Arte del Vedere. Manifesti e occhiali dalle Collezioni Salce e Stramare
Il Museo nazionale Collezione Salce, in collaborazione con Punti di Vista, organizza, da sabato 18 maggio a domenica 6 ottobre 2024, l’esposizione Arte del Vedere. Manifesti e occhiali dalle Collezioni Salce e Stramare, a cura di Elisabetta Pasqualin e Michele Vello, con la collaborazione di Mariachiara Mazzariol. La mostra, allestita nell’ex chiesa di Santa Margherita, a Treviso, esplora il mondo dell’occhiale attraverso due piani di lettura: la rappresentazione, mediante i manifesti pubblicitari della collezione Salce, e la forma, grazie agli occhiali storici della collezione Stramare.
Arte del Vedere è un ideale dialogo tra due collezionisti e le loro passioni. Le policrome visioni di carta dei manifesti di Ferdinando Salce, accanto alle mille declinazioni del tondo degli occhiali di Lucio Stramare. Ed è anche la prima volta che il Museo Salce pone il suo inestimabile patrimonio grafico a complemento del design, in un continuum di rappresentazioni di forme che vanno dal Cinquecento fino agli anni Cinquanta del Novecento.
Il visitatore può divertirsi a confrontare gli occhiali con la loro raffigurazione, che si fa astratta o puntuale a seconda della mano dell’illustratore e dello stile proprio di ogni epoca. Gli occhiali dei manifesti, raramente e tardi oggetto di pubblicità diretta, diventano protagonisti, come ornamento funzionale: sottolineano espressioni, acuiscono gestualità ed esaltano lo status sociale di chi li indossa.
A firmare i manifesti esposti in mostra, nomi noti del cartellonismo prima e della grafica progettata poi, non solo italiani. L’euforica Belle Époque mette in scena maliziose figure femminili scrutate da ambigui monocoli: ne sono esempi La vedova Allegra, capolavoro ancora pittorico di Leopoldo Metlicovitz (1907), ma anche Absinthe Pernot (1900), cartello “avant la lettre” del più sintetico e aggiornato Cappiello. Accanto a loro, dandy decisamente alla moda indossano lenti, più come vezzo che in funzione di protesi: l’ironico tratto di Luciano Mauzan propone la parodia di un moderno Petronio (1915), arbiter elegantiae per un omonimo marchio di calzature. Artisti meno conosciuti sorprendono: Luigi Enrico Caldanzano con immagini notturne, quasi oniriche e simboliste, che ben si adattano alle inquietanti Lenti radioattive (1912-1915) da promuovere, o Golia (Eugenio Colmo), la cui vena caricaturale disegnerà “il cinesino dalle lenti scure”. Accompagnerà , con le sue evoluzioni grafiche, una nota marca di ottici torinesi per molti anni a venire.
Binomio vincente è quello tra occhiali e velocità : occhiali da protezione, non certo da vista, per gli automobilisti alla guida di bolidi rosso fiammante, con prove d’autore come l’innovativo Dunlop di Marcello Dudovich (1908). E in bella evidenza, a cingere il casco delle seducenti motocicliste di Plinio Codognato (Moto Bianchi 1920-25, Gilera 1929), con un’esplicita associazione tra donna e prodotto, tutta a favore del male gaze dilagante.
L’occhiale da sole fa la sua comparsa solo più tardi e al cinema, qui in mostra indossato dall’inarrivabile icona di stile Grace Kelly in Caccia al ladro (1955), di cui si espone la locandina per l’uscita italiana del film. E dal cinema, le lenti scure su montature alla moda, invadono i manifesti turistici (con i maestri del genere: Mario Puppo e Franz Lenhart), arricchendo di glamour spiagge assolate e modernissime piste da sci. L’affisso si riduce nelle dimensioni, diventa locandina o espositore da banco: soprattutto è parte di una strategia comunicativa più complessa, in cui il prodotto da promuovere si etichetta, si imballa, si anima. La grafica è totalmente rinnovata, innamorata dell’America, delle sue forme, dei suoi colori. Sono arrivati gli anni Cinquanta.
Sicuramente inediti sono i manifesti dell’Associazione nazionale per la prevenzione degli Infortuni, dal 1926 trasformata in ente, con una serie di tavole graficamente ingenue, basate su una comunicazione emotiva, dai toni cupi e minacciosi, con escamotage da rotocalco illustrato.
Da segnalare una rara pagina pubblicitaria con una filastrocca di Trilussa, scrittore spesso prestato alla pubblicitĂ , qui autore di un giocoso bodycopy per la promozione delle Lenti Salmoiraghi.