L’Ovest Veronese costruisce un nuovo welfare per la cura degli anziani fragili ma ancora autonomi. Tra le nuove figure professionali di riferimento il custode sociale.
Prende forma nel Distretto 4 dell’ULSS 9 Scaligera un nuovo modello di welfare territoriale che, sotto la regia del Comitato dei Sindaci dell’Ovest Veronese, coniuga innovazione, prossimità e responsabilità collettiva nella presa in carico degli anziani in condizioni di fragilità. Un modello che integra visione culturale e operatività concreta, articolandosi lungo due assi complementari: Domiciliarità 2.0, progetto strutturato da alcuni anni e capillarmente distribuito sul territorio per garantire servizi personalizzati e flessibili al domicilio e Casa Cura Comunità, paradigma ispirativo fondato sulla solidarietà diffusa. Alla base vi è una convinzione semplice e radicale: l’anziano ha il diritto di vivere il più a lungo possibile nella propria casa, intesa non solo come spazio fisico, ma come luogo identitario e relazionale. Una rete integrata di interventi “intermedi”, da affiancare ai 24 Centri di servizi residenziali per la grave non-autosufficienza, per incontrare i bisogni degli anziani fragili ma che conservano ancora un’autonomia gestionale tale da non essere ammessi in una casa di riposo.
Domiciliarità 2.0 risponde a questa sfida attraverso un sistema articolato di dispositivi che abbracciano la dimensione sanitaria, educativa, assistenziale e psicologica. Tra cui i servizi di assistenza domiciliare, pasti a domicilio, affido anziani, interventi di sollievo residenziale temporaneo, sportelli per la ricerca delle badanti, trasporti sociali, interventi di sostegno psicologico a domicilio.
Casa Cura Comunità amplia lo sguardo oltre le mura domestiche e mette in campo l’educatore sociale, operatore formato per lavorare in contesti complessi, che affianca le persone con fragilità relazionali. L’educatore non si limita a “fare assistenza”: costruisce relazioni significative, lavora sul mantenimento delle abilità residue, crea occasioni di stimolo cognitivo, affettivo e sociale, contribuendo attivamente al benessere complessivo della persona nei contesti di gruppo. Accanto a lui, un’altra figura innovativa e strategica è quella del custode sociale. Il custode è un operatore di prossimità che opera su tutto il territorio comunale, con il compito di monitorare situazioni di fragilità, attivare reti di supporto, segnalare ai servizi situazioni emergenti e, soprattutto, fare da ponte tra la persona fragile e la comunità che la circonda. Non si tratta di un controllore, ma di una “presenza amica” capace di leggere il territorio, intercettare i segnali deboli del bisogno, attivare risorse e accompagnare le persone in percorsi di inclusione e supporto.
Nella progettualità di rete il Distretto Ovest Veronese offre anche una sperimentazione di appartamenti protetti, una forma di co-housing per anziani (over 65) in condizioni di fragilità, solitudine o emergenza abitativa. Nel progetto “Casette di Negrar”, finanziato dal PNRR e attivo da gennaio 2024, possono essere ospitati fino a sedici posti letto. Una forma di co-abitazione con alloggi di piccola dimensione dotati di servizi di supporto per consentire una vita autonoma e con spazi comuni per socialità e attività aggregative.
Gianfranco Dalla Valentina, presidente del Comitato dei Sindaci del Distretto Ovest Veronese: “Con il coordinamento del Comitato dei Sindaci dell’Ovest Veronese, Domiciliarità 2.0 e Casa Comunità Cura si traducono in azioni concrete presente nei nostri Comuni: servizi domiciliari potenziati, percorsi di sostegno ai caregiver, attivazione di figure professionali dedicate, creazione di gruppi di socializzazione per contrastare l’isolamento, e sinergie stabili con il mondo del terzo settore. Tutto questo con un unico obiettivo: fare della fragilità non un fattore di esclusione, ma un’occasione di comunità”.
Silvana Monchera, referente del Piano Domiciliarità del Distretto Ovest Veronese: “Una visione che riconosce nel tessuto comunitario – associazioni, volontariato, parrocchie, famiglie e singoli cittadini – un attore essenziale del sistema di cura. Questo approccio, fortemente radicato e ispirato ai modelli di welfare generativo e comunitario, si propone non solo di migliorare le condizioni di vita degli anziani, ma anche di rafforzare la coesione sociale e il senso di appartenenza. In questa logica, l’intervento professionale si affianca e si integra con la rete informale, valorizzando il capitale sociale esistente e generandone di nuovo. È un welfare che non si limita a “fare per”, ma che si costruisce “con”, attraverso relazioni di fiducia, reciprocità e corresponsabilità”. “Un modello che guarda alla domiciliarità come scelta consapevole, non imposta, e che punta a trasformare l’intera comunità in uno spazio ospitale, accogliente e capace di prendersi cura delle persone più fragili”
Il Comitato dei Sindaci Distretto 4 (Ovest Veronese) è composto dai Sindaci dei trentasette Comuni del Distretto 4 Ovest Veronese del territorio dell'Azienda ULSS 9 Scaligera e ha la funzione di programmare le linee di indirizzo socio sanitario nel territorio di propria competenza per raggiungere gli obiettivi di salute definiti dalla programmazione regionale e di verificare che siano conseguiti i risultati. Il Comitato è presieduto dal Sindaco del Comune di Sona, Gianfranco Dalla Valentina.
Comuni coinvolti:
Affi, Bardolino, Brentino Belluno, Brenzone sul Garda, Bussolengo, Caprino Veronese, Castelnuovo del Garda, Cavaion Veronese, Costermano, Dolcè, Erbè, Ferrara di Monte Baldo, Fumane, Garda, Isola della Scala, Lazise, Malcesine, Marano di Valpolicella, Mozzecane, Negrar, Nogarole Rocca, Pastrengo, Pescantina, Peschiera del Garda, Povegliano Veronese, Rivoli Veronese, Sant’Ambrogio di Valpolicella, Sant’Anna D’Alfaedo, San Pietro in Cariano, San Zeno di Montagna, Sommacampagna, Sona, Torri del Benaco, Trevenzuolo, Vigasio, Villafranca di Verona.