Ciliegie 2022: piante cariche di frutti. Fra dieci giorni, inizia la raccolta, nel Veronese.
Maggio 2022 – Ottimismo tra i frutticoltori veronesi, per la raccolta delle ciliegie 2022, che inizierà, tra una decina di giorni. Piante, cariche di frutti, come da anni non si vedeva: premessa per una produzione abbondante. “Tiriamo un sospiro di sollievo, perché, quest’anno, il gelo non ci ha colpito – sottolinea Francesca Aldegheri, presidente del settore frutta di Confagricoltura Verona-. Il freddo, tra marzo e aprile, ha rallentato un po’ il processo di fioritura, e la siccità ha causato qualche problema: la raccolta inizierà in ritardo di qualche giorno… Però l’assenza di gelate ha favorito la fioritura e la crescita dei frutti, con una produzione abbondante, anche, grazie al fatto che, l’anno scorso, le piante, a causa delle forti perdite, sono state praticamente a riposo. Partiamo, quindi, con ottime prospettive, anche se bisogna stare attenti alla gestione della pianta, perché il mercato, oggi, chiede frutti di 28-30 millimetri di calibro e le ciliegie piccole non valgono niente. Attenzione anche alle concimazioni e al fabbisogno di acqua, per non mandare in stress idrico le piante. Infine, occorrerà monitorare i soliti nemici: cimice asiatica e drosophila. La cimice sta già cominciando a uscire e va combattuta, per tempo, con le armi che abbiamo a disposizione, perché non si diffonda e faccia strage di frutti”. Anche dal punto di vista del mercato i presupposti sono ottimi. “La Spagna, che in questo periodo ci invade, solitamente, con la sua produzione, in aprile, è stata colpita da una forte ondata di maltempo, che ha causato danni a parecchie produzioni, dalle drupacee agli ortaggi – spiega Aldegheri -. La Puglia ha già iniziato a vendere il suo prodotto, ma, finirà prima di noi, che, in collina, andremo avanti, con la raccolta, fino ai primi di luglio. Abbiamo parecchie varietà che ci consentono maturazioni differenziate nel tempo: Ferrovia, Regina, Kordia, Durone, Mora, Carmen e vari cloni del gruppo Sweet. Si cerca di diversificare, anche, per non trovarci con la raccolta concentrata in poche settimane, che ci metterebbe in difficoltà, anche per quanto riguarda la manodopera, che è sempre più difficile da reperire”. Si spera in un’annata, che riporti il sorriso, dopo un 2021, praticamente a reddito zero. A causa delle gelate, le perdite di produzione furono fortissime, soprattutto in pianura e negli impianti sforniti di sistemi antibrina. Anche il 2020 fu flagellato dal gelo, mentre, nel 2019, fu la grandine a causare la spaccatura dei frutti precoci. Tra maltempo e perdita di valore i ciliegi, in provincia di Verona, hanno subito una forte riduzione. Secondo i dati di Veneto Agricoltura, la superficie produttiva dei ciliegeti veneti si è ridotta dai 2.784 ettari del 2008 ai 1.968 ettari del 2021, di cui il 77% in provincia di Verona (1.510 ettari). “La grande distribuzione deve capire che, se si vuole vedere prodotto italiano, bisogna che i frutticoltori ricevano il giusto compenso – avverte il presidente -, altrimenti smetteranno di produrre e sugli scaffali rimarrà solo frutta straniera, con minori garanzie di freschezza e qualità. Lavorare tanto, rischiare, pagare in anticipo le spese e tirare i conti a fine anno, per scoprire che il bilancio è in perdita, non conviene a nessuno”. Specialmente, alla non sempre fortunata agricoltura, nella quale, purtroppo, uniche certezze sono grande l’impegno e la spesa.
Pierantonio Braggio

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