Venerdì 13 giugno, la prima dell’Arena. Il 102° Opera Festival si apre con un Nabucco ‘atomico’. In collaborazione con il Ministero della Cultura, sabato 21 giugno, per la Giornata Mondiale della Musica, lo spettacolo, ripreso dalle telecamere di Rai Cult
Venerdì 13 giugno, la prima dell’Arena. Il 102° Opera Festival si apre con un Nabucco ‘atomico’. In collaborazione con il Ministero della Cultura, sabato 21 giugno, per la Giornata Mondiale della Musica, lo spettacolo, ripreso dalle telecamere di Rai Cultura, sarà trasmesso su Rai 3
Domani, venerdì, si alza il sipario sul 102° Arena di Verona Opera Festival: Nabucco di Verdi, intenso affresco corale di ispirazione biblica, diventato “colonna sonora” del Risorgimento italiano, rivive in una produzione tutta nuova firmata in ogni aspetto dal visionario Stefano Poda. L’opera diventa un viaggio senza tempo dal conflitto alla riconciliazione, dalla superbia alla speranza, tra umanesimo e tecnologia: i popoli in conflitto di Nabucco sono tutti gli uomini, tutti i popoli, di ieri, di oggi, e forse di domani, che scoprono sé stessi attraverso la separazione, violenta e dolorosa ma con la speranza di un nuovo ricongiungimento. In scena 400 tra artisti, mimi, figuranti, Ballo, impegnati in inedite coreografie di battaglia di scherma, e naturalmente il Coro, vero protagonista dell’opera. È il nuovo Nabucco di Giuseppe Verdi, firmato da Stefano Poda che Rai Cultura propone sabato 21 giugno alle 21.20 su Rai 3, in occasione della Giornata Mondiale della Musica, in collaborazione con il Ministero della Cultura. La serata, con la regia Tv di Fabrizio Guttuso Alaimo, vede la partecipazione di Cristiana Capotondi e Alessandro Preziosi. In scena un cast di stelle internazionali dell’opera, guidato da Amartuvshin Enkhbat, voce imponente nata nelle remote alture della Mongolia e oggi baritono verdiano di riferimento. Accanto a lui Anna Pirozzi nell’impervia parte di Abigaille, Vasilisa Berzhanskaya (Fenena), Francesco Meli (Ismaele), Roberto Tagliavini (Zaccaria), Carlo Bosi (Abdallo), Gabriele Sagona (gran sacerdote di Belo) e Daniela Cappiello (Anna). Oltre 160 gli artisti del Coro diretti da Roberto Gabbiani, e 120 i professori dell’Orchestra di Fondazione Arena, diretti dall’esperto maestro Pinchas Steinberg, che fa il suo atteso ritorno a Verona a 25 anni dal suo esordio areniano. Titolo da sempre amatissimo in Arena per la sua intrinseca e spettacolare coralità, nella nuova produzione Nabucco è già stato definito “atomico”: nella sua ricchezza e multimedialità, pone anche una grande sfida tecnica alle maestranze areniane e ai numerosi laboratori coinvolti, con inedite soluzioni per costumi ed effetti scenici. Grandi elementi simbolici e disegni di luci innovativi si combinano sulla scena, al servizio del dramma di Verdi che racconta un conflitto non solo fra popoli ma all’interno di ogni individuo, tra superbia, coscienza e speranza. Una idea di conflitto permanente che viene declinata in ogni momento della messa in scena, attraverso molteplici visioni belliche, da minacciose sciabolate post-moderne fino ad un missile atomico. «Due polarità si attraggono e si respingono durante tutta l’azione scenica – spiega Stefano Poda – fino a un punto di massima repulsione e scissione, per poi arrivare alla sintesi del Finale in cui i due opposti si riconciliano. La metafora è quella dei legami fra le particelle atomiche: dalla loro e si origina la materia, ma l’Uomo ha scoperto come separarle causando totale distruzione. Il progresso tecnologico rende tutto possibile e Nabucco non esita ad usare la sua superiorità materiale contro gli sconfitti, fino ad arrivare a conseguenze drammatiche: l’insegnamento di questo capolavoro è che la razionalità, per essere ben diretta, non può prescindere dalla spiritualità». In scena la contrapposizione tra ragione e fede, tra tecnologia e filosofia. Due valori apparentemente distinti, due dimensioni rappresentate da altrettante semisfere, imponenti installazioni tecnologiche che ruotano per ricongiungersi nel finale. Come l’uomo che prima separa e divide, e poi ricostruisce, riunisce sperando di ritrovare l’armonia. Ad incombere, una grande clessidra, simbolo del Tempo e memento di ‘Vanitas’, pronta a rompersi e a liberare la vita dallo scorrere del tempo, dalla mortalità. E un’esplosione ‘atomica’ che, a 80 anni da Hiroshima e Nagasaki, è allo stesso tempo un monito e una riflessione sull’istinto autodistruttivo dell’uomo. Ma che ricorda anche quella esplosione generativa che diede vita all’Umanità, il Big Bang. Un connubio tra arti e discipline. Tra cui la scherma, sorprendente protagonista delle coreografie firmate da Poda e alla quale si stanno allenando più di 200 artisti. L’opera replica anche sabato 14 giugno, con nuovi debutti nel cast: Maria Josè Siri, Galeano Salas, Alexander Vinogradov, Matteo Macchioni, Elisabetta Zizzo. Pr tutte le rappresentazioni, fino a settembre, salgono sul palcoscenico areniano i più grandi interpreti di oggi: Anna Netrebko interpreta per la prima volta in Italia la parte di Abigaille, villain dell’opera, per tre sere (17, 24, 317), con Olga Maslova (dal 9 agosto) accanto alla Fenena di Aigul Akhmetshina. Baritoni titolari saranno Luca Salsi e Youngjun Park, mentre nei panni di Zaccaria si avvicendano anche Christian Van Horn e Simon Lim. Nabucco è solo la prima delle 51 serate di spettacolo del Festival 2025, che comprende 5 titoli d’opera e 5 fra concerti e balletti fino al 6 settembre. Confermati gli orari d’inizio spettacolo già in vigore la scorsa estate: le rappresentazioni di giugno iniziano alle 21.30, quelle di luglio alle 21.15 e in agosto e settembre il sipario si alza alle 21. I biglietti per tutte le date sono già in vendita su arena.it, sui canali social dell’Arena di Verona e su Ticketone. Speciali riduzioni sono riservate agli under 30 e agli over 65. Biglietteria: via Dietro Anfiteatro 6B, 37121 Verona - biglietteriaarenadiverona.it, call center (+39) 045 800.51.51 - www.arena.it. Un 102° Arena Opera Festival, dunque, che richiamerà a Verona appassionati e turisti, per un’ennesima volta, creando, in città, una particolare atmosfera, tutta estiva, dovuta alla vera musica ed alla lirica, ospitate nel più grande teatro del mondo all’aperto, che, già da sé stesso, quale eccezionale, millenario monumento, attrae e si lascia ammirare.
Pierantonio Braggio