A Monteforte, Verona, a cura della Cantina di Monteforte e dall’Associazione sportiva dilettantistica (A.S.D) Valdalpone, incontro su biodiversità, vino e divulgazione e ‘Premio Grappolo d’Oro Clivus’ 2025. Riconoscimenti allo scienziato Telmo Pievani e a
Dalla biodiversità all’evoluzione delle specie, dalla sostenibilità agricola all’informazione: al centro della serata di gala a Monteforte d’Alpone, il Premio Grappolo d’Oro Clivus 2025 ha messo in dialogo conoscenza scientifica e cultura del vino. Telmo Pievani e Luciano Ferraro, premiati per il loro impegno nella ricerca, nella divulgazione e nell’informazione, hanno offerto riflessioni profonde su come adattarsi a un mondo che cambia e su quanto la qualità del futuro dipenda oggi dalla capacità di prevedere, comunicare e agire con consapevolezza. Il Premio Grappolo d’Oro Clivus, organizzato da Cantina di Monteforte, in collaborazione con l’Associazione sportiva dilettantistica (A.S.D) Valdalpone, da anni è assegnato a professionisti e a personaggi illustri che meglio condividono i principi dell’informazione e della cultura. Premiati Telmo Pievani, filosofo della scienza, professore all’Università di Padova – Dipartimento di biologia, evoluzionista e divulgatore, con la motivazione: «per la sua prestigiosa attività di scienziato di fama mondiale e la straordinaria capacità di descrivere l’evoluzione, la filosofia e la scienza con un linguaggio accessibile e coinvolgente» e Luciano Ferraro, vicedirettore del Corriere della Sera, che ha ricevuto il premio «per la sua autorevole voce nel giornalismo italiano e la capacità di raccontare il vino come espressione di territori, culture e persone». Pievani e Ferraro hanno discusso di ambiente, scienza e vino, offrendo prospettive complementari, su un presente in trasformazione.Pievani: «L’Italia è il paese con la più alta biodiversità in Europa», sottolineando come il nostro territorio custodisca «132 ecosistemi diversi e circa 60.000 specie animali, il doppio rispetto a Francia, Germania o Svezia». Un patrimonio biologico, che si intreccia con quello culturale, «dove la cultura del vino e dell’enogastronomia trasforma la biodiversità in prodotti di eccellenza internazionale». Secondo Pievani, l’evoluzione «ci insegna a capire il cambiamento, che oggi è molto veloce. Dobbiamo adattarci a un mondo che abbiamo modificato». L’agricoltura italiana è chiamata a rinnovarsi: «Bisogna prevedere quello che sta per accadere. Il riscaldamento climatico è ormai un dato di fatto: lo abbiamo superato il grado e mezzo, non sta diminuendo. Anche le piante e gli animali si stanno adattando, per esempio salendo in altura». La scienza, ha aggiunto, «ci aiuta a capire cosa accadrà, così da farci trovare pronti». E ha avvertito che «distruggere la biodiversità ha anche un costo economico misurabile», rafforzando la necessità di agire in prevenzione. Luciano Ferraro, ha spiegato il suo approccio al racconto del vino: «Non assegno punteggi, cerco storie. Produttori autentici, che non sfruttano la terra, non inquinano, vivono con la comunità e rispettano i dipendenti. Questa è la vera sostenibilità». Anche sui cosiddetti piwi, o vitigni resistenti alle a funghi e a parassiti e a basso impatto ambientale, si è espresso, con favore: «Permettono di ridurre i trattamenti. Con incroci e selezioni si ottengono piante più resistenti alle malattie e agli eventi estremi come la siccità. Ormai le sperimentazioni sono avanzate: conosco un produttore in Trentino che coltiva un vitigno a oltre 900 metri e produce un ottimo vino che vende a più di 100 euro a bottiglia. Ecco, questa è evoluzione». Sui vitigni piwi, Pievani si è detto favorevole: «La biodiversità è un tesoro in gran parte nascosto. Abbiamo studiato solo un terzo delle forme di vita sul pianeta. C’è quindi molto da studiare e da lavorare. Ad esempio, da piante esotiche che erano sconosciute si sono estratti principi attivi fondamentali per nuovi medicinali. Lavorare su ibridazioni significa generare diversità, rendere più forti le piante ai trattamenti, fare economia e proteggere l’ambiente. In fondo, copiamo ciò che l’evoluzione fa da sempre: quando una specie è debole, si ibrida per acquisire variabilità genetica» Sul tema della comunicazione, Ferraro ha sottolineato come oggi sia ancora più urgente: «Stiamo vivendo un periodo molto difficile per il vino. Dazi, allarmi salutistici, riduzione dei consumi: bisogna affinare le armi della comunicazione, con più professionalità». Pievani ha ribadito l’importanza della divulgazione come responsabilità civile di chi fa scienza: «È fondamentale condividere le conoscenze con parole semplici e usare anche linguaggi diversi come musica, arte, filosofia o teatro. Se spiego il cambiamento climatico con questi strumenti, arrivo a più persone. Ed è quello che dobbiamo fare per preservare il benessere umano e quello dell’ambiente». Dopo i saluti dell’assessore al turismo e agli eventi del Comune di Monteforte D’Alpone, Arianna Tregnaghi, è intervenuto il presidente di Cantina di Monteforte Francesco Bogoni, da poche settimane, eletto alla guida della realtà vitivinicola. Bogoni nel suo intervento riferendosi ai premiati ha sottolineato: «Scienza e vino sono due linguaggi che affondano le radici nella terra e guardano lontano verso il futuro. Perché, come il vino racconta una storia fatta di evoluzione, ambiente, adattamento, così la scienza racconta la storia della vita, della natura e dell’uomo. Fare vino, come fare ricerca, è un gesto culturale: richiede pazienza, metodo e passione. È un continuo interrogarsi, osservare e sperimentare. Come i nostri vignaioli che sono custodi di vigneti capaci di produrre ottimi vini grazie alla loro passione e competenza». Anche il direttore, Paola Gregori, ha evidenziato che il Premio è «un’occasione per celebrare chi, attraverso il sapere, la ricerca e la comunicazione, contribuisce a rendere più comprensibile e più bello il mondo che abitiamo. Viviamo però un tempo in cui bellezza e consapevolezza devono necessariamente andare insieme. Il cambiamento climatico è la grande sfida del nostro presente e non possiamo più considerarlo una questione lontana o astratta. Per tale ragione, quest’anno abbiamo deciso di dedicare il premio alla scienza e alla divulgazione». A sottolineare il legame del premio con lo sport sono stati il presidente e il segretario di ADS Valdalpone Giovanni Pressi e Gianluigi Pasetto che hanno sottolineato: «Questo appuntamento promosso dalla Cantina di Monteforte, che ringraziamo, conclude la Montefortiana 2025, manifestazione sportiva e culturale sempre più seguita e apprezzata grazie anche ai molti volontari e appassionati che ogni anno collaborano alla sua buona riuscita. Quest’anno sono stati 16.000 gli atleti che hanno gareggiato tra le nostre colline». Nel corso della serata, sono state assegnate anche menzioni speciali a Francesca Negri, giornalista ed esperta di vino «per la competenza nel settore del vino e la capacità di raccontarlo con passione, utilizzando linguaggi e strumenti diversi destinati a un vasto pubblico». A seguire hanno ricevuto la menzione Francesco Turri, direttore di EGNews «per la guida autorevole di EGNews, che informa con competenza e passione l’eccellenza enogastronomica italiana» Luca Mantovani e Alberto Tonello, rispettivamente caporedattore de L’Arena e responsabile della pagina enogastronomica «De Gustibus» de Il Giornale di Vicenza «per l’impegno nel raccontare con chiarezza e attenzione i fatti e le realtà del nostro territorio» G.R.A.S.P.O., Gruppo di Ricerca Ampelografica per la Salvaguardia e la Preservazione dell'Originalità viticola, «per l’impegno nel recupero della biodiversità viticola e nella divulgazione di saperi che coniugano tradizione, ricerca e sostenibilità per il futuro della viticoltura» Federica Clemente, giornalista «per il costante impegno nel promuovere la Montefortiana attraverso diversi canali: dai social network alle pagine della stampa locale fino alle TV del territorio» Paolo Ambrosini, presidente nazionale dell'Associazione librai italiani aderente a Confcommercio «per il suo impegno costante nella diffusione della cultura e nella valorizzazione del sapere all’interno della comunità». Alcuni dati: filosofo della scienza e biologo evoluzionista, Telmo Pievani si è laureato con lode all’Università di Milano nel 1996, perfezionandosi poi a New York con due maestri del neo-darwinismo. Tornato in Italia, è oggi professore all’Università di Padova, dove insegna Filosofia delle Scienze Biologiche e Divulgazione Naturalistica. Autore di oltre 230 pubblicazioni scientifiche, è anche un prolifico divulgatore: ha firmato mostre di successo, coordinato festival scientifici, scritto libri chiari e coinvolgenti su evoluzione, ambiente e futuro. È stato tra gli ispiratori, promotori e importanti collaboratori del Festival della Scienza di Genova, di Bergamo Scienza e del Festival della Scienza di Roma, tuttora tra i più importanti del genere. È stato presidente della Società Italiana di Biologia Evoluzionistica e collabora con importanti istituzioni scientifiche italiane. Cura rubriche e articoli per Le Scienze, Corriere della Sera e Micromega. Ha una forte presenza mediatica, anche in tv, ed è attivamente impegnato nella promozione della cultura scientifica Luciano Ferraro è giornalista professionista, dal 1987. E’ Vicedirettore del Corriere della sera. Scrive di vino dagli anni 80 (il primo libro: Enoteche venete (Mediolanum) con la prefazione di Luigi Veronelli. Ha vinto numerosi premi come comunicatore del vino. Tra questi “Miglior comunicatore del vino” del Comitato Grandi Cru d’Italia, “Miglior comunicatore del vino” di Assoenologi, “Premio Enozioni” dell’Associazione italiana sommelier, ed altro. Scrive e dirige la guida ai “100 migliori vini e vignaioli d’Italia”, edita dal Corriere ogni anno, con la collaborazione di James Suckling, uno dei più importanti critici enologici del mondo. Quanto all’albo dei premiati del Grappolo d’oro Clivus…: Prima di Telmo Pievani e Luciano Ferraro sono stati insigniti del premio Grappolo d’Oro Clivus: Vittorio Sgarbi, storico dell’arte e presidente del Mart (2024), Massimo Mamoli, direttore del quotidiano L’Arena di Verona e Bresciaoggi (2023), Maurizio Cattaneo, tra i direttori più longevi alla guida del quotidiano L’Arena di Verona (2019), Donatella Scarnati, prima donna ad apparire stabilmente nei collegamenti della celebre trasmissione 90° minuto e nota giornalista sportiva (2018) Marino Bartoletti, volto storico del giornalismo sportivo italiano in Rai e Mediaset (2017) Maurizio Belpietro, giornalista oggi fondatore e direttore del quotidiano “La Verità” (2016) Domenico Quirico, giornalista ed inviato di guerra de “La Stampa” (2015) Andy Luotto, attore e conduttore televisivo (2014) Mario Giordano, giornalista Mediaset (2013) Massimo de’ Manzoni, vicedirettore vicario di “Libero” (2012) Gerardo Greco, volto storico di Rai e Mediaset (2011) Mauro Mazza, già direttore di Rai Uno (2010). Nomi di prestigio che, da dieci anni, Cantina di Monteforte accompagna sulle colline del Soave Classico, dando vita per l’occasione ad un vivace dibattito che spazia dalla cultura all’attualità. Meritano attenzione, quindi, alcuni chiarimenti, che, doverosamente, vogliamo evidenziare: La Cantina di Monteforte è stata fondata nel 1952, nel cuore del Soave Classico, l’80% dei vigneti si trova su suolo vulcanico con pendenze spesso oltre il 30% sono zone molto difficili da lavorare, solo la passione può spingere a tali sacrifici. I soci da sempre lavorano con dedizione maniacale i loro giardini vitati, nel rispetto della biodiversità e preservando la bellezza del territorio che li circonda. La qualità del vino, si sa, si costruisce nel vigneto, qui nascono le eccellenze della casa vinicola Monteforte, da una viticultura eroica e condotta interamente a mano, per rispettare l’impronta carbonica, preservare l’acqua, favorire la riproduzione degli insetti pronubi e i mille fiori. I 600 soci della Cantina coltivano 1200 ettari di vigneti. Le proprietà si estendono anche nella zona del Durello sui Monti Lessini e nella zona della Valpolicella, per proporre ad appassionati e neofiti tutte le denominazioni veronesi. I vini nascono da progetti viticoli ben pensati, per traghettare il vino dal grappolo alla bottiglia. Il marchio Clivus, nato nel 1959, è conosciuto in Italia e nel mondo. L’obiettivo è quello di produrre vini sempre più genuini e di grande personalità e far conoscere il pregiato terroir la celebre Montefortiana è internazionalmente nota, come marcia, che si corre sulle colline, nelle quali nasce il Soave Classico: corsa podistica non competitiva organizzata dall’Associazione sportiva dilettantistica (A.S.D) Valdalpone, giunta quest’anno alla 48ª edizione. Gemellata con la Maratona di New York, di Taipei e di Roma, ogni anno a gennaio richiama circa 20.000 atleti. Monteforte, dunque, è una fucina di grandi eventi, sostenuti dal forte, costante impegno del Volontariato, eventi, che mirano ad animare la Monteforte dallo straordinario campanile, dal suo grandioso Duomo e dall’antico collegato vescovile, nonché dalla citata Montefortiana, facendo conoscere, al tempo, straordinari vini, frutto dell’impegno dei viticoltori locali e della relativa Cantina.
Pierantonio Braggio