DI FEDERICO PRADEL
Grazie alla fondazione Arena e al suo sovrintendente Cecilia Gasdia è stato riproposto un capolavoro dimenticato della Scapigliatura. Si tratta di Amleto del compositore e direttore veronese Franco Faccio che dopo il successo della prima a Genova e il fiasco alla Scala di Milano, non si vedeva in alcun teatro italiano dal 1871.
Alla prima di domenica scorsa, in un Teatro Filarmonico gremito di pubblico ha tributato grandi consensi all’opera, con un apprezzato cast italiano di prestigio internazionale diretto da Giuseppe Grazioli nel nuovo allestimento firmato da Paolo Valerio.
Domenica scorsa la nuova produzione di Fondazione Arena è stata salutata con grande partecipazione e apprezzamento di pubblico e critica con applausi a scena aperta e oltre 8 minuti di ovazioni finali.
La musica di Franco Faccio ha fatto immergere il pubblico un’atmosfera unica.
Per assistere allo spettacolo ci sono ancora due ultime repliche venerdì 27 e domenica 29 ottobre.
Amleto una proposta nuova per gli anni ’60 dell’Ottocento voluta da due giovani coraggiosi e Scapigliati che hanno creato un’opera tratta dalla più celebre tragedia di Shakespeare per rinnovare il panorama musicale italiano dominato da Verdi.
Alla prima genovese del 1865 i ventenni Franco Faccio e Arrigo Boito riscuotono un grande successo che non sarà non replicato alla Scala.
Da allora l’oblio, fino a quando il direttore statunitense Anthony Barrese ha ripreso Amleto che è stato riproposto ad Albuquerque nel 2014 nella sua edizione critica e poi a Bregenz nel 2016.
Per l’occasione firma la regia Paolo Valerio, direttore del Teatro Stabile del Friuli, profondo conoscitore di prosa e poesia di Shakespeare, già direttore del Teatro Stabile di Verona fino al 2021.
Le scene e projection design sono state create da Ezio Antonelli, mentre i costumi sono di Silvia Bonetti e luci di Claudio Schmid.
Sul palcoscenico ci saranno artisti italiani di prestigio internazionale, a cominciare dai tenori Samuele Simoncini (27/10) e Angelo Villari (29/10) nell’impegnativa parte del protagonista, il tormentato principe di Danimarca.
Dopo la prima con Gilda Fiume, Ofelia è affidata al soprano Eleonora Bellocci.
Si conferma il restante cast, col baritono Damiano Salerno quale il Re Claudio, Marta Torbidoni quale Regina Geltrude, il tenore Saverio Fiore Laerte, e ben quattro bassi impiegati nell’originale partitura (Francesco Leone è Polonio, Alessandro Abis Orazio, Davide Procaccini Marcello, Abramo Rosalen lo Spettro).
Completano il cast Francesco Pittari, Marianna Mappa, Enrico Zara, Maurizio Pantò, Nicolò Rigano, Valentino Perera. Il Coro di Fondazione Arena è diretto dal maestro Roberto Gabbiani, mentre sul podio dell’Orchestra areniana sale il maestro Giuseppe Grazioli.