Ma che cosa mi combina, signor sindaco? Dopo tutto il can-can che ha combinato ad Adro, il suo paese dove ha costruito la nuova, bella, moderna scuola griffata Lega - almeno così dicono i suoi critici - m'iscrive il figlio alla scuola privata proprio lì vicino? Danilo Oscar Lancini, nato a Rovato (Brescia) il 15 ottobre 1965, eletto il 7 giugno 2009, Imprenditore Titolare - come recita il sito dei Comuni italiani -, licenza di scuola media inferiore, non perde la pazienza: «Sì. Proprio in fronte alla scuola pubblica. Io ho frequentato quella scuola lì. Mi son trovato bene. Mi sembra migliore di quella pubblica. Attenzione: è un discorso generale, nazionale, non un paragone tra la pubblica di Adro e la privata di Adro, sia ben chiaro, sennò mi scoppia un altro caos. Faccio un sacrificio. Mi costa non poco. Penso che sia una scelta giusta. Ok?».
Ok. Perdoni la divagazione e veniamo al dunque. Ha da poco inaugurato una scuola con il simbolo della Lega dappertutto: tappetino all'ingresso, cartelli appesi persino in giardino, banchi e sedie, cestini eccetera...
«Fermo! Quello non è un simbolo leghista, è il simbolo del Sole delle Alpi che è sempre stato un simbolo di Adro. È un simbolo di gioia e di allegria, legittimato dalla storia e dalla cultura del paese, che è sempre comparso sulle proprietà pubbliche. La gente che camminava per queste strade nel 1.600 già lo vedeva inciso qua e là . Che cosa c'entra se vent'anni fa ha cominciato a rappresentare anche un movimento politico? Non è mica una svastica!».
E che diavolo c'entra intitolare la scuola a Gianfranco Miglio?
«È una decisione dell'amministrazione comunale, mica è stato solo l'ideologo della Lega; è stato democristiano, intellettuale, professore, scienziato della politica».
Un altro sospetto: il giorno dell'inaugurazione della scuola sul pennone sventolava il gonfalone di Adro e non il tricolore.
«Ieri mattina sono andato io, personalmente, a togliere il gonfalone e a rimettere la bandiera italiana. Era solo per l'inaugurazione, un omaggio al paese. Non un affronto al tricolore che per me è simbolo della Patria e di tanta gente che è morta per la Patria».
Pentito?
«No, disgustato dalle strumentalizzazioni politiche. Hanno tentato di usare questa piccola, bella vicenda del mio paese per dividere Lega Nord e Pdl. Non ci sono riusciti. Le bugie hanno le gambe corte. La Gelmini ha capito e per Bossi non mi risulta sia mai stato un problema. Qui abbiamo un detto: Lavorare per la Chiesa di Adro. Vuol dire che c'abbiamo messo anni, decenni, secoli dando tutti un contributo a quello che serve al paese. Anche stavolta: 300 mila euro per gli arredi...».
Con il simbolo...
«Sono arrivati da una sottoscrizione dei cittadini. E del simbolo abbiamo già parlato».
Alle critiche, in una trasmissione di Radio 24, si è aggiunto un giudizio, diciamo, morale...
«Diciamo pure che mi hanno accusato di dire c...ate e di essere una testa di c.... Dov'è il dialogo? Li querelo».
Ma è vero che lei non è in regola con i pagamenti dell'Ici?
«Non c'è un documento. Anzi, ci sono i documenti che provano il contrario. E querelo anche quelli che dicono così».