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Domenica 21 Novembre 2021
In Veneto, previsti 900 milioni di acquisti natalizi. La CGIA sta con i sindacati: meglio il taglio dell’Irpef”, segnala l’attento Centro Studi di Mestre.

Si avvicina il Natale, momento importante, anche dal punto divista economico – importante, particolarmente, con riferimento ai danni subiti dall’economia e all’in qualche modo, nuovo metodo di vita dei cittadini, a causa della pandemia – perché fonte di speranza in un’inizio di ripresa, anche sul piano dei ”regali natalizi”, indubbio acceleratore d’entrate, anche se, certo, modeste, per le eccellenti piccole imprese artigiane venete e il piccolo commercio, se una contenuta circolazione del virus lo permetterà, come ci si augura. Recita, infatti, un meditato comunicato dodi CGIA: ”Molto dipenderà dall’andamento dell’epidemia e delle eventuali chiusure e restrizioni alla mobilità, che il Governo potrebbe introdurre, nelle prossime settimane, per contrastare la quarta ondata di pandemia. Tuttavia, l’Ufficio studi della CGIA stima che la spesa per i regali natalizi, quest’anno, dovrebbe tornare almeno alla soglia registrata nel 2019, quando sfiorò i 900 milioni di euro. Niente a che vedere, tuttavia, con quanto spendevamo prima della crisi 2008-2009, quando per i regali natalizi, i veneti, a dicembre, facevano acquisti per quasi 1,5 miliardi di euro. La contrazione registrata in questi ultimi anni, in parte, è anche ascrivibile al fatto che molti veneti anticipano, a novembre, l’acquisto dei regali, approfittando del “black friday”. Con meno acquisti, tuttavia, a pagare il conto sono stati soprattutto i negozi di vicinato, mentre gli outlet e la grande distribuzione organizzata sono riusciti ad ammortizzare il colpo. Speriamo che anche grazie alle tredicesime, in questo ultimo mese dell’anno si torni a spendere intelligentemente, ridando così fiato alla domanda interna che, seppur in crescita, rimane ancora debole. Tendenzialmente, anche quest’anno i generi alimentari dovrebbero confermarsi la tipologia di regalo più diffusa: seguono giocattoli, i libri ed ebook, l’abbigliamento/scarpe e prodotti per la cura della persona. Tra i prodotti che rischiano di non recuperare quanto perso, l’anno scorso, a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, spiccano i biglietti per spettacoli, concerti e viaggi. Per contro, non c’è alcun dubbio che i cosiddetti regali “digitali”, che possono essere acquistati senza doversi recare presso i negozi fisici, subiranno un ulteriore aumento. In particolare gli abbonamenti a piattaforme streaming e buoni regalo per acquistare online. In vista della decisione che dovrà prendere il Parlamento, in merito a quale imposta destinare il taglio da 8 miliardi di euro, così come previsto dal disegno di legge di Bilancio per il 2022, l’Ufficio studi della CGIA non ha dubbi: la riduzione deve interessare l’Irpef e non l’Irap, allineandosi, così, alla posizione assunta da CGIL, CISL de UIL.  Il taglio dell’Irpef, infatti, eleverebbe le buste paga e le pensioni degli italiani, favorirebbe i consumi e, molto probabilmente, contribuirebbe ad aumentare il fatturato degli artigiani e dei piccoli commercianti, che vivono quasi esclusivamente di domanda interna. Destinare il taglio solo all’Irap, invece, premierebbe le grandi imprese, visto che negli ultimi anni alle piccole e alle micro aziende il peso dell’imposta regionale sulle attività produttive è stato alleggerito significativamente. In Veneto, ricorda la CGIA, nel 2020 l’Irpef versata dai contribuenti della nostra regione è stata pari a 15,9 miliardi di euro. Di Irap, invece, le imprese venete hanno versato 1,37 miliardi di euro”. Restiamo in attesa, comunque, delle decisioni governative, a favore d’un settore, che va sostenuto, sia a tutela della rispettiva continuità, nonché di chi vi lavora, e perché esso, in Veneto, oltre ad essere valida economia, è grande storia. 
Pierantonio Braggio
Alla Bottega del Vino, Verona, il premio per la «Migliore Carta dei Vini del Mondo della propria regione», scrive la rivista britannica World of Fine Wine.
Per chi desidera degustare e gustare vini eccellenti, essenziale è consultare « la  Carta dei Vini » dell’esercizio, che li propone. In tal senso, la Bottega del Vino, Verona, è stata nuovamente protagonista della cerimonia – da un paio d’anni, solo on-line, causa Covid-19 – organizzata a Londra, dalla rivista inglese World of Fine Wine, che, ogni anno, aggiudica i premi alle ‘migliori carte vini’ del mondo. Segnala, molto correttamente, Bottega del Vino, che le ‘carte vini’ partecipanti al contest World's Best Wine Lists, sono divise in categorie e giudicate, secondo un rigoroso protocollo, da giurie internazionali di professionisti indipendenti, fra i quali, World Champion Sommelier, Master Sommeliers, Master of Wines e noti critici e scrittori enogastronomici. Sorto, nel 2014, il contest in tema, si distingue per essere il primo programma a riconoscere l'importanza essenziale di una buona selezione di vini – indipendentemente dalle dimensioni dell’ambiente, nella moderna esperienza culinaria, in tutto il mondo. Ricorrendo alla storia, veniamo a sapere che La Bottega del Vino – che, nel 2019 si era aggiudicata il premio, per la « migliore Carta dei vini del mondo, per i vini da Dessert »– quest’anno, era in lista per aggiudicarsi il premio  « Distillati » e « Migliore Carta dei vini regionale nella Regione ». Bottega del Vino, quindi, si è imposta, nella categoria in considerazione, grazie al determinante stretto rapporto, con i produttori del territorio, esibendo una profonda conoscenza della storia e del terroir della regione. «Siamo molto fieri di questo premio » ha commentato a caldo il Presidente della Bottega del Vino Tiziano Castagnedi, in quanto «questi riconoscimenti sono testimonianza del grande lavoro e della passione, che animano il team della Bottega del Vino. Vorrei, quindi, cogliere l’occasione, per ringraziare, con le Famiglie Storiche, il direttore Luca Nicolis e tutta la sua squadra, per il grande lavoro svolto, in questi anni e per non essersi persi d’animo, nemmeno di fronte alla più grave crisi, che ha colpito il mondo della ristorazione». Scrive, ancora la veronese Bottega del Vino: In nomination per i premi delle diverse categorie i grandi nomi della ristorazione mondiale come Bern’s Steak House in Florida, Tantris a Monaco di Baviera, l’Atelier de Joel Robuchon ad Hong Kong e Atrio a Caceres. Un riconoscimento importante per il ristorante veronese che premia il lavoro svolto dal team di Sommeliers, capitanati da Alberto Bongiovanni: Davide Lucido, Sabina Zantedeschi a cui recentemente si sono aggiunti Simone Isoli e il romano Federico Ranieri. L’antica e nota nota Bottega del Vino – vero vetusto e glorioso tempio del Vino, con lunga storia, nonché di alti incontri e di visite, da parte di grandi personaggi, alle spalle - era stata rilevata, nel 2011, dalle Famiglie Storiche, che hanno saputo mantenere viva la grande tradizione di ospitalità di questo caratteristico ristorante, fortunatamente attivo, nel centro storico di Verona. Non solo grazie alla pluripremiata ‘carta dei vini’, con le sue 4.500 etichette, ma, anche con i suoi tipici piatti della tradizione veneta e veronese, proposti in un’atmosfera straordinaria, creata anche da un originale ed antico arredamento, e che creano un fascino intramontabile ed indimenticabile. Tra i piatti di punta del Ristorante –assolutamente tipico – spiccano, con i loro straordinari sapori e la loro storia. il Risotto all’Amarone, la Pasta e Fagioli – in veronese : Pasta e Fasói – e la Pastissàda de Cavàl, di antica memoria. Bottega del Vino: grande luogo d’incontro, in cui, un buon vino, scelto sulla premiata ‘carta dei vini’, crea allegria e serenità.
Pierantonio Braggio




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