Alessandro Chiodo è un autore di saggi, poesie e testi teatrali. È curatore di diverse pubblicazioni culturali nell’ambito delle arti visive e letterarie. A queste attività’, accosta quelle di pittore e scultore. Da Berlino fonda la casa editrice Pondera Verborum . Chiedo ad Alessandro cosa rappresenta l’arte e gli artisti per lui.
“Cara Piera, cosa sono le arti e cosa significa essere artista? Per me, l'arte è una luce che scaturisce da realtà divine e fisiche, donata agli esseri umani come segno di filialità. Questa luce guida e trascende la nostra condizione terrena, permettendoci di sperimentare il divino. Ogni essere umano ha ricevuto questo dono, sta a noi accoglierlo o respingerlo.
Nel mio percorso, nonostante errori e deviazioni, ho sempre accolto la presenza divina, che è il fondamento del mio essere artista. L'arte è la mia testimonianza del divino, un modo per confermare la potenza e la perfezione della creazione. Non considero l'arte come compartimentata in categorie umane: pittura, scultura, poesia o altre discipline sono solo etichette. L'arte, per me, è l'emblema della somiglianza dell'uomo a Dio, un riconoscimento della vita come dono divino.
Le dispute sull'arte, i conflitti tra artisti e le rigide categorie estetiche riflettono la durezza del cuore umano, lontano dalla volontà divina. L'arte non può essere giudicata secondo criteri umani, ma deve essere vissuta come relazione con Dio. Nella società artistica odierna, si lotta per imporre visioni individualistiche dell'arte, ma ciò tradisce il suo scopo più alto: testimoniare la luce e la bontà di Dio.
Come artista, mi sforzo di seguire il percorso più difficile, la “porta stretta”, accettando l'arte come dono e responsabilità. Credo che non esistano forme d'arte giuste o sbagliate, purché si operi nella luce divina. Dio ci invita a essere sale della terra e luce del mondo, a riflettere la Sua gloria con opere luminose. L'arte, quando nasce da un cuore sincero e libero da presunzioni, risplende come verità.
Infine, accetto il mio errare, non solo come errore ma come ricerca e vagabondaggio nel divino. Diversamente dalle conclusioni disilluse di Adriano sull'anima, io vedo nelle nostre anime la speranza e la fede di continuare a risplendere in una luce eterna, guidati dal divino verso una bellezza ancora maggiore.” Sono pienamente in accordo con Alessandro Chiodo.