Gestione del lupo in Lessinia, Verona. Incontro con l’assessore regionale, Corazzari: Tema: fare il punto, alla luce del declassamento europeo
Lessinia tribolata… «Per fare il punto sulla presenza del lupo in Lessinia e su quanto previsto dalla normativa relativa al suo declassamento, abbiamo ritenuto opportuno convocare un incontro, con le Amministrazioni comunali, le Associazioni attive, sul territorio, e i consiglieri regionali, insieme all’assessore Cristiano Corazzari. Anche se oggi se ne parla meno, la questione del lupo resta molto critica, in Lessinia, dove le predazioni sono ormai quotidiane. È, quindi, fondamentale chiarire di chi sono le competenze e come possiamo supportare le aziende locali, sempre più in difficoltà». Così Massimo Sauro, presidente del Parco Naturale Regionale della Lessinia, in apertura della rie, svoltasi oggi nella sede dell’Ente Parco, a Bosco Chiesanuova. Con la direttiva del 5 giugno scorso, il Consiglio europeo ha approvato la modifica alla direttiva Habitat, declassando lo status di protezione del lupo, da “rigorosamente protetto” a “protetto”. Ora spetta agli Stati membri, Italia compresa, recepire la nuova normativa. All’incontro, hanno partecipato i sindaci di Fumane, Erbezzo, Roncà, San Giovanni Ilarione, Vestenanova, Sant’Anna d’Alfaedo, Selva di Progno, Bosco Chiesanuova e Crespadoro (VI), il vicesindaco di Marano di Valpolicella e i delegati dei Comuni di Roverè Veronese, Dolcè e Velo Veronese. Presenti anche i consiglieri regionali Stefano Valdegamberi, Alberto Bozza, Filippo Rigo e Alessandra Sponda, oltre al presidente di Coldiretti Verona, a un delegato di Confagricoltura Verona, a un rappresentante di Legambiente e del CAI Veneto. L’assessore regionale, Cristiano Corazzari, ha sottolineato che «Questo declassamento deve essere recepito dagli Stati membri. C’è una voce molto forte che arriva dalla nostra montagna, ma direi da tutta la nostra regione, insieme alle altre regioni dell'arco alpino, affinché questo recepimento sia quanto più pronto possibile e soprattutto dia le possibilità di intervenire per una effettiva gestione del lupo. Con il declassamento si chiede di intervenire, su una specie che, se non gestita, porta danno alle attività umane, pericolo per le persone e anche danni da un punto di vista economico enormi per quanto riguarda tutta la popolazione e tutti i territori. Il rischio è l’abbandono della montagna, lo spopolamento, e la perdita di attività tradizionali fondamentali per la biodiversità e la gestione ambientale del territorio». Corazzari ha poi aggiunto che la Regione Veneto sta facendo tutto quanto in suo potere per affrontare la questione, anche mettendo a disposizione risorse, ma, ha ricordato che è necessario intervenire a livello normativo.
Dell’attività della Regione Veneto e della situazione regionale ha parlato il dirigente Emanuele Pernechele. Presente in sala anche il dirigente dell’Unità operativa Parchi e Biodiversità, Mauro De Osti. I dati della Regione Veneto confermano una situazione, in costante peggioramento. Le predazioni sono in aumento e la presenza del lupo interessa il 37% del territorio regionale. La provincia più colpita è quella di Verona, che, nel 2025, ha registrato 69 attacchi con 77 bovini predati. Dal punto di vista economico, i rimborsi regionali per le predazioni sono passati da 50.509 euro nel 2015 a 552.639 euro nel 2024.
Nel solo Parco della Lessinia, nel 2025 si sono registrati 21 eventi, attribuiti al lupo, con 24 bovini predati. Il presidente Sauro ha proposto: «Il Parco chiederà alla Regione di essere preso in considerazione come Ente, per liquidare i rimborsi economici a seguito delle predazioni all’interno del Parco e del relativo eventuale smaltimento delle carcasse».
Alex Vantini, presidente di Coldiretti Verona ha espresso apprezzamento per l’impegno della Regione Veneto nei progetti, che puntano a mitigare il conflitto tra il lupo e le attività zootecniche attraverso il monitoraggio e lo studio degli esemplari presenti sul territorio, questi ultimi fondamentali per applicare eventuali deroghe di prelievo”. No v’è dubbio che la fauna selvatica debba essere rispettata, nel quadro della tutela dell’ambiente e della biodiversità, ma, se tale fauna merita attenzione, rispetto meritano anche gli animali in allevamento e ancora più gli allevatori, che ad essi dedicano impegno e professionalità. Alla luce di quanto sta accadendo in Lessinia, ormai, da lungo tempo, è urgente provvedere, senza indugio, perché ne perde anche il territorio, nel suo complesso.
Pierantonio Braggio