Il tema dell’edizione 2020 della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, in
programma dal 21 al 29 novembre, è quello dei rifiuti invisibili. Un termine che si
riferisce alla grande quantità di materiale generato durante il processo di
fabbricazione e distribuzione dei prodotti. Con l’aggravante molto spesso delle
emissioni di C02 ed il conseguente gravoso costo per il clima. Nell’ottica non solo di
ridurlo, ma anche riutilizzarlo, Serit ha elaborato un progetto, denominato “ Il senso
della vite”, che vede come protagonista il mondo del vino. Analizzando tutte le
possibilità e potenzialità dei prodotti di scarto della lavorazione dell’uva. “ Siamo
particolarmente orgogliosi di aver elaborato, primi in Italia, un progetto legato al
vino”, commenta il presidente di Serit, Massimo Mariotti che dallo scorso anno è
entrato a far parte del CdA di ACR+, una rete internazionale di città e regioni con
sede a Bruxelles che condividono l’obiettivo di promuovere una gestione sostenibile
delle risorse. “ Lo presenteremo alla Comunità Europea poiché siamo convinti che
possa essere molto interessante in quanto affronta a 360 gradi la tematica della
produzione e del massimo utilizzo delle componenti di scarto che altrimenti
finirebbero nelle discariche e negli inceneritori”.
Gli scarti del vino possono essere impiegati in vari settori. Pensiamo ad esempio ai
vinaccioli che, una volta separati dal resto, vengono trasformati in oli essenziali di
diversa consistenza, solitamente usati per la produzione di cosmetici, di creme o
prodotti per il make up.
“ I principali scarti di produzione relativi alla produzione del vino si possono
distinguere in tre tipologie: vinacce, fecce e acque reflue”, spiega il direttore generale
di Serit Maurizio Alfeo. “I loro componenti possono diventare materie prime in
diversi settori. La buccia e i semi dell’uva vengono ad esempio utilizzati nell’ambito
medico e cosmetico. Le acque reflue trovano invece impiego in ambito agricolo come
fertilizzante, mentre le fecce nella produzione di etanolo e acido tartarico per uso
alimentare. Ricordiamo che le sostanze che compongono le fecce possiedono
proprietà antiinfiammatorie e benefiche nella prevenzione di malattie cardiovascolari
e nella digestione degli zuccheri. Un’altra interessante modalità sul loro utilizzo è
relativa alla produzione di biogas e metano, costituendo così una risorsa chiave nella
ricerca di fonti di energia alternative e sostenibili”.
Il progetto “ Il senso della vite” è stato realizzato in collaborazione con la Cantina
Garbole di Tregnago. Per Enrico Finetto, uno dei titolari, “questo elaborato da Serit è
sicuramente un progetto molto interessante per il nostro comparto in quanto,
effettivamente, alla produzione del vino è legata anche quella molteplice di rifiuti che
si vanno a generare durante la filiera produttiva. E’ altrettanto vero però che gran
parte di questo materiale può trovare nuovo impiego in sottoprodotti di uso agricolo,
ecologico, cosmetico, medicinale, perfino in complementi di arredo”.