Dal pre-Covid, il Veneto è cresciuto del 5,1%. Quest’anno, a Venezia, crescita record. A livello nazionale, fa meglio solo Firenze. Nota di CGIA Mestre, 1.11.25.
"Rispetto all’anno pre-Covid (2019), il Veneto ha aumentato il proprio Pil del 5,1 per cento. Tra i vari lockdown che si sono susseguiti nel 20202021, i contraccolpi negativi provocati dalla pandemia, l’impennata dell’inflazione, lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina e il caro energia, sono stati sei anni difficilissimi che, però, il Veneto e in generale il nostro Paese hanno superato meglio di quasi tutti i nostri principali competitor commerciali. Se, tra il 2019 e il 2025, il Pil reale[1] italiano è aumentato del 6,4 per cento, in Francia è salito del 5 e in Germania dello 0,2. Solo la Spagna può contare su una variazione positiva superiore alla nostra, che ha raggiunto il 10 per cento. La media dei paesi dell’Area dell’Euro si è attestata al +6,2 per cento. A segnalarlo è l’Ufficio studi della CGIA. Tornando ai dati di casa nostra, la Sicilia ha visto aumentare nel periodo 2019-2025 il proprio Pil reale del 10,9 per cento nessun’altra regione italiana ha fatto meglio. Sebbene nell’ultimo biennio sia in corso un rallentamento di una buona parte degli indicatori economici siciliani, l’ottimo risultato comunque ottenuto in questo sessennio è ascrivibile, in particolare, all’andamento delle costruzioni, del turismo e dell’industria. Tutto il Paese e, in particolare, il Veneto hanno potuto beneficiare dagli effetti “innescati” dal Superbonus e dal PNRR. Un ruolo importante è stato giocato anche dai consumi delle famiglie che hanno potuto contare su 300 miliardi di aiuti[2] che i governi Conte II, Draghi e Meloni hanno erogato, a livello nazionale, a famiglie e imprese tra il 2020 e il 2023. Risorse che hanno anestetizzato i danni provocati dall’emergenza pandemica. Subito dopo la Sicilia, scorgiamo la Lombardia con il +9 per cento, la Puglia con il +8,9, l’Abruzzo con il +8,1 e la Campania, con il +7,7. Il Veneto, come dicevamo più sopra, si colloca al nono posto a livello nazionale con una variazione di crescita del +5,1 per cento. Tra le quattro ripartizioni geografiche presenti in Italia, il Mezzogiorno indossa la “maglia rosa”, grazie a una crescita dell’8,1 per cento. Seguono il Nordovest con il +7,2, il Nordest con il +5 e, infine, il Centro con il +3,8. Ancorché siano dati previsionali (Prometeia) e le distanze tra le singole aree geografiche siano risicatissime, quest’anno il Veneto dovrebbe guidare la crescita della ricchezza prodotta a livello nazionale. Rispetto al 2024, il nostro Pil regionale dovrebbe aumentare dello 0,7 per cento. Assieme al Trentino Alto Adige e alla Valle d’Aosta siamo destinati a tornare a essere la locomotiva del Paese). Se spostiamo l’analisi a livello provinciale veneto, nel periodo 20192025 è Vicenza ad aver registrato la ripresa economica più sostenuta (+6,6 per cento). Seguono Verona (+6,3) e Padova (+6). Assieme ad altre sette province italiane, Belluno (-0,9 per cento) non ha ancora recuperato il terreno perso rispetto al periodo pre-pandemico. Dall’andamento del Pil reale 2025 su 2024, la Città Metropolitana di Venezia dovrebbe registrare un incremento del +0,9 per cento. A livello nazionale solo Firenze (+1 per cento) dovrebbe far meglio. Se, in linea di massima, dall’analisi del trend di crescita 2019-2025 e 2024-2025 le aree del Mezzogiorno hanno registrato le crescite più importanti, per quanto concerne la ricchezza pro capite relativa al 2025 le distanze rimangono ancora molto significative. Se a Nordovest il Pil per abitante è pari a 46.817 euro e nel Nordest a 44.211 euro, nel Mezzogiorno si attesta a 25.637. La provincia veneta più ricca è Vicenza che conta un Pil per abitante pari a 44.102 euro. Seguono Padova (43.472 euro) e Verona (43.390 euro). La più “povera” è Rovigo (32.855 euro). La media della nostra regione è di 42.264 euro, mentre quella nazionale di 38.304 euro). ____________ [1] Al netto dell’inflazione. [2] Contributi a fondo perduto, sovvenzioni, crediti di imposta, abbattimento oneri di sistema presenti nelle bollette di gas ed energia elettrica, etc.".
Anche se, a livello nazionale, le prospettive di crescita si fermano, purtroppo, a valori modestissimi, CGIA ci fa rilevare valori importanti, quasi, indice, per regioni e città, fattori, questi, che ci fanno pensare – e speriamo che tale effetto si realizzi ¬– ad una futura crescita generale. Pierantonio Braggio