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Sabato 25 Ottobre 2025
III Conferenza Internazionale della Fondazione MUVIN. Svelato il concept unico del futuro Museo del Vino di Verona: un percorso esperienziale e immersivo in 17 sezioni, che integrerà le più moderne tecnologie. Stimati 350 mila visitatori l’anno a regime,

“Si è tenuta, il 24 ottobre 2025, presso la Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, a Venezia, la III Conferenza Internazionale promossa dalla Fondazione MUVIN, intitolata Il Museo del Vino tra Cultura, Innovazione e Identità Territoriale. Il convegno è stato l’occasione per fornire numerosi aggiornamenti sul progetto che porterà alla costruzione del Museo Nazionale del Vino, a Verona. Un pubblico composto da esperti, istituzioni, accademici e operatori di settore ha preso parte a una giornata di confronto interdisciplinare, volta a delineare i contenuti, gli impatti e il modello innovativo di questo progetto culturale unico nel suo genere in Italia. L’obiettivo: creare uno dei più importanti hub internazionali sulla cultura e la civiltà del vino. Il progetto ha infatti l’ambizione di posizionarsi al livello delle best pratices presenti in Europa, quali La Cité du Vin di Bordeaux, WoW World of Wine di Porto e Vivanco in Spagna. L’appuntamento ha idealmente raccolto il testimone dalla seconda edizione della International Conference on Wine Museums, svoltasi a Verona nell’ottobre 2024. I saluti istituzionali hanno visto l’intervento del Presidente del Consiglio Regionale Roberto Ciambetti. Hanno inviato manifestazioni di piena adesione e supporto al progetto anche il Presidente di Veronafiere Federico Bricolo e, sul fronte della politica nazionale, il senatore Matteo Gelmetti e il deputato Ciro Maschio. La conferenza - moderata dal giornalista e saggista Massimo Zanichelli - si è poi articolata in due sessioni tematiche: la prima dedicata a genesi, visione e impatto del progetto sul territorio nazionale e la comunità locale la seconda, incentrata sugli aspetti creativi, relativi al concept plan architettonico, l‘identità, i contenuti e il percorso di visita del nuovo hub. L’apertura è stata affidata a Diego Begalli, presidente della Fondazione MUVIN e già prorettore dell’Università di Verona, che ha delineato la missione culturale e identitaria del polo culturale, evidenziandone il ruolo nella valorizzazione del patrimonio enologico italiano. «Il nuovo polo culturale sarà unico nel suo genere nel panorama nazionale e internazionale, poiché dedicato all’esplorazione a tutto tondo della cultura del vino - ha dichiarato Begalli - Ben lontano dal concetto tradizionale di museo, sarà un hub partecipativo volto a stimolare il continuo dialogo intergenerazionale, grazie ai linguaggi dell’innovazione, della formazione e dell’edutainment». A seguire, Enrico Ghinato, manager e membro del consiglio della Fondazione Muvin, ha illustrato la sostenibilità economico-finanziaria dell’iniziativa, che ha beneficiato finora di un finanziamento di 300 mila euro, per tre an, da parte della Regione Veneto, grazie all’iniziativa del consigliere Enrico Corsi. «Il progetto - ha spiegato Ghinato -, superata la fase di startup, potrà raggiungere 350 mila visitatori l’anno a regime, con un impatto occupazionale stimato tra 80 e 130 nuovi posti di lavoro. Il fatturato, previsto a 6 milioni di euro nella fase iniziale, potrebbe raddoppiare nel giro di dieci anni». «L’investimento è stimato in 25 milioni di euro e s’ipotizza, nelle assunzioni del business plan, che venga sostenuto attraverso ricorso all’equity per 8 milioni, a un finanziamento per 7 milioni e al sostegno pubblico per 10 milioni – ha aggiunto Ghinato, che ha concluso – Si tratta di un investimento opportuno per un comparto come quello enologico, che caratterizza l’economia del Made in Italy nel mondo. L’iniziativa, inoltre, sarà fondamentale per lo sviluppo di un nuovo tipo di turismo per Verona, quello dell’enogastronomia, che sostiene la destagionalizzazione dei flussi e accresce la qualità dei visitatori». Ad approfondire il tema degli impatti sul territorio, è stato Francesco Pecci, economista e responsabile spin-off dell’Università di Verona. «Sulla base dei flussi turistici attuali - ha spiegato lo studioso - si raggiunge un valore stimato di circa 350 mila visitatori annuali, a regime. Cifre che prefigurano, per la città di Verona, una rilevante crescita dell’indotto e una spinta significativa all’enoturismo. In questo senso il nostro studio non rileva una creazione di valore solo per la città, ma anche per il Veneto e l’intero territorio nazionale». Ha concluso la prima sessione Giuseppe Costa, CEO di Costa Edutainment, gruppo leader in Italia nella gestione e promozione di musei di nuova generazione, con un contributo video nel quale ha condiviso una riflessione sui nuovi modelli di edutainment e musealità esperienziale, ispirata alle best practice internazionali. Il Gruppo Costa ha dichiarato la propria disponibilità a candidarsi alla gestione dell’iniziativa, auspicando che essa venga portata a termine, perché assente nel panorama italiano e in assoluta tendenza con i trend internazionali. Nella seconda parte della mattinata è stato presentato il concept plan architettonico del nuovo hub, esito di una collaborazione sinergica tra lo Studio Ardielli Fornasa Associati e Mirko Scaratti. «Al centro del nostro lavoro – ha spiegato Marco Ardielli, che ha coordinato il team di progettisti - vi è l'idea di un'integrazione armonica tra esperienze digitali e analogiche, tra spazi e oggetti fisici, per costruire una narrazione che coinvolga attivamente il pubblico. Si tratta di un progetto ambizioso e innovativo, che si snoderà all’interno di spazi flessibili e interattivi e, al tempo stesso, s’integrerà armoniosamente nel contesto urbano attraverso la presenza di un parco attrezzato, pensato come luogo di incontro, socialità e fruizione collettiva. Il nuovo hub si configura così come un ponte vivo tra l'architettura e la città: non solo un contenitore, ma un luogo aperto e in dialogo costante capace di trasformare la visita in un'esperienza partecipativa e memorabile». Per la prima volta sono stati mostrati i moodboard delle sale espositive e delle aree comuni, rivelando un progetto attento alla coerenza tra estetica, funzionalità e storytelling. Ogni ambiente è stato pensato per accompagnare il visitatore in un percorso fluido, in cui cultura, design e quotidianità si fondono in un'esperienza organica e coinvolgente. Steve ters, docente alla Burgundy Business School, Master of Wine e autorità nel campo dei wine studies, a capo del comitato internazionale di esperti che ha redatto l’indice dei contenuti del museo, ha poi offerto una lettura meta progettuale del nuovo hub, inquadrandolo nel contesto internazionale e sottolineandone le caratteristiche distintive. Al suo fianco, lo storico britannico ed esperto di civiltà e comunicazione del vino Graham Harding, docente a Oxford. «Abbiamo immaginato un luogo nuovo, che racconterà la cultura del vino con uno sguardo duplice: da un lato, le sue radici storiche e culturali dall’altro, le sfide contemporanee, facendone una lente per interpretare tematiche globali, dalla geopolitica al cambiamento climatico», ha spiegato ters. Gli ha fatto eco il collega di Oxford, che ha svelato la frase guida che aprirà il percorso museale: «Il vino ha cambiato il genere umano più di quanto il genere umano abbia cambiato il vino». In chiusura, Antonio Scuderi, ceo di Capitale Cultura Group e docente di Digital Heritage allo IED e alla Link University, ha illustrato il progetto del percorso di visita. «Il nuovo hub - ha spiegato - nasce per offrire un’esperienza coinvolgente ed educativa, capace di valorizzare in sinergia le dimensioni globale e locale, attraverso una narrazione a più livelli di approfondimento, a seconda delle caratteristiche dei visitatori». A caratterizzare il percorso di visita sarà l’impiego di tecnologie immersive e di realtà estesa di ultimissima generazione, con soluzioni specifiche per i più piccoli e i portatori di disabilità. L’utilizzo mirato dell'Intelligenza Artificiale consentirà un livello molto alto di personalizzazione dell'esperienza, ma anche la partecipazione diretta del pubblico. Questa tecnologia consentirà ai visitatori di plasmare i contenuti di alcune sezioni, che saranno veri e propri laboratori in perenne evoluzione. Grazie al contributo della Regione Veneto, la Fondazione Muvin ha anche aggiornato il proprio sito web, all’interno del quale una nuova sezione, intitolata Winepedia, costituisce un compendio divulgativo approfondito e sulla cultura e l’economia del vino, con 100 schede editoriali curate da un team di esperti. Il sito è consultabile all’indirizzo fondazionemuseodelvino.it. La Fondazione Museo del Vino MUVIN nasce, nel 2022, a Verona, con alcuni specifici obiettivi: • Promozione per la realizzazione, in Italia, del primo Museo del Vino di livello Internazionale, al pari dei più importanti musei oggi operanti in Europa, quali la Cité du Vin a Bordeaux (Francia), WoW a Porto (Portogallo), Vivanco in Spagna.• Educazione e divulgazione culturale: offrire al pubblico una comprensione più approfondita della cultura del vino, dai valori dell’origine ai metodi di coltivazione e produzione, alle relazioni con l’arte, la storia e i paesaggi. • Promozione territoriale: collegare il mondo del vino al territorio, mostrando come i musei del vino possano contribuire alla promozione turistica locale, attraverso il rafforzamento del valore delle destinazioni.• Innovazione e sostenibilità: esplorare il ruolo dell'innovazione tecnologica e della sostenibilità nella produzione vinicola moderna, con uno sguardo rivolto al futuro del settore. MUVIN è un’iniziativa che coniuga cultura, tradizione, economia e innovazione, facendo del vino un protagonista del patrimonio italiano e internazionale. La Fondazione è un ente senza scopo di lucro. I soci fondatori sono le associazioni economiche del territorio, degli agricoltori (Coldiretti, Confagricoltura, Cia), l’associazione Avive, che riunisce tutti i consorzi delle DOC e DOCG della provincia di Verona, le associazioni dei commercianti con Confcommercio e Confesercenti, della piccola industria con API e del mondo cooperativo con Confcooperative. Tutti hanno trovato nell’oggetto sociale di MUVIN una piena condivisione dell’iniziativa ed è la prima volta che a Verona tutte le associazioni economiche territoriali aderiscono a un’iniziativa culturale che ha rilevanti ricadute sul turismo e il sistema economico-sociale del territorio. Lo statuto della Fondazione prevede l’istituzione di un Comitato Scientifico che ha il compito di assistere il Consiglio nell’elaborazione delle strategie, nelle relazioni con le autorità internazionali, comunitarie, nazionali, regionali e cittadine e con le istituzioni accademiche. Di questo fanno parte gli accademici presenti nel Consiglio Generale della Fondazione (Prof. Diego Begalli, Prof. Maurizio Ugliano e Prof.ssa Nicoletta Zerman). A questi si aggiungono la Prof.ssa Roberta Garibaldi dell’Università di Bergamo e il Master of Wine Dott. Andrea Lonardi, la Dott.ssa Emanuela Panke”. Una III Muvin-Conferenza, che evidenzia, come l’operazione di creazione di un Museo del Vino, a Verona, continui a positivamente procedere e ad ampliarsi, con contributi istitutivi concreti e con una visione moderna ed innovativa, per dare alla città scaligera, Capitale europea del Vino, un grande centro, a livello internazionale, di costante approfondimento dell’essenza del vino e della sua storia, anche come incisivo apporto, attraverso la viticoltura, dalla quale il prezioso succo, deriva, alla valorizzazione del lavoro produttivo dello stesso, al territorio, con il suo viticolo, straordinario paesaggio, e non ultimo,all’economia.
Pierantonio Braggio



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