Il 24 e 25 giugno 2025 il Teatro del Montorio presenta “Ulisse. Il Capitano” nella casa circondariale di Verona
Il Teatro del Montorio, compagnia teatrale della Casa circondariale di Verona, torna in scena con uno spettacolo e inaugura un nuovo progetto drammaturgico.
Martedì 24 e mercoledì 25 giugno, con ingresso solo su invito, all’interno dell’istituto di reclusione di Montorio i detenuti partecipanti al laboratorio di teatro organizzato dalla Direzione del Carcere e dall’Associazione Le Falìe, con il sostegno della Fondazione San Zeno, porteranno in scena “Ulisse. Il capitano”, primo capitolo di un percorso teatrale dedicato all’opera “Odissea” del poeta greco Niko Kazantzakis (1883-1957).
Testo e regia dello spettacolo sono di Alessandro Anderloni che dal 2014 conduce il gruppo di teatro del Carcere di Verona, con la collaborazione alla drammaturgia e alla regia di Isabella Dilavello. Dello spettacolo, che andrà in scena nella Cappella del Carcere, fa parte integrante l’allestimento multimediale dedicato al tema del viaggio realizzato dal progetto “Giovani Energie” curato dalla Fondazione EduLife con contributi video, audio e foto realizzati nella Casa circondariale con un gruppo di venti detenuti dai 18 ai 29 anni.
«Ho scelto l’“Odissea” di Kazantzakis perché è una grande storia di viaggio», sottolinea Anderloni. «In carcere c’è bisogno di grandi storie, che scavino nel profondo dell’animo umano, che ci pongano di fronte agli insolvibili interrogativi dell’esistenza, che portino a viaggiare lontano le menti e i cuori. C’è bisogno, in una parola, dei classici. Ed è significativo che proprio nel carcere si pretenda di affrontare i grandi temi della vicenda umana, quando al di fuori imperversa l’impoverimento e l’appiattimento culturale in un tempo tormentato da guerre, discriminazioni, ingiustizie dove il mondo dello spettacolo e dell’intrattenimento, quasi ad anestetizzare i cervelli, ci inonda invece di vuota leggerezza, purché non si pensi. L’opera di Kazantzakis sarà il nostro libro guida per tre anni, così come abbiamo dedicato una trilogia alla “Divina Commedia”. Questo nuovo progetto è una continuazione di quel percorso perché l’Ulisse di Kazantzakis nasce dall’Ulisse del XXVI canto dell’“Inferno” di Dante».
Il testo dello spettacolo è stato interamente adattato dall’opera di Kazantzakis nel corso degli incontri del laboratorio settimanale che si svolge in carcere. In scena ci sono quindici attori di tutte le sezioni maschili a narrare l’inizio del viaggio raccontato da Kazantzakis in un libro di 33.333 versi, recentemente tradotto dal greco da Nicola Crocetti.
La vicenda prende avvio da dove la lascia Omero quando, ritornato e sterminati i Proci a Itaca, Ulisse percepisce l’ostilità del suo popolo e sente rinascere dentro di lui l’irresistibile richiamo a mettersi in viaggio. Salutato il figlio Telemaco, imbarcata una ciurma di sei fedelissimi, parte alla volta di Sparta dove incontrerà il vecchio re Menelao e rapirà, ancora una volta, la bellissima Elena. Ritornato a viaggiare, e scampato a una tempesta, approderà infine a Creta dove la vicenda si interrompe quando Ulisse è sul punto di ripartire ancora.
Il percorso teatrale è reso possibile grazie al lavoro, la disponibilità e la collaborazione del personale di Polizia penitenziaria, dell’Area educativa e della Direzione del Carcere. L’allestimento dello spettacolo coinvolge tutte le principali realtà che lavorano dentro l’istituto: la falegnameria gestita da Reverse per la realizzazione delle scenografie, la sartoria di Quid per i costumi, il gruppo artistico Made in Montorio per gli sfondi dipinti, l’associazione MicroCosmo per il coinvolgimento dei detenuti, Panta Rei per un momento conviviale con i prodotti gastronomici realizzati in carcere.
Ingresso solo su invito, fino a esaurimento dei posti disponibili, scrivendo a lefalielefalie.it.