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Venerdì 24 Settembre 2010

Scontro di opinioni da Lilli Gruber

Alcune sere si passano la linea, altre no (nel secondo caso si deve presumere che la trasmissione sia stata registrata). Non sembra perÃ² esserci molto feeling tra Enrico Mentana e Lilli Gruber. Quando Mentana ha preso in mano il tg de La7, a seguire câ€™erano Luisella Costamagna e Luca Telese. Non che fra i due conduttori di Â«In ondaÂ» fosse tutto rose e fiori, anzi. PerÃ² Mentana era bravo a giocare su questi veri o presunti contrasti e a stabilire un ponte diretto con il tg e Â«In onda Â» (la mia idea Ã¨ che se ci fosse ancora Giuliano Ferrara, La7 avrebbe ora il piÃ¹ formidabile nucleo informativo della tv italiana; ma, essendo unâ€™idea personale lâ€™ho messa doverosamente fra parentesi).

La Gruber rappresenta un vecchio modo di fare giornalismo: nel suo programma non câ€™Ã¨ mai un percorso di conoscenza, ma solo uno scontro di opinioni, una parata di idee contrastanti. Il piÃ¹ delle volte avvolta da unâ€™atmosfera monocorde e anche un poâ€™ noiosa. Quando uno segue un dibattito di Â«Otto e mezzoÂ» non riesce mai a mettere in discussione le proprie opinioni perchÃ©, dalla trasmissione, riceve solo ciÃ² che si aspetta. Le schede di Paolo Pagliaro, poi, ricordano molto quelle di Carlo Nesti al Â«Processo del lunedÃ¬Â» di Aldo Biscardi. Che non Ã¨ proprio il format ideale cui rifarsi per una rete in crescita come La7. Il modo di condurre della Gruber, fatta salva la diversitÃ ideologica, Ã¨ molto piÃ¹ simile a Bruno Vespa che a Mentana. Se Ã¨ vero che, per ingaggiare Mentana, Telecom ha dovuto attendere per un anno il placet del premier (ma ci rendiamo conto in che Paese viviamo? e ci sono stati altri piÃ¹ recenti divieti?), forse per la Gruber ha fatto piÃ¹ in fretta. Certo, il compito dellâ€™amministratore delegato di Telecom Italia Media, Gianni Stella, Ã¨ quello di migliorare il palinsesto senza sballare i conti, per rendere vendibile la rete. Ma con Lilli o senza Lilli?