Alla XXVII Fiera della Polenta, Vigasio, Verona, che si terrà, dal 16 ottobre al 9 novembre 2025, in mostra, un “buratto” del 1864
Premesso che la voce “buratto” corrisponde all’italiano “setaccio”, in veronese, “tàmìso”, ci riferiamo ad un arnese, al “buratto”, in dialetto veronese, “buràto” o, in forma più diffusa, “burattina”, in veronese, “buratìna”, il cui destino sembrava ormai segnato. Si tratta, in pratica, di una semplice macchina agricola, costituita da un cassone, contenente un “buràto”, un cilindro, vero e proprio, che, rotante e diviso in scomparti, è diviso in scomparti, i quali, con riferimento al frumento, accolgono, separatamente, la farina più fine, la grossa e la ”sémola” o crusca. Utilizzata, nella lavorazione del mais – ed è questo il nostro caso – tale congegno dà la farina di mais o polenta. Quanto al riso, un adattato buratto separa la parte commestibile, dal guscio o lolla. In sostanza, ripetiamo: la struttura cilindrica e forata del buratto e il suo movimento rotatorio, permettono d’ottenere farine più raffinate (o chicchi di riso, più puliti e uniformi). L’uso del buratto risale a secoli fa, quando la lavorazione artigianale e casalinga dei cereali era essenziale per l’alimentazione quotidiana. Inizialmente, realizzato in legno e azionato manualmente, nel tempo, il buratto, si è evoluto con l’introduzione del motore. Recentemente, in Vigasio, un “buratto” è venuto alla luce, nel corso di uno sgombero di un fienile di un’azienda agricola locale e la sua destinazione era… il macero. Ma, un artigiano, amico dell’antico e del bello, l’ex consigliere comunale, Angelo Curinga, compreso il valore storico dell’autentico cimelio, ha contattato, in materia, il sindaco di Vigasio, Eddi Tosi. “Abbiamo colto la palla al balzo, e, una volta compreso che questa macchina agricola risaliva al 1864, abbiamo deciso, in accordo con il Circolo Anziani vigasiano, presieduto da Fiorenzo Gobbi, di farla restaurare, da un artigiano di Bovolone, Marco Galbero, della Boutique del Legno, talché il prezioso congegno ci è tornato perfettamente funzionante, abbiamo, quindi, portato il buratto, in Municipio, affinché tutta la comunità possa ammirarlo”, così il sindaco Tosi. Considerato, poi, l’imminente apertura dei battenti della Fiera della Polenta, in programma, dal 16 ottobre al 9 novembre, “abbiamo pensato, che l’occasione era davvero ghiotta, per farlo apprezzare, dai visitatori, per cui il datato congegno verrà esposto, nello stand della locale sezione Coldiretti di Vigasio, accanto ad un totem, che ne illustrerà l’utilizzo di un tempo, in agricoltura”. Per Matteo Leoni, consigliere comunale, con delega all’Agricoltura, quella del restauro e dell’esposizione del datato buratto, “è un’iniziativa che testimonia l’ottima collaborazione tra la l’Amministrazione comunale, Vigasio Eventi e la Coldiretti locale, nel promuovere il valore e le tradizioni del nostro territorio”. Quanto all’evento, nel suo complesso, con la rinomata Fiera della Polenta, dovuta a Vigasio Eventi, in collaborazione, con la locale Amministrazione comunale, molto sensibile alla promozione della propria laboriosa cittadina, “Vigasio diventa il palcoscenico di una celebrazione unica, che esalta la tradizione, il sapore e la cultura del Basso Veronese, oggi, più nobilmente denominato, Pianura dei Dogi. Oltre al piacere gastronomico della polenta, in tutte le sue varietà, la fiera offre un’immersione completa nelle tradizioni locali, con una ricca programmazione di spettacoli, concerti, raduni e attività che coinvolgono adulti e bambini. Nel cuore della Pianura dei Dogi, la Fiera della Polenta non è solo un’occasione per degustare, ma anche per vivere intensamente la cultura e l’ospitalità di una terra ricca di storia di tradizioni e di sapori. Una sinfonia di profumi, colori e melodie accompagnerà visitatori ed appassionati, in un’indimenticabile avventura”, resa, oggi, più preziosa dalla messa in mostra del sopra descritto “buràto”, strettamente legato alla coltivazione locale del mais, che, in veronese, “ciàmémo ‘pólènta’ ”! Nella foto: Fiorenzo Gobbi, Eddi Tosi, Matteo Leoni e Corrado Merlini.
Pierantonio Braggio