Tutti noi teniamo in cucina una bottiglia d’Olio d’Oliva ma in pochi ne conoscono l’antica arte di produzione.
Così, venuta a conoscenza del Museo dell’Olio D’Oliva, siamo saliti sulla nostra Autovettura Rosa per recarci a Cisano di Bardolino per raccontarvi di questa realtà.
Entrata nel parcheggio “privato” ho subito notato la mancanza del “parcheggio disabili” che a mio vedere è il primo ed elementare segno di inclusione.
Il titolare Flavio Turri ci stava aspettando e con lui abbiamo visitato il Museo diviso in “Sale” tematiche abilmente separate e ben descritte.
Il mio Speciale Assistente si sente parte integrante dei nostri articoli e cerca di partecipare sovrastando con le sue storie ripetitive e scoordinate il povero Flavio che tentava di descriverci la storia degli oggetti ospitati.
La cura di ogni particolare così come la predisposizione di ogni oggetto decanta la passione di questa famiglia nel voler tramandare la storia dell’Olio d’Oliva, salvaguardando oggetti storici che diversamente e probabilmente non esisterebbero più.
Nel 1962 Umberto Turri e la moglie avviano un frantoio con annesso il punto vendita quale esigenza collettiva per l’intero paese e, per questo, dotato di tecnologia all’avanguardia che consentisse la lavorazione a ciclo continuo di olive.
Durante i loro viaggi, i coniugi Turri, soprattutto in nord Europa, avevano molto apprezzato iniziative di congiungere attività commerciali con un museo annesso per raccontare la storia dei prodotti e tutta la lavorazione dalla raccolta fino al vasetto (o bottiglia che sia) che in Italia ancora era inesistente.
Umberto Turri fu molto colpito in particolarmente da una grande pressa a leva per l’estrazione dell’olio che vide in Spagna e da lì l’idea che in seguito concretizzò con un team di ricerca nato con alcuni suoi amici artigiani “oleari” residenti in Liguria, Abruzzo, e Puglia nel realizzare un Museo d’impresa.
Da proprietari di antichi frantoi anche talvolta abbandonati, nel 1985, il gruppo aveva già recuperato e restaurato i primi macchinari tra cui un’imponente pressa a leva del 1750 con tutti i suoi pezzi originali, che solo la passione e la conoscenza del dettaglio poteva assemblare.
Non mancarono le difficoltà anche per trasportare ogni oggetto ma il desiderio di realizzare il Museo più completo ed unico nel suo genere in Italia gli spronò a proseguire.
Nacque così, nel 1988, il Museo dell’Olio Oliva, presso l’Oleificio di Cisano del Garda.
Quando nel 2002 venne a mancare l’ideatore, il figlio proseguì nel tenere vivo e aggiornato il Museo e, facilitato da internet, ha ampliato la collezione acquistando non solo macchinari antichi ma anche oggettistica come oliere risalenti tra la fine del Settecento e gli inizi del Novecento, antiche stampe raffiguranti Uliveti sul Garda, un intera libreria di testi antichi sul tema e molto altro, oggi di proprietà del Museo.
Una vera passeggiata nella storia dell’Olio, con testimonianze storiche e originali che raccontano anche l’evoluzione dei macchinari fino ad oggi, materiale preziosissimo non solo per la didattica ma anche per renderci più consapevoli dell’importanza dell’Oro Verde, così scontato sulle nostre tavole.
Per tutto il tempo Flavio ci ha accompagnati con pazienza e dedizione, non mancando di sorridere quando Francesco, anziché guardare il video a noi proposto, si è appisolato non senza emettere il suono sgradevole del russare. Di Flavio, nel suo muoversi sempre attento e un po’ impacciato con Francesco, ho compreso tutta “l’estraneità” con il mondo della disabilità e l’assoluta non intenzionalità nella dimenticanza del parcheggio adibito.
Sono certa che questa visita ha regalato un motivo di riflessione e confido nella sua promessa di inserire tale parcheggio, così come il Museo ha donato a noi la cultura sulla Storia del nostro territorio diversamente difficile da reperire.