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Gioved 17 Ottobre 2024
LE REGASTE SAN ZENO INTITOLATE A LICISCO MAGAGNATO

E’ come se guardasse al Museo di Castelvecchio la targa dedicata a Licisco Maganagato e che da oggi da’ il nome al lungadige sopraelevato delle Regaste San Zeno.
Un segno di riconoscimento e gratitudine da parte dell’Amministrazione ad uno degli intellettuali più importanti per la riscoperta, lo studio e la valorizzazione del patrimonio artistico veronese.

Vicentino di nascita ma veronese d’adozione, Licisco Magagnato nel 1955 vinse la direzione dei musei veronesi e vi restò per 31 anni. Fu lui ad incaricare, per i restauri di Castelvecchio, un giovane Carlo Scarpa

Definirlo storico dell'arte è riduttivo, così come non è facile trovare un solo sostantivo che possa descrivere il ruolo che ha ricoperto durante la direzione dei musei civici veronesi, dall’ impegno per il restauro e il recupero museografico di Castelvecchio dal 1958 al 1964 e poi con un secondo cantiere fino al 1972, a quello per far conoscere gli artisti veronesi, dal Medioevo al Novecento, e la Verona artistico-museale di oggi.
E’ sua le geniale idea della collocazione aerea della bellissima statua equestre di Cangrande della Scala, vicino al muro di cinta del castello e all’antica porta del Morbio.

In seguito Magagnato, oltre al museo di Castelvecchio, ha fatto restaurare e riordinare il Museo lapidario maffeiano, la Galleria d'arte moderna a Palazzo Forti e il Museo degli affreschi alla tomba di Giulietta, creando un percorso museale di primissimo valore.
Importante anche il capitolo mostre e il contributo che ha dato alla conoscenza dello sviluppo della storia dell'arte veronese, con studi di alto spessore, che nel 1991 sono stati raccolti in un grosso volume postumo.

Morì nell’aprile del 1987 all’età di 66 anni a causa di un malore fatale mentre si trovava a Venezia per una consulenza.

“La targa non a caso è stata posizionata in un punto delle regaste San Zeno dove la vista sul Museo di Castelvecchio e sul ponte è davvero suggestiva- ha detto l’assessora alla Cultura Marta Ugolini -. Da oggi questa sarà riva Licisco Magagnato per ricordare questa figura che per trent’anni ha diretto i musei veronesi, una figura di connessione con altre realtà artistico culturali della città e che ha avuto un ruolo nella Resistenza e nella creazione del Codice dei beni culturali degli anni Ottanta, una figura a livello nazionale a tutto tondo”.

“Licisco Magaganto sarebbe oggi contento di vedere la passeggiata importante dedicata a lui, è grazie a lui che oggi ci troviamo ad avere un percorso museale importante ed un Museo di Castelvecchio come lo conosciamo noi - ha detto l’assessore ai Servizi demografici Federico Benini -. Quella di oggi è un’intitolazione dovuta che darà lustro a questo percorso che collega San Zeno con Castelvecchio”.

“Direttore dei civici Musei e Gallerie d’Arte di Verona dal 1955 al 1986 – ricorda la direttrice Rossi – Magagnato è una figura determinante nella storia dei Civici Musei. Intellettuale attento e sensibile, si distingue per un interesse profondo per la genesi dell’opera, l’indagine delle forme urbane, la salvaguardia dei beni culturali e il restauro, per l’insegnamento e il dialogo con gli artisti contemporanei. È tra i promotori del dialogo scuola-museo e dell’idea di museo come luogo di formazione permanente.

Tra il 1957 e il 1964 è protagonista, con l’architetto Carlo Scarpa, del restauro e del riallestimento del Museo di Castelvecchio, secondo un progetto d’avanguardia tra i più rappresentativi della museografia del Novecento”.

“Le intitolazioni sono piccoli tributi dell’Amministrazione a personaggi che hanno reso Verona una città migliore - ha aggiunto il presidente della Circoscrizione 1^ Lorenzo Dalai -. Colpisce il fatto che Magagnato sia stato cittadino veronese d’adozione”.

Licisco Magagnato (Vicenza 1921 – Venezia 1987)
Licisco Magagnato è direttore del Museo Civico di Bassano del Grappa tra il 1951 e il 1955. Dal 1955 al 1986, è alla guida dei civici Musei e Gallerie d’Arte di Verona.

Tra il 1957 e il 1964 è protagonista, con l’architetto Carlo Scarpa, del restauro e del riallestimento del Museo di Castelvecchio, secondo un progetto d’avanguardia tra i più rappresentativi della museografia del Novecento.
Protagonista della resistenza vicentina e poi membro del Partito d’Azione e quindi del Partito Repubblicano, si dimostra sempre profondamente coinvolto nella vita politica, sociale e culturale del Paese e contribuisce alla creazione del Ministero dei Beni Culturali, istituito nel 1974, e nel 1977 è nominato vicepresidente del Comitato di settore per i Beni artistici e storici del ministero. Libero docente di Storia dell’Arte dal 1967, di-venta professore incaricato stabilizzato di Storia dell’Arte presso la facoltà di Economia e Commercio (Corso di Lingue) dell’Università di Padova (sede distaccata di Verona) a partire dall’anno accademico 1970-1971.

Tra il 1970 e il 1973 apre il Museo degli Affreschi, intitolato a G.B. Cavalcaselle, e la Casa di Giulietta. Nel 1982 riapre al pubblico il Museo Lapidario Maffeiano, su progetto dell’architetto Arrigo Rudi; avvia il restauro dell’isolato e del Palazzo Emilei Forti, su progetto dell’architetto Libero Cecchini.
Come studioso, è attento a un ampio ventaglio di argomenti di storia dell’arte, con particolare riferimento all’arte veneta, a partire dagli studi sul Teatro Olimpico di Vicenza e su Jacopo Bassano, a temi palladiani e sulla storia dell’arte, la cultura, la trattatistica dal Medioevo al Settecento.

Numerose sono le iniziative espositive dedicate da Magagnato all’arte contemporanea, all’architettura, all’arte popolare e alle arti minori.
Promuove e cura mostre tra cui, per l’ambito medievale e moderno: Da Altichiero a Pisanello (1958), Dante e Verona (1965), Cinquant’anni di pittura veronese 1580-1630 (1974), La pittura a Verona tra Sei e Settecento (1978), Progetto per un museo secondo. Dipinti restaurati delle collezioni del Comune di Vero-na (1979), Palladio e Verona (1980), Carlo Scarpa a Castelvecchio (1982).



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