Sul leggere. Una stagione di mostra fotografiche a Pordenone Robert Doisneau, Olivia Arthur, Seiichi Furuya e Stefanie Moshammer
Una nuova stagione di mostre fotografiche per rendere Pordenone protagonista della scena artistica nazionale. Un percorso avviato lo scorso anno ed indirizzato al 2027, quando Pordenone sarĂ Capitale Italiana della Cultura e che avrĂ , come filo conduttore, la parola âleggereâ, termine piĂš che appropriato per una cittĂ come Pordenone che è sempre stata una cartina di tornasole delle dinamiche economiche e culturali italiane. Un programma che ha giĂ avuto unâanteprima con la mostra âInge Morath. Le mie storieâ in corso fino al prossimo 16 novembre, un percorso per svelare nuove parti del suo lavoro.
Un grande progetto culturale che, sviluppato attorno al filo rosso del leggere, vuole offrire dialoghi e corrispondenze fra i grandi maestri della fotografia internazionale e fotografi contemporanei di grandissimo livello. Un programma parte integrante del dossier di Pordenone 2027 e del format âverso capitale italiana della cultura 2027, a testimonianza del carattere pluriennale che anima questo progetto culturale. Unâiniziativa che vuole, riflettendo lâidentitĂ e la storia di una cittĂ come Pordenone, offrire un grande stagione espositiva protesa ad aprirsi a collaborazioni con importanti istituzioni culturali nazionali ed internazionali. Una stagione di mostre accumunante da una progettualitĂ precisa: leggere presente con lâesperienza del passato per affrontare il futuro.
La prima grande mostra è dedicata al fotografo francese Robert Doisneau (1912 â 1994), in un percorso che vuole ripercorre la sua immensa carriera e la vastitĂ dei temi da lui trattati, ma offrire anche nuovi spaccati sulla sua produzione. Oltre cento fotografie che saranno ospitate allâinterno degli spazi espositivi della Galleria Civica Harry Bertoia. Un progetto realizzato grazie allâAtelier Doisneau di Parigi e la collaborazione di Fondazione Artea, curato da Gabriel e Chantal Bauret. Un percorso che partendo dagli anni Trenta descriverĂ per intero il suo lavoro caratterizzato da uno stile poetico, umano e spesso ironico, capace di cogliere momenti spontanei e autentici nelle strade, nei caffè e nei quartieri popolari della capitale francese. Ma la mostra permetterĂ anche di conoscere i suoi lavori su commissione per grandi aziende francesi, documentando la vita operaia e i processi industriali in particolare un nucleo di fotografie provenienti dal reportage realizzato nel 1945 nella manifattura tessile francese di Aubusson, su commissione della rivista Le Point, elemento che permette di creare un collegamento con lâimportante storia tessile del pordenonese.
Il progetto prosegue con unâimportante sezione dedicata ai grandi protagonisti della fotografia contemporanea internazionale. Sempre in contemporanea, il 22 di novembre, si apre il progetto, realizzato in esclusiva, della fotografa Olivia Arthur (1980). Olivia Arthur è una fotografa inglese nata nel 1980, conosciuta per il suo lavoro documentaristico e per lâapproccio intimo e umanista alle storie che racconta. Ă membro dell'agenzia Magnum Photos dal 2013 e vincitrice dellâInge Morath Prize nel 2007. La sua fotografia si concentra spesso su temi di identitĂ , cultura e condizione femminile, con una particolare attenzione ai mondi che esistono ai margini della societĂ . Per Pordenone svilupperĂ due progetti: allâinterno dello storico percorso espositivo del Museo Civico dâArte Ricchieri esporrĂ il suo lavoro Murmurings of the Skin un lavoro in cui indaga la relazione con il nostro corpo, con la pelle, le fisicitĂ , ma anche il confine tra umano e macchina-tecnologia, la pelle come luogo di battaglie interiore, di ferite ma che di resistenza. Allâinterno del nuovo spazio espositivo del nuovo centro culturale di Mercati Culturali Pordenone esporrĂ un altro percorso espositivo dove verranno esposti i suoi cinque progetti editoriali che in questi anni ha realizzato.
Gli spazi del Museo Civico dâArte Ricchieri di Pordenone ospiteranno due altri progetti espositivi dedicati alla fotografia contemporanea: il primo, che inaugurerĂ il 22 novembre e chiuderĂ a fine gennaio, sarĂ dedicato al fotografo giapponese Seiichi Furuya (1950). Il suo lavoro fotografico è intimamente legato alla perdita della sua moglie Christine e alla sua memoria. VerrĂ esposto il progetto Face to Face capitolo conclusivo del suo lavoro sulle MĂŠmoires, che per anni ha cercato, attraverso la fotografia e la cura dellâarchivio, di elaborare il lutto, di comprendere la presenza di Christine nella sua vita, ma anche quale sia stato il suo ruolo in quella relazione. In questo ultimo progetto vengono messe a confronto e in dialogo le fotografie scattate da Seiichi Furuya con foto scattate da Christine GĂśssler.
Questi spazi da febbraio fino al 6 aprile ospiteranno lâopera della fotografa austriaca Stefanie Moshammer (1988). Un lavoro che si svilupperĂ anche allâinterno dei nuovi spazi espositivi di Mercati Culturali Pordenone. Il suo lavoro spesso fonde l'esperienza personale con l'osservazione sociale, esplorando identitĂ , ruoli di genere, memoria e ambiente. La mostra mostrerĂ unâesplorazione molto personale e allo stesso tempo sfaccettata delle culture della memoria familiare e del valore delle cose quotidiane. Il punto di partenza del lavoro sono fotografie, oggetti trovati e racconti della vita dei suoi nonni nel MĂźhlviertel, in Alta Austria â una vita caratterizzata da semplicitĂ , creativitĂ e un uso rispettoso delle risorse. Anni dopo, Moshammer ricostruisce questi ricordi davanti alla sua macchina fotografica, creando un intreccio di metafore visive che riflettono la vecchiaia, i rituali quotidiani e la transitorietĂ della vita.