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| Venerd 4 Ottobre 2024 |
FEDERICO MARTINELLI:
Negli ultimi anni due anni da Nord a Sud del Paese a favore dell’arte
Incontriamo Federico Martinelli per dialogare con lui delle sue innumerevoli passioni. Dipendente di un Istituto di Credito, nel tempo libero si dedica a varie attività: organizzazione di eventi, scrittura, coltivazione di piante e volontariato. Da oltre ventitré anni opera nel campo della cultura e, quest’anno, festeggia quindici anni di attività con l’Associazione Culturale Quinta Parete, che presiede e coordina con ritmo inarrestabile. Martinelli, è stato un 2024 intenso il suo? «Senza dubbio, un anno da incorniciare, ma le cose belle sono iniziate qualche mese prima. A ottobre 2023, con la dott.ssa Erika Rigotti, ho organizzato un concerto presso l’Auditorium della Gran Guardia di Verona: circa ottocento persone per un evento benefico con la totalità delle offerte a sostegno della rete veneta delle cure palliative pediatriche e la presenza, in sala, di professionisti nazionali del settore e il patrocinio di numerosi Ordini Professionali dell’ambito medico – sanitario. La donazione ha raggiunto i 15.000, euro interamente destinati a favore dell’Ospedale di Verona, dell’Hospice Pediatrico di Padova, dell’ULSS 9 e dell’ODV L’acero di Daphe. È stata una grande emozione per una tematica che stringe il cuore. In quei giorni ho avuto il sostegno dei miei giovanissimi cugini che hanno organizzato una lotteria: grazie a loro sono stati raccolti 2.000 euro ad arricchire ulteriormente la raccolta fondi. La loro presenza sul palcoscenico ha dato un messaggio ancora più forte. Con l’Odv “Daphne” sono nate poi altre iniziative e altre saranno presentate nei prossimi mesi.» Poco dopo il concerto l’abbiamo vista di nuovo impegnato in altri progetti e non solo a Verona. «Soprattutto fuori Verona, ma sempre con lo sguardo attento a renderle omaggio. Nel 2024 ho inaugurato tre edizioni della Rassegna Nazionale degli Intarsiatori Lignei: Trento, Verona, Monte Oliveto Maggiore. Sempre a Trento, all’interno del Duomo, ho curato con il dott. Marco Arman, una personale del M° Carletto Cantoni.» Ci parli di più di questo progetto: «È nato su impulso dell’intarsiatore Francesco Lazzar, direttore artistico della Rassegna, della quale ricopro il ruolo di organizzatore e curatore. L’intento è quello di raccontare gli echi contemporanei della tarsia lignea, ospitando i migliori intarsiatori in una serie di progetti espositivi con artisti provenienti dalla Sicilia alla Valle d’Aosta. Le altre sedi, oltre a quelle citate, mi hanno visto impegnato a Desenzano, Belluno, Cantù, Cremona, Padova. Monte Oliveto Maggiore, tra le colline senesi, è il coronamento di un sogno: un’emozione indescrivibile. In quell’antico Monastero del 1300 è nato l’Ordine Benedettino degli Olivetani e, in pieno Rinascimento, si è formato spiritualmente il maggiore intarsiatore di sempre: fra Giovanni da Verona. Alle dieci edizioni presentate hanno partecipato diversi intarsiatori della nostra città: Verona è quindi protagonista di un’iniziativa pienamente nazionale in quanto l’unicità della proposta è indiscutibile.» Federico Martinelli organizza anche rassegne teatrali e musicali, alcune delle quali ormai decennali: sono molte le proposte tra ville – Negrar, Bussolengo e Povegliano – oltre che piazze e altre sedi ma la sua passione non si ferma qui. Spesso è chiamato quale relatore, autore o curatore di progetti editoriali. «Le rassegne organizzate sono innumerevoli e le serate diverse centinaia, parimenti ho partecipato a convegni sulla tutela dell’arte veronese del Novecento e ho presentato alcuni pittori di Verona in occasione di mostre personali o in prefazioni di cataloghi. È un vero privilegio raccontare l’effervescenza culturale e gli stimoli che le forme d’arte offrono anche a livello locale.», Martinelli lei qualche anno fa ha anche pubblicato per nomi di caratura internazionale... «Certamente, basti pensare che sono editore della pubblicazione “Herat Ora Nona” che presenta l’opera dello scultore Accademico Pontificio dei Virtuosi al Pantheon Ernesto Lamagna, il più grande scultore vivente che abbiamo in Italia. Un’opera struggente e ricca di messaggi che, prima di essere esposta nel loggiato del Comune di Verona nel 2022, era stata al Mart di Rovereto. Con la mia casa editrice ho realizzato una pubblicazione a tiratura limitata, firmata dall’artista e condiviso la curatela con il prof. Vittorio Sgarbi.» Cosa ci dice, invece, della sua passione per la natura? «È una missione. Richiederebbe molto tempo parlare di questa mia prerogativa. Continuo a seminare, innestare e piantare: ginko, noce, mandorlo, salice, albero di Giuda, quercia e… tantissimi agrumi. Il mio cruccio è che parlo di questa passione con tanti giovani ma nessuno sembra avere interesse per l’argomento. Invece è così bello che da un germoglio possa nascere una pianta. Ogni bambino o ragazzino potrebbe così veder crescere, assieme a lui, quello che diventerà un albero. E magari raccontare la storia di quel germoglio a chi verrà dopo.» Chiudiamo l’intervista con una domanda, dato che inverno è ormai sinonimo di nuovo anno. E il 2025? «Ci sono diverse idee, anche lungimiranti. Se dovessero andare in porto, magari, potremmo incontrarci nuovamente e parlarne meglio.»
Di Francesca Tamellini

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