La Diga di Chievo, Verona, compie 100 anni (1923-2023).
La sua struttura tecnica, tuttora importante creatrice di energia elettrica, è anche importante ponte-monumento, sull’Adige, che congiunge due parti cittadine, altrimenti separate dal fiume. Inaugurata una targa-ricordo ed una mostra fotografica.
La Diga di Chievo, venne inaugurata nel 1923, con lo scopo di aumentare la portata del già operante Canale Camuzzoni e di alimentare quattro turbine della Centrale idroelettrica del Quartiere di Tombetta, Verona, assicurando così la produzione continua di energia, diremmo, oggi, pulita e rinnovabile. Nel 2009, nella sua conca di navigazione, fu realizzato un impianto idroelettrico a immersione, che produce energia pulita, valorizzando la portata dell’acqua rilasciata a valle della Diga, su un salto di 3,6 metri. Diga, che ebbe – ed ha – quindi un ruolo di fondamentale importanza, per lo sviluppo economico del territorio, producendo energia elettrica, nella cennata Centrale di Tombetta, Centrale che, dal 1923 a oggi, ha dato energia, pari a circa 4 mila gigawattora, evitando l’emissione in atmosfera di circa 760 mila ton. di anidride carbonica. L’impianto ad immersione di Chievo e la citata Centrale soddisfano, oggi, il fabbisogno energetico di circa 27 mila famiglie (24 mila, in Tombetta, e 3 mila, Chievo). Una targa celebrativa e una mostra fotografica – otto gigapannelli, con foto degli anni 1921-1923 – allestita lungo il percorso ciclopedonale della Diga, fanno conoscere ai visitatori la storia del Monumento, ripercorrendo le tappe più importanti della sua costruzione. Per i prossimi mesi, sono previsti numerosi eventi, a cura di diverse Associazioni, a celebrazione del centenario della Diga stessa. Tra questi, un concorso per le Scuole primarie della II e III Circoscrizione, che premierà il disegno, che meglio rappresenterà il legame, tra la Diga, il Gruppo AGSM AIM e la città di Verona, ed un convegno tecnico scientifico, sulla Diga organizzato da AGSM AIM. “La diga di Chievo è una straordinaria testimonianza di come sia possibile coniugare gli obiettivi di sviluppo e di sostenibilità. Si tratta di un impianto con un’importante valenza storica, per Verona e per il territorio circostante, e che siamo fieri di poter celebrare in questo suo primo secolo di attività tramite le molteplici iniziative a essa dedicate” – ha commentato Federico Testa, presidente di AGSM AIM. “AGSM AIM ha definito un percorso di sviluppo che prevede il 100% degli investimenti nella produzione energetica da fonti rinnovabili. In questo contesto, l’idroelettrico rappresenta la prima fonte di energia rinnovabile del Gruppo e un asset fondamentale per perseguire la transizione energetica”. Dal punto di vista storico, va ricordato che, alimentato dalle acque dell’Adige, è attivo, dal 1887, il Canale Camuzzoni, che voluto dall’allora sindaco, Giulio Camuzzoni, e costruito dall’ingegnere Enrico Carli, nuovo impulso diede allo sviluppo industriale e, quindi, economico e sociale di Verona, contribuendo, innovativamente, alla produzione di energia elettrica, necessaria, nella già ricordata area di Basso Acquar, area di nascenti insediamenti industriali. Questo, con lo scopo di ovviare alla mancanza di carbone, necessario, per le macchine a vapore, e di provvedere alla sicurezza della città, teatro di recente inondazione. La diga di Chievo risale, come cennato, al 1923, segnando una positiva svolta, per lo sviluppo energetico di Verona. Costruita, su saggio progetto dell’ingegnere Gaetano Rubinelli (1886-1971) – i cui attuali parenti erano presenti, onorando l’inaugurazione della cennata mostra fotografica – aumentò la portata del Camuzzoni. Dalla Diga del Chievo, fino a Basso Acquar, per una lunghezza di circa 6 km, l’acqua addotta dal Camuzzoni, dopo un salto di dieci metri e mezzo, iniziò ad alimentare le quattro turbine della menzionata Centrale idroelettrica di Tombetta, pure, costruita nel 1923. Durante la Seconda Guerra mondiale la centrale di Tombetta, non lontana, dalla Stazione ferroviaria di Porta Nuova, importante obiettivo militare, fu fortemente colpita. Stessa sorte toccò alla Diga, che fu totalmente distrutta. La loro ricostruzione avvenne, nel 1946. Sorse, quindi, nel 1948, una nuova centrale, denominata Tombetta 2, onde distinguerla, dalla già esistente Tombetta 1. I detti due gruppi idroelettrici hanno visto importanti repowering: agli inizi degli anni 2000 e, nel 2009, come più sopra descritto. La Diga è gestita, oggi, dal Consorzio Canale Camuzzoni, Impianto idroelettrico e Diga di Chievo. L’opera, che, nella sua grande struttura, funge da piccolo, ma essenziale ponte, solo per pedoni, congiunge due aree cittadine, altrimenti separate. Un complesso industriale-artistico e mostra, che vanno visitati, sia per la loro importanza storica, sia per l’ambiente naturale, che li ospita.
Pierantonio Braggio