Confimi Apindustria Verona: insoddisfazione sul recente accordo dazi. Il presidente Claudio Cioetto: «Saranno urgenti e strategici aiuti e sostegni da parte della Comunità Europa a quelle imprese, che saranno colpite dai dazi»
Confimi Apindustria Verona esprime insoddisfazione sull’accordo siglato ieri, 27 luglio, tra il presidente americano Donald Trump e la presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen. «La prima impressione, dopo questo accordo, è di non avere nulla in cambio», commenta Claudio Cioetto, presidente dell’Associazione, che riunisce circa 800 Pmi nel Veronese, secondo il quale il costo dell’operazione non sarà a vantaggio dell’Italia e del made in Italy. «I dazi applicati alle merci europee, adesso, saranno aumentati al 15%. Se di accordo si trattava, in cambio poteva esserci almeno uno sconto sull’acciaio e sull’alluminio, dove i dazi rimangono invece al 50%». A discapito della competitività. E non solo: «Si richiedono alle imprese italiane investimenti negli Stati Uniti, che già molte aziende stanno portando avanti, realizzando stabilimenti e filiali in modo da essere presenti in loco». Dall’altra parte però, continua, «dovremo acquistare di più dagli Usa: se questo è l’accordo, non mi pare molto a favore dell’Europa. Quindi il nostro giudizio non è positivo e restano molte perplessità». Il contraccolpo sarà pesante e, conclude Cioetto, «saranno urgenti e strategici aiuti e sostegni da parte della Comunità Europa a quelle imprese, che saranno colpite dai dazi». Luci ed ombre, dunque. Certo, sul comparto acciaio ed alluminio, il 50% pesa enormemente, è distruttivo. Importante, dunque, un incisivo supporto dell’UE, alle imprese del settore.
Pierantonio Braggio