Export 2022, da Verona: un 12% in più, rispetto al 2022. Giuseppe Riello: “Cresciamo a tasso costante; potremmo essere più competitivi”.
L’Export veronese, in veloce corsa, guadagna un 12,7% nel 2022, rispetto allo stesso periodo del 2021, con un totale di 15,2 miliardi di euro di nostri prodotti venduti all’estero. Una crescita inferiore alle media veneta del 16% e di quella italiana del 20%. Abbiamo venduto: macchinari, alimentari, tessili-abbigliamento, vino, ortofrutta, calzature, marmo, termomeccanica, arredo, ed altro. “Il 2022 è stato un anno di crescita e sviluppo per le imprese che operano con l’estero – afferma il Presidente della Camera di Commercio di Verona, Giuseppe Riello – ma si è trattato di una crescita rallentata rispetto al Veneto e all’Italia. Potremmo fare di più per essere competitivi: rispetto al 2021 le crescite a doppia cifra rimangono tali solo per i macchinari (+11,2% a 2,7 miliardi di euro), le calzature (+12,5% a 523 milioni) e gli altri prodotti che crescono del 19,8% e rappresentano ormai un’importante quota del nostro export: il 37%. Se i macchinari pesano per il 17,7% sulle vendite totali estere, non è da meno l’agroalimentare (alimentari, vino e ortofrutta) che rappresenta il primo comparto con un peso percentuale sul totale del 26,1%. Segue il tessile abbigliamento che esporta 1,7 miliardi di euro, in crescita dell’8,8% e pesa per il 10,9% sul fatturato estero complessivo. Continua la ripresa dei distretti lapidei, con un aumento del 9,9% a 481,9 milioni di euro mentre segnano il passo il sistema arredo (-2,7% a 105,3 milioni) e la termomeccanica (-1,1% a 149,9 milioni)”. Quanto ai mercati di destinazione delle merci veronesi, la vocazione delle imprese è tutta europea, fatta eccezione per gli Stati Uniti. La Germania rimane sempre il primo mercato con il 17,7% delle esportazioni (2,7 miliardi di euro), seguita da Francia, Stati Uniti e Spagna. Con Austria, Polonia, Belgio e Paesi Bassi sono nove su dieci i mercati ad essere in terreno positivo. L’unica voce negativa è quella della Svizzera, che diminuisce del 4,2%, dopo un occasionale picco dovuto a transazioni nel comparto calzature/abbigliamento. Il conflitto tra Russia e Ucraina e i sistemi di sanzione non hanno frenato le esportazioni in Russia che sono stazionarie a 233,2 milioni di euro. Diverso il contesto ucraino: il Paese è il mercato che registra la maggior flessione tra i primi 50 mercati di esportazione: 51,5 milioni di euro in calo del 19,1%. La Cina diventa sempre meno appetibile per le imprese veronesi, che vi esportano merci e servizi per 163,5 milioni, il 3,7% in meno rispetto al 2021. E’ da segnalare, invece, la crescita delle importazioni dalla Cina pari al 45,9% (1,4 miliardi di euro): il paese del Sol Levante – così il comunicato della Camera di Commercio – è il terzo mercato per importazioni, dopo la Germania e la Spagna. Una bella notizia, nel suo complesso, che, se è tale, per l’economia di Verona, lo è, per la capacità, la professionalità e la tenacia dell’imprenditoria veronese.
Pierantonio Braggio