiente familiare comunque sereno e accogliente. Pur non potendo frequentare la scuola a causa dei gravi problemi di salute, la Serva di Dio apprese dai genitori a leggere e scrivere e frequentò la parrocchia dove si iscrisse all’Azione Cattolica. Per vivere e per aiutare il fratello negli studi ella, insieme alla sorella, si dedicò al ricamo. La sua vita cambiò quando, nel 1956 incontrò il Beato Luigi Novarese che aveva fondato l’Associazione Silenziosi Operai della Croce e partecipò a un corso di esercizi spirituali tenuti a Re (VB) dal Centro Volontari della Sofferenza. In quell’occasione ebbe modo di comprendere meglio il valore della sofferenza sul piano spirituale e soprannaturale e l’apporto che ciascun malato può portare al bene comune. La Serva di Dio decise di far parte attiva dei Silenziosi Operai della Croce, accettandone lo stile di vita che prevedeva anche la consacrazione al Signore. Dopo il noviziato venne ammessa all’Associazione e si dedicò all’apostolato verso i malati. L’8 dicembre 1964 avvenne la consacrazione ma, non potendo aderire alla vita comunitaria, che le fu sconsigliata anche per non lasciare sola la sorella, la Serva di Dio ebbe il permesso di tenere presso la sua casa una cappellina. Si prodigò con generosità, nonostante le sue modeste risorse economiche, per aiutare gli altri malati e per questo decise di devolvere ogni mese una quota fissa della sua pensione di invalidità a favore dei Volontari della Sofferenza, dei quali coordinava le iniziative dei vari gruppi. Molti di loro erano attratti dal suo esempio. Fu prodiga nei confronti di chiunque avesse bisogno di aiuto materiale e soprattutto spirituale, sapendo ascoltare con pazienza e comprensione. Visse in maniera umile e discreta, accettando con cristiana fiducia la sua condizione fisica e offrendo le sue sofferenze per la salvezza delle anime. Visitò spesso le parrocchie per testimoniare la sua vocazione, fino a che le sue condizioni di salute non peggiorarono. Nel 1992 ricoverata per problemi cardiaci e difficoltà respiratorie morì il 27 luglio 1993 a Formigine, in fama di santità tuttora ampiamente diffusa nella sua diocesi”. In un secolo, quello, che stiamo vivendo, nel quale, considerando i non pochi, dolorosi eventi del passato, odio, brutalità e guerre non dovrebbero esistere, mentre gli stessi, ancora, uccidono e distruggono, ricorrendo, persino alla migliore tecnologia, per rendere tale macabro compito, il più dannoso e più annichilente possibile, ci troviamo quasi rassegnati, informati, come siamo, in ogni minuto, di accadimenti, che ci fanno dimenticare il grande vocabolo “pace”. Per il quale – che significa comprensione, pacifica convivenza e amore per l’umanità – s’impegnarono grandi uomini e donne, che, appunto, per tale loro grandioso impegno, trovarono la morte. Tali personaggi, tali eroi ricorda, oggi, la Chiesa, dichiarandoli “beati”, volgendo il pensiero anche a tutti coloro, che, di ogni religione e di ogni visione, hanno perso la vita. Nota, per approfondimenti: il terribile, movimento nazionalsocialista, dominò l’Europa ed il globo, con la sua seconda guerra mondiale, dal 1933 al 1945 la guerra civile spagnola ebbe luogo, dal 1936 al 1939.
Pierantonio Braggio



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