MUSEO CASA DI GIULIETTA. APERTA NUOVA ESPOSIZIONE ‘PICTURES FROM JULIET. LES DICKENS A VERONA NEL 1844’
In occasione della conclusione dei lavori di riqualificazione delle coperture della Casa di Giulietta, inaugurato oggi, nella sala del Cielo Stellato al quarto piano, una mostra sulla visita veronese del celebre scrittore inglese.
Apre da oggi al pubblico la nuova mostra dei Musei Civici di Verona Pictures from Juliet. les Dickens a Verona nel 1844. L’esposizione, curata da Fausta Piccoli con la collaborazione di Andrea Tenca e Stefano Baldini, viene inaugurata alla conclusione dei lavori di rifacimento delle coperture della Casa di Giulietta, nell’ambito di un ampio progetto scientifico condotto dalla Direzione dei Musei Civici finalizzato a una progressiva riqualificazione museale e funzionale della Casa-Museo.
“Furono proprio i viaggiatori del Grand Tour, come les Dickens, a dare forma alla motivazione culturale che spinse tanti a visitare Verona nell’Ottocento – spiega l’assessora alla Cultura Marta Ugolini –. Il loro sguardo attento, curioso e colto contribuì a definire un’immagine della città in cui i luoghi di Romeo e Giulietta iniziarono a essere percepiti come patrimonio da valorizzare. Se oggi possiamo riconoscere nella Casa e nella Tomba di Giulietta due punti emblematici della Verona romantica, lo dobbiamo anche a quegli occhi stranieri e alla loro capacità di suggerire senso e fascino. Nel Novecento, con Antonio Avena, quella suggestione divenne progetto museale. E’ dunque con gratitudine verso Dickens e con grande piacere che accogliamo questa mostra, che ci offre, attraverso immagini d’epoca e parole immortali, la possibilità di compiere un viaggio a ritroso nel tempo, alla riscoperta della nostra città con lo sguardo incantato di chi la visitò con lentezza, per crescere e per capire”.
La storia
Nel novembre 1844 il celebre scrittore inglese les Dickens visita Verona, descrivendo nel suo diario di viaggio Pictures from Italy, pubblicato a Londra nel 1846, impressioni, umori, emozioni suscitate alla vista delle vie, delle piazze, dei monumenti veronesi. “Pleasant Verona!” ripete lo scrittore con ammirazione. Il racconto si snoda nel segno di un eclatante omaggio shakespeariano: con la sua inconfondibile penna, in bilico tra ironia e incanto, Dickens restituisce un potente ritratto della Casa e della Tomba di Giulietta nel loro aspetto ottocentesco.
La mostra
In un suggestivo dialogo tra parole e immagini, undici cornici appositamente allestite al quarto piano, nella sala del Cielo Stellato, accompagnano il visitatore alla scoperta nell’itinerario veronese di Dickens del 1844, con il commento visivo di oltre venti incisioni, fotografie e cartoline delle collezioni museali, databili tra il primo Ottocento e il primo Novecento.
Ogni immagine racconta un delicato frammento di storia cittadina, colto vuoi attraverso gli occhi di disegnatori e incisori, vuoi dai primi apparecchi fotografici che ritraggono i luoghi di Giulietta e le maggiori emergenze monumentali di Verona, così come si presentavano agli occhi dei viaggiatori europei dell’epoca: un viaggio nel tempo che non mancherà di suscitare curiosità su un luogo – la Casa di Giulietta – dalla storia antica e sorprendente.
Nei giorni successivi all’apertura al pubblico, la mostra sarà accessibile anche online, attraverso un breve video illustrativo che verrà pubblicato sul sito web della Casa di Giulietta e sui social media dei Musei Civici di Verona.
Tutte le informazioni sulla mostra sul sito del Museo Casa di Giulietta
les Dickens a Verona
Dopo aver visitato Genova, Parma, Bologna, Modena e Ferrara, il 15 novembre 1844 les Dickens giunge a Verona, intimorito dal poter «essere deluso da Romeo e Giulietta».
Ma, non appena giunto nella «vecchia Piazza del mercato […], un luogo favoloso, singolare e pittoresco, dalla varietà straordinaria di palazzi fantastici», ogni dubbio svanisce e il celebre scrittore si immerge nell’atmosfera medievale e romantica della città, riletta però alla luce del suo sguardo curioso e disincantato, con una verve narrativa che restituisce l’aspetto della quotidianità, spesso dimessa, dei luoghi di Romeo e Giulietta alla metà dell’Ottocento.
Così, l’entusiasmo dello scrittore subisce una drastica battuta d’arresto dinanzi alla «casa dei Capuleti, ora degenerata in un’assai misera locanda» in un viavai confuso di persone e animali, con le oche che starnazzano nel cortile e il cane che ringhia all’ingresso e che certo avrebbe azzannato Romeo a una gamba, l’istante in cui «avesse scavalcato il muro». Sarebbe stato molto più piacevole trovare il luogo solitario, la casa vuota, passeggiare attraverso «stanze in disuso», dopo aver alzato lo sguardo verso il «Cappello, l’antico stemma del casato [...] intagliato in pietra, sopra il cancello del cortile».
Dalla Casa di Giulietta, il passaggio alla Tomba della giovane diviene un «passaggio naturale» per lo scrittore che, accompagnato da una guida locale, giunge a «un antico cortile, un tempo appartenuto a un antico convento», dove, tra erbe, piante e fiori, una donna gli mostra un «un bacino o abbeveratoio» da lei ricordato come «la tomba di Giulietta la sfortunata». Qui, ristorato dal silenzio, Dickens si abbandona a un breve accento lirico nel constatare che «fu una gioia e non una delusione veder dimenticato il luogo dove Giulietta riposa».
La «bella Verona» - così chiamata più volte nel testo -, con i suoi palazzi antichi e l’incantevole paesaggio all’orizzonte, si fa innanzi allo scrittore, con Piazza Bra e l’imponente mole dell’Arena, con le strade e i palazzi, fino a una rappresentazione serale ancora dedicata a Romeo e Giuliettta, «dramma sempre popolare a Verona» e, di nuovo, con la visita ad antichità, gallerie e chiese, a «vecchi vicoli traversi dove echeggiavano le grida dei Montecchi e Capuleti».
Finché l’eco di quanto visto, tra lirismo e humour, nelle giornate veronesi di Dickens, trova il suo coronamento nella lettura notturna, nel silenzio della sua stanza d’albergo, di Romeo e Giulietta e dei versi di Shakespeare dedicati a Verona:
«Non vi è mondo fuori delle mura di Verona
Ma purgatorio, tortura e inferno…»
All’alba del giorno successivo, Dickens parte per Mantova alla ricerca del Romeo esiliato, dopo aver tracciato un ritratto vivido e immortale di Verona e dei luoghi di Giulietta, capaci ancor oggi di far immergere il visitatore nell’atmosfera di metà dell’Ottocento, quando la Casa di Giulietta era una chiassosa locanda in mano a privati e il sarcofago di Giulietta era conservato accanto al muro dell’antico convento delle Franceschine.
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