Inaugurazione Polo Alte Energie, investimenti fatti per oltre 25 milioni
Nuovo acceleratore con risonanza magnetica che riduce da 30 a 5 le sedute di cura oncologica
Verona, 1 agosto 2025
È stato inaugurato oggi dall’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin il nuovo Polo Alte Energie dell’ospedale di Borgo Trento. Il reparto di Radioterapia è ora dotato di 5 apparecchiature di altissima tecnologia e di ultima generazione per le cure oncologiche. Le risorse complessivamente impiegate finora superano i 25 milioni (di cui 2 Pnrr) e permettono all’ospedale di Borgo Trento di essere l’unico punto di riferimento dell’area per i trattamenti pediatrici e di ridurre considerevolmente il numero delle sedute nei pazienti adulti. Nel caso di tumore alla prostata, ad esempio, si passa da 30 a 5 sedute, con evidente riduzione del disagio per le persone.
L’inaugurazione di oggi riguarda l’ultimo investimento della Regione di circa 11 milioni per l’acceleratore lineare con risonanza magnetica. Si tratta di una apparecchiatura presente solo in importanti centri di eccellenza a livello internazionale e nazionale. Il Veneto è la prima Regione in Italia ad avere questa macchina in una struttura pubblica. I vantaggi per il paziente sono significativi con una terapia più efficace perché la doppia funzione della macchina (trattamento radiante guidato da risonanza) permette di seguire l’andamento del tumore durante la seduta e le modificazioni che possono intervenire tra una seduta e l’altra. In questo modo si limitano i tempi e la tecnica adattativa consente alla radiazione di regolarsi automaticamente seguendo il movimento respiratorio, l’esatta forma e la posizione del tumore, salvaguardando quindi gli organi sani. È importante nella cura dell’alto addome, in particolare per i tumori del pancreas.
POLO ALTE ENERGIE DOTAZIONE TECNOLOGICA
Acceleratore lineare con risonanza, ideale per l’alto addome
È una “macchina ibrida” perché ne unisce due: un acceleratore lineare (Linac) per radioterapia e una risonanza magnetica (MRI). È il sistema MRIdian di Viewray Systems del valore di oltre 8 milioni di euro, mentre altri 2 milioni 800 mila sono stati necessari per la ristrutturazione della palazzina protetta dalla Soprintendenza e realizzare un percorso più confortevole e parcheggi dedicati ai pazienti oncologici.
Esegue trattamenti radianti guidati da immagini di risonanza. Il vantaggio rispetto a tecniche tradizionali è enorme, perché si riesce a vedere in tempo reale ciò che viene irradiato, permettendo una piena personalizzazione del trattamento che può essere adattato anche a piccole variazioni di forma e posizione del bersaglio tumorale e degli organi circostanti.
VANTAGGI DI CURA. Con le apparecchiature tradizionali è impossibile superare determinati valori di dose, per non rischiare di arrecare danno ai tessuti sani. La tecnica adattativa di questo sistema consente invece di superare tale limitazione e garantire una maggiore efficacia della terapia in un minor numero di sedute.
PERCHE’ È INNOVATIVO. È molto difficile far convivere un acceleratore lineare e un sistema a Risonanza magnetica. I campi elettromagnetici della risonanza disturbano non solo il funzionamento del Linac, ma anche il modo in cui la dose di radiazione viene assorbita dai tessuti. Più il campo magnetico è alto, minori sono le prestazioni del sistema di radioterapia. Per questo motivo la soluzione di Viewray Systems prevede l’impiego di un basso campo magnetico (più precisamente 0,35 tesla), che permette la visualizzazione delle zone anatomiche interessate dal trattamento e al contempo non interferisce sull’erogazione della terapia. Inoltre, il sistema permette di seguire il movimento del tumore durante il trattamento, adattando in tempo reale lo stesso. Questo è importantissimo nel caso dei tumori in zone anatomiche interessate dal movimento respiratorio, ad esempio nell’alto addome, in particolare per i tumori del pancreas.
Inoltre ci sono altre 3 apparecchiature di terapia:
Acceleratore lineare Varian TrueBeam (Tumori della prostata, ginecologici e del distretto testa-collo)
Il sistema Varian TrueBeam, acquisito con i fondi PNRR di oltre 2 milioni di euro, è il secondo acceleratore lineare (Linac) per radioterapia ad architettura tradizionale molto evoluto tecnologicamente.
COME FUNZIONA. Cura un ampio spettro di patologie tumorali ed è particolarmente avanzato per la sicurezza del paziente. I suoi sistemi di controllo intercettano prima dell’erogazione i trattamenti non ottimali o contenenti un errore.
RIDUZIONE LISTE DI ATTESA. Permette di trattare un alto numero di pazienti al giorno, con un impatto favorevole sulla tempestività del trattamento e sulla riduzione delle liste d’attesa.
Tomotherapy (pazienti pediatrici e total body)
Installato nel 2016 con un costo di quasi 5 milioni di euro, a cui ha contribuito Fondazione Cariverona, è un'apparecchiatura in grado di erogare la terapia con tecnica IMRT di tipo elicoidale, questo consente di concentrare con grande precisione le radiazioni sul tumore e di colpire bersagli che possono essere anche molto estesi, come irradiazioni cranio-spinali nei pazienti pediatrici e Total Body Irradiation (TBI) nei pazienti ematologici candidati a trapianto di midollo osseo.
Acceleratore lineare Varian TrueBeam STx (tumori cerebrali, mammella e polmone)
Installato nel 2018 con un investimento di 4 milioni e 300 mila euro circa, è una apparecchiatura molto flessibile. E’ ottimale per i trattamenti di radiochirurgia stereotassica, terapia eseguita in una sola seduta con dose molto alta di radiazioni, e radioterapia stereotassica, anche in questo caso con dosi molto alte ma in poche sedute (in genere 3-5). È anche dotato della tecnica “HyperArc” particolarmente efficace per trattare più metastasi cerebrali contemporaneamente. Inoltre, è accessoriato con sistemi di controllo del respiro per trattamenti a respiro trattenuto, particolarmente utili nei tumori della mammella sinistra per ridurre la quantità di radiazioni ricevute dal cuore e quindi gli effetti collaterali che ne derivano, nei tumori polmonari e nel trattamento delle metastasi polmonari.
TAC Simulatore
È dedicato alla simulazione radioterapica ed utilizzato per la preparazione delle terapie. Il costo è di circa 1 milione. Sulle immagini acquisite vengono identificati il tumore che si deve colpire e gli organi che invece si vogliono risparmiare. È dotato di accessori che consentono di studiare il movimento del tumore, ad esempio, con il respiro (utile per i tumori del polmone) e di registrare la superficie corporea (particolarmente adatto per trattare i tumori della mammella). Queste immagini insieme ai volumi identificati dal medico, vengono usati dal fisico per preparare il trattamento radioterapico.
Polo Alte Energie, i numeri. Nel 2024, sono stati eseguiti quasi 2000 pazienti tutti con tecniche di Radioterapia avanzata, più mirate e precise nel colpire il tumore e nel contempo in grado di risparmiare maggiormente i tessuti sani (VMAT, IMRT e Stereotassi). Per molte patologie questo ha consentito di ridurre il numero di sedute con effetti anche sulle liste d'attesa.
Il personale è composto da 13 medici, 24 tecnici sanitari di Radiologia medica, 5 infermieri, 2 operatori socio sanitari e 8 fisici sanitari che si occupano di Radioterapia.
POLO ALTE ENERGIE DOTAZIONE INFRASTRUTTURALE
Oltre agli investimenti per l’acquisto dei 5 macchinari, il Polo Alte Energie di Borgo Trento ha avuto anche significative spese strutturali per adattare gli spazi del padiglione 24. Il rifacimento del reparto di Radioterapia (nuovi ambulatori, Day hospital, nuovi ascensori e ingresso) è costato circa 3 milioni e 450 mila
Mentre per la collocazione dell’ultimo acceleratore lineare è stata ristrutturata la piccola palazzina che risale ai primi del ‘900 tutelata dalla Soprintendenza. Era uno dei primi ingressi dalla via Mameli al primo insediamento ospedaliero. Non si è potuto procedere alla demolizione del fabbricato (assai più rapida e meno costosa) optando invece per lo “svuotamento” preservando i muri perimetrali.
Il bunker che ospita l’attrezzatura ha uno spessore di cemento baritico, più pesante rispetto al normale, pari a 1,5 metri, questo permette agli operatori sanitari di non essere esposti alle radiazioni durante i trattamenti dei pazienti. Sono stati utilizzati 360 mc di cemento baritico (pari a 70 betoniere) e la barite è stata acquistata direttamente in Sudafrica per l’indisponibilità di un quantitativo così ingente.
La sfida più importante è stata creare un isolamento efficace per il campo magnetico e garantire che le particelle ad alta energia non escano dal bunker per la tutela della salute degli operatori sanitari. Inoltre, nessun campo magnetico esterno prodotto anche da un pezzo di ferro o dai cavi elettrici al di fuori del bunker, deve poter influenzare la risonanza interna per la precisione di trattamento sul paziente. Per questo motivo è stata realizzata una scatola in acciaio inox (gabbia di Faraday) che fodera internamente e interamente il bunker, la precisione del trattamento sul paziente è inoltre garantita da collimatori laser.
All’inaugurazione erano presenti: Manuela Lanzarin assessore regionale Sanità, Servizi Sociali, Programmazione Socio-Sanitario Regione del Veneto Callisto Marco Bravi direttore generale AOUI prof. Giuseppe Lippi preside della facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Verona prof Alessandro Antonelli, direttore Dipartimento Chirurgia e Oncologia i direttori e i capi Dipartimento Aoui il direttore ff Uoc Radioterapia dott Alessandro Muraglia i tecnici radioterapisti e i fisici sanitari diretti dal dott Carlo Cavedon il direttore amministrativo Vania Rado il direttore Servizi tecnici ing Maurizio Lorenzi, l’ex direttore Uoc Radioterapia Renzo Mazzarotto.
Erano presenti inoltre: Gabriella Mucci vice Prefetto Vincenzo Puccia comando VVFF Girolamo Lacquaniti Questura Flavio Pasini presidente Provincia di Verona prof Alfredo Guglielmi presidente Ordine dei Medici Tommaso Caviglia Guardia di Finanza Vincenzo Reggio stazione Carabinieri Parona.
Lanzarin, assessore regionale alla Sanità: “Quella di oggi è una giornata importante per la sanità veneta e per la comunità. Il nuovo Polo Alte Energie dell’ospedale di Borgo Trento, che abbiamo inaugurato oggi, si dota di un acceleratore lineare con risonanza magnetica: una tecnologia di ultimissima generazione che consente di seguire l’andamento del tumore durante la seduta e le modificazioni che possono intervenire tra una seduta e l’altra, limitando i tempi del trattamento. Un passo avanti straordinario per garantire cure sempre più precise, personalizzate e meno invasive. Si tratta di un’apparecchiatura all’avanguardia, presente solo nei centri di eccellenza a livello internazionale, e che, per la prima volta, viene installata in una struttura pubblica in Italia. Il Veneto, che ogni anno investe 70 milioni di euro in attrezzature di ultimissima generazione, è ancora una volta, apripista nel portare innovazione all'interno del sistema sanitario pubblico. Un risultato frutto di un grande lavoro di squadra tra Regione e Azienda Ospedaliera con un obiettivo condiviso: mettere il paziente al centro, offrendo terapie più efficaci, più rapide e con minori effetti collaterali. Il nuovo Polo Alte Energie, che si può ben definire anche Alte Tecnologie, vede un investimento di oltre 25 milioni di euro, di cui 2 finanziati con risorse PNRR. Oltre all’installazione di cinque apparecchiature all’avanguardia, l’intervento ha previsto la ristrutturazione del padiglione 24 e il recupero di una palazzina storica del primo ’900, dove è stato realizzato un bunker a schermatura baritica e magnetica per ospitare in sicurezza il nuovo acceleratore. Prosegue l’impegno della Regione per una sanità pubblica sempre più moderna, vicina alle persone e capace di affrontare le sfide della medicina del futuro”.
Bravi, DG Aoui Verona: “Ringrazio la Regione perché ha creduto nel nostro progetto e ci ha dato le risorse necessarie per realizzare il Polo Alte Energie. Il Veneto è la prima regione in Italia ad avere questa apparecchiatura in una struttura sanitaria pubblica. Oggi è una giornata importante perché dopo tanti anni di lavoro con i fisici, i medici, il settore tecnico e il settore acquisti inauguriamo una apparecchiatura di ultima generazione molto importante, che ci avvicina ancora di più alla medicina personalizzata. È, quindi, un’ulteriore dimostrazione che Aoui Verona agisce con i fatti e non solo con le parole. L’acceleratore con risonanza magnetica rappresenta l’inizio del percorso di Radioterapia adattativa in Aoui, che consiste nel recare cure importanti al paziente riducendo al minimo i danni all’organismo. È una tecnologia che permetterà inoltre di effettuare interventi più efficaci riducendo sensibilmente il numero di accessi. Permetterà anche di fare cure oncologiche senza passare necessariamente dalla chirurgia. Il sistema sanitario veneto può andare orgoglioso soprattutto dei suoi professionisti e del personale sanitario presente nelle sue strutture”.
Lippi, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia e delegato del Rettore: “È con grande piacere intervenire oggi all’inaugurazione del Nuovo Polo Alte Energie, che si arricchisce dell’acceleratore lineare con risonanza, una tecnologia di altissimo livello e di straordinaria avanguardia, affiancando le altre apparecchiature. Questa infrastruttura rappresenta molto più di un semplice avanzamento tecnologico, è la concretizzazione di una visione di medicina che pone al centro l’alleanza tra scienza, clinica e formazione. In questo contesto, il rapporto tra Università e Ospedale trova una declinazione piena, vitale e lungimirante. Il Polo Alte Energie consentirà una collaborazione strategica tra due istituzioni e una visione comune: offrire una medicina di eccellenza, fondata su evidenze scientifiche solide, su tecnologie avanzate e formazione continua, dinamica e qualificata. Questa nuova tecnologia non solo amplia le possibilità terapeutiche, ma lo fa migliorando significativamente la precisione, la sicurezza e la personalizzazione dei trattamenti. Significa maggiore efficacia e minori effetti collaterali per i pazienti, significa cure che sono allo stesso tempo più sofisticate e più umane. Sul piano scientifico, il potenziale di questa tecnologia è straordinario. Offre a ricercatori e clinici uno strumento potente per sviluppare nuovi protocolli, validare modelli predittivi, integrare l’intelligenza artificiale e spingere ancora più avanti i confini della medicina di precisione. Rafforza, inoltre, il ruolo di Verona come polo di riferimento nazionale e internazionale per la ricerca clinica e traslazionale”.
Antonelli, direttore Dipartimento Chirurgia e Oncologia: “L'innovazione di questa tecnologia sta nel fatto che si può praticare un trattamento radioterapico abbinando una diagnostica per immagini, che è alla base di buona parte della fase di studio di tanti tumori. Questo abbinamento, oltre alla precisione dell'inquadramento del campo d'azione, beneficia anche del fatto che in corso di trattamento si può adattare la dose in base a come l'organismo sposta le proprie strutture. Oggi questa è una Radioterapia oncologica e, in un certo senso, chirurgica, vale a dire che applica i principi della chirurgia, cioè volta alla precisione massima possibile, senza violare l'organismo. Si pratica sostanzialmente un trattamento chirurgico da fuori, con il beneficio di regolarlo con la massima precisione possibile. Avrà un campo di applicazione in molti ambiti. Cito ad esempio il mio campo, nei tumori della prostata aiuta a ridurre le sedute necessarie. La lunghezza della terapia è sempre stato lo scoglio principale per i pazienti che da oggi potranno accedere al trattamento con molta più motivazione”.